scritto da Nino Maiorino - 21 Agosto 2022 07:52

Il maltempo uccide anche d’estate

I tendoni e i caravan del mercato di Marina di Carrara ribaltati dalla tromba d’aria

Stiamo vivendo una delle estati più pazze di sempre, e quotidianamente sperimentiamo sulla nostra pelle quali danni noi stessi abbiamo procurato alla terra, specialmente inseguendo i falsi miti del benessere e delle comodità ad ogni costo, disposti a sacrifici zero pur di non rinunciare alle nostre comodità.

Non sappiamo fino a quando potremo andare avanti in questa situazione, e d’altra parte ci rendiamo conto che singolarmente ben poco possiamo fare per invertire una tendenza che ci sta portando sempre più velocemente verso l’autodistruzione: e il cruccio più grande di persone di una certa età, è interrogarsi su quale mondo stiamo preparando per i nostri nipoti.

Chi segue quotidianamente le previsioni metereologiche non può non raccapricciarsi per le differenze meteo che in pochi chilometri ci sono; ultimo esempio, ma certamente non l’ultimo che vedremo, è il disastro capitato, qui in Campania, a Monteforte Irpino, città devastata qualche giorno fa da una montagna che per la pioggia intensa è franata invadendo il centro, tanto che è stato necessario dichiararne lo stato di calamità: colpevole anche l’uomo che non ha saputo porre freno, negli anni passati, all’utilizzo scriteriato del suolo, consentendo costruzioni anche in zone ad alto rischio; ma questa è una situazione che, specialmente in Campania, conosciamo bene, e per ricordarla basta guardare ai piedi del Vesuvio, e pregare il Padreterno che quel vulcano, peraltro attivo, non riprenda mai la sua attività, in tal caso sarebbe una catastrofe.

E mentre a Monteforte Irpino accadeva quello che tutti abbiamo visto, a pochi chilometri di distanza non solo si soffriva per il caldo eccessivo, ma anche per la mancanza di pioggia e per il rischio siccità.

E non dobbiamo dimenticare che, mentre in molte zone d’Italia il caldo e l’afa non dà tregua, in altre dal cielo vengono giù chicchi di grandine grandi quanto un manderino; incredibile se non fosse sotto gli occhi di tutti grazie ai social.

Il maltempo uccide, la furia del vento e delle piogge provoca danni colossali, in pochi istanti devasta, distrugge e fa impazzire di terrore una zona anche relativamente limitata, mentre a pochi chilometri di distanza il cielo si è appena appena imbronciato con qualche innocuo nuvolone, e niente più.

Ma perché accadono queste cose?

Una risposta ce la fornisce un esperto, il dott. Luca Mercalli, meteorologo, climatologo e divulgatore scientifico italiano, presidente della Società meteorologica italiana, noto al pubblico televisivo italiano per la partecipazione alla popolare trasmissione “Che tempo che fa”.

Il quale, intervistato il 19 agosto, ha chiarito molti dubbi su questi fenomeni incomprensibili ai più.

Maltempo, lo scienziato Mercalli dice: “Fenomeni più violenti Colpa del mare bollente” ; la temperatura marina ingigantisce i nubifragi e potenzia il vento. “Pensiamo a salvarci, non corriamo in garage a recuperare l’auto”.

Cosa sta succedendo? “Succede -risponde il climatologo- che i fenomeni climatici estremi diventano sempre più frequenti e intensi. Fino al recente passato, nubifragi come quelli di ieri che hanno colpito soprattutto Toscana e Liguria ma anche l’Emilia Romagna e il Veneto, capitavano una volta ogni dieci anni, più o meno. Adesso li registriamo circa una volta l’anno”.

Perché questo impazzimento ulteriore di un clima già pazzo e mutato? “Quest’estate si avvia ad eguagliare in negativo quella del 2003, ma stavolta la temperatura eccezionalmente calda dell’acqua del mare ha aggravato la situazione”.

Ovvero? “Il surriscaldamento della superficie marina ha ingigantito la potenza dei nubifragi e la velocità del vento. Sono fenomeni che potrebbero ripetersi con le stesse condizioni di caldo eccezionale e duraturo come abbiamo avuto finora”.

Previsioni del tempo a breve e medio raggio… – “Domani (il 20 agosto per chi legge, ndr) avremo ancora residui di maltempo, poi la situazione si ristabilirà con sole e caldo meno intenso delle scorse settimane. A settembre però la temperatura dovrebbe essere nuovamente sopra la media stagionale, e quindi potenzialmente potrebbero realizzarsi nuove perturbazioni violente anche alle soglie della stagione autunnale”.

Come reagire a questa situazione meteorologica così complicata e rischiosa? – “Innanzitutto pensiamo a salvarci la pelle. Per fortuna abbiamo previsioni del tempo sempre più specifiche. Attenzione, però: le previsioni devono servire prima di tutto a farci aprire gli occhi, ad aumentare la nostra soglia dell’attenzione. Ci si aspetta maltempo? Allora uscirò all’esterno con maggior cautela, eviterò di parcheggiare vicino a corsi d’acqua, e in caso di garage allagati non mi precipiterò a tentare di salvare la macchina, perché questa è una delle casistiche in cui si rischia maggiormente l’annegamento o comunque gravi conseguenze”.

Pare mutata anche la tipologia di quelli che un tempo chiamavamo, anche con sollievo, acquazzoni estivi… – “Si ripetono temporali puntiformi, molto localizzati. Si sviluppano nubifragi violenti in un luogo più o meno delimitato, anche con vittime e gravi danni, e magari a cinque chilometri di distanza non accade nulla di simile. È il caso opposto alle grandi perturbazioni invernali, che coprono aree vaste in maniera uniforme”.

Se noi cittadini comuni dobbiamo per prima cosa pensare a salvare la pelle, i governi mondiali cosa devono fare di fronte a questi disastri? – “Per non aggravare ulteriormente il peggioramento della situazione climatica, la politica -lo ripeto da venti anni- dovrebbe agire verso il risparmio energetico, la lotta agli sprechi, accelerare il passaggio dal petrolio e le fonti fossili alle rinnovabili. Le priorità per garantire il futuro dei nostri figli. Invece nelle agende politiche i temi ambientali o sono assenti o agli ultimi posti”.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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