Il rosso è il colore del pericolo, e anche quello del conto corrente bancario può esserlo se non autorizzato preventivamente dalla banca.
Fino a qualche anno addietro chi aveva un affidamento bancario da utilizzare in conto corrente, spesso sconfinava: se, ad esempio, aveva un affidamento di 5.mila euro, talvolta arrivava a 5,5.mila, o anche a 6.mila e in passato le banche chiudevano un occhio, a volte anche due, e intervenivano solo se la eccedenza “ristagnava”, si impaludava, anche se, ovviamente, il correntista pagava l’eccedenza, spesso profumatamente.
C’è anche da dire che quella brutta abitudine spesso portava alla immobilizzazione del conto, e in numerosi casi dalla immobilizzazione si passava all’”incaglio” e poi alla “sofferenza” vera e propria: questi sono termini squisitamente tecnici, che stanno a indicare una situazione di stagnazione del debito (incaglio) che, se non veniva superata, portava ad appostarlo tra quelli “in sofferenza” che venivano segnalati anche alla Centrale Rischi della Banca d’Italia, un Organismo creato a tutela delle Banche e della stessa clientela, alla quale le Banche potevano rivolgersi anche per sapere la storia dei rapporti bancari di un nuovo cliente che richiedeva l’affidamento.
Poco alla volta le banche hanno iniziato a stringere i freni, evitando questa brutta abitudine, per educare i clienti affidati a utilizzare il conto corrente in maniera “elastica”.
Negli ultimi mesi, a causa delle difficoltà economiche derivanti dalla pandemia e della conseguente mancanza di incassi, molti imprenditori hanno avuto difficoltà anche con le Banche, le quali hanno dovuto chiudere un occhio in attesa di tempi migliori.
Ma dall’inizio di quest’anno sono entrate in vigore le nuove norme Europee le quali prevedono una rigida limitazione anche dei piccoli sconfinamenti, e le Banche debbono adeguarsi.
Tali norme, varate dall’“ EBA – Autorità Bancaria Europea”, prevedono che andare a debito se non autorizzati, o eccedere rispetto all’importo autorizzato, o anche non pagare una rata di prestito o di mutuo, può costare molto caro, e può comportare anche il rischio di essere considerati “debitori in default – debitori inadempienti”, con pesanti conseguenze.
Tali norme prevedono che un privato venga considerato automaticamente in inadempiente se è arretrato di oltre 90 giorni anche per una cifra da 100 euro in su, o superiore all’1% (%5 fino al 31.12 scorso) di prestiti e mutui; quindi anche solo 150 euro nel caso di un prestito da 15mila euro o 1.000 con un mutuo da 100mila, fa scattare la situazione di “default”, coinvolgendo tutti i rapporti dello stesso cliente nell’ambito della stessa Banca e la conseguente segnalazione alla Centrale dei rischi di Bankitalia.
Una cosa abbastanza strana è che non è prevista la compensazione di un debito con eventuali affidamenti su altri conti presso la stessa Banca; solo dopo 90 giorni, se rientrato dal debito, il cliente potrà tornare “in bonus”; ovviamente rimane la discrezionalità della Banca che potrà anche prorogare tale termine, sulla base dell’affidabilità del cliente: e questo lo suggerisce anche la Banca d’Italia, spiegando che dipenderà dai singoli istituti valutare l‘affidabilità del cliente e consentire ancora addebiti sui conti scoperti.
E’ chiaro che la perdurante situazione pandemica non aiuta, col rischio che la platea dei cattivi pagatori si ampli a dismisura anche nei prossimi mesi, come temono molti organismi bancari e dei consumatori: in un contesto in cui milioni di famiglie hanno subito una riduzione del reddito, si rischia un’ondata di nuovi “cattivi pagatori”.
Ma in caso di difficoltà può essere lo stesso cliente a fare il primo passo chiedendo alla Banca la sospensione del pagamento delle rate di mutuo o prestito, e anche l’eventuale allungamento degli stessi, oppure la concessione di un nuovo fido oltre quello già in essere.
Quindi verrebbe da dire: nulla di nuovo sotto il sole. Chi ha un tantino di esperienza del settore bancario sa bene che già negli anni passati questo meccanismo era in vigore, quindi le nuove norme Europee possono essere considerate, al momento, una semplice raccomandazione, un iter da seguire allorquando la economia si sarà ripresa e si potrà guardare al futuro con maggiore tranquillità.