E’ stato osservato che noi giornalisti scriviamo articoli, commenti, osservazioni, ma ci confrontiamo continuamente solo con lo schermo del pc e quasi sempre siamo privati del confronto con i lettori.
Il problema esiste perché, salvo errore, sono pochissimi a commentare gli articoli che tanti di noi, certamente non per narcisismo, ma per la passione che ci arde dentro, scrivono sottraendo tempo, e tanto se lo si vuol fare bene, alla famiglia e ad altre attività, nella maggior parte dei casi “gratis et amore dei”.
Ma tantissimi di noi avrebbero piacere ad un continuo confronto con i lettori, per due motivi: il primo è di avviare un dialogo, costruttivo e serrato, con essi, per comprenderne gli umori, le reazioni, e anche le critiche, che sono sempre costruttive anche se negative; l’altro è quello di rendere vivo, attivo, stimolante il giornale on-line sul quale vengono registrati gli articoli, nella certezza che l’unico sistema per sondare gli umori dei lettori sia proprio il loro intervento.
Altrimenti noi scriviamo, i giornali on-line ci pubblicano, i giornali e noi siamo convinti che i lettori apprezzino, e continuiamo per la nostra strada con questa convinzione fondata, però, su niente.
E’ vero che, talvolta, passeggiando sotto i portici, qualche amico o un conoscente ci commenta, ci sorride, ci punzecchia; ma è solo “qualche”, e noi avremmo (abbiamo) bisogno di molti più consensi o dissensi per capire se il nostro lavoro è utile, serve a qualcosa, è apprezzato, attira consensi; come avviene sulla carta stampata che riserva alle opinioni dei lettori una apposita sezione sulla quale è un piacere leggere dai lettori stessi ciò che essi hanno capito e le loro reazioni.
Se ciò non avviene anche sui giornali on-line, restiamo privi del riscontro dei nostri lettori i quali, se ci sono – e sono convinto che ci siano – farebbero bene a farsi sentire.