scritto da Filippo Falvella - 30 Gennaio 2025 07:16

Il lancio della moneta

Il macchinario vuole quel nostro frammento solo affinché questo non possa di sua sponte decidere di essere il primo tassello d'un nuovo congegno o, peggio, si rifiuti d'appartenere ad un congegno in generale.

Nel giogo sociale siamo orientati dallo stesso ad offrire ad una già efficientissima macchina un ulteriore ingranaggio, un piccolo pezzo la quale lega risulta poi assolutamente ininfluente al fine del lavoro del congegno. Questo non perché il macchinario ha davvero necessità che quel pezzo sia inserito al suo interno, né per motivi di natura preventiva, al fine di sostituirlo ad uno vecchio, né tantomeno per motivi di inclusione sociale. Il macchinario vuole quel nostro frammento solo affinché questo non possa di sua sponte decidere di essere il primo tassello d’un nuovo congegno o, peggio, si rifiuti d’appartenere ad un congegno in generale. S’è detto prima che la lega di questo pezzo di chissà quale metallo, a noi l’apparente decisione, è ininfluente. Molto spesso nell’ampia scelta offerta al nostro avvenire le possibilità sono così tante da risultare in realtà pochissime. E’ certo lecito tentare carriere che non abbiano il solo fine di produrre strumenti utili ad una società già opulenta e assai ingrassata da inutili utilità, ma il freno della possibilità di fallire risulta davvero troppo duro per tentare di premere comunque sull’acceleratore. Ma discutiamo ora di questo freno, tentiamo per un momento di immaginarlo come una scommessa, e serviamoci a tale fine del pensiero d’un grande pensatore del 1600: Blaise Pascal.

La scommessa di Pascal

L’approccio di Pascal alla fede, nell’istanza di tale scommessa, è decisamente ipotetico/deduttivo, e orienta forse per la prima volta la materia divina verso il gioco della probabilità. L’incipit di tale ragionamento è l’ammissione dell’incapacità umana a dimostrare l’esistenza, o la non esistenza, di Dio. Di fronte a tale considerazione il filosofo di Clermont propone allora di fondare una scommessa, i quali ponti ove si scommette sono in base alla prima considerazione equiprobabili. Premettendo che il rifiuto di prendere posizione non è assolutamente tenuto in considerazione, Pascal consiglia di scommettere sull’esistenza di Dio, questo perché il costo di tale scommessa è, con non troppe rinunce, la moderazione della propria vita terrena in favore, in caso di vittoria, d’una vita ultraterrena. Se le possibilità di vincere o perdere sono uguali, la cosa più saggia è sicuramente scommettere per una ricompensa infinita se il costo è soltanto quello di rischiare il finito. Avendo adesso ben chiaro il funzionamento di questa scommessa tentiamo di farne un’altra, abbassando però un pò la posta in gioco: occupiamoci di quel finito che mettiamo in gioco.

La moneta

Che adesso il lettore si immagini costretto a dover per forza decidere l’esito della sua vita attraverso il lancio d’una moneta, una moneta che ahimè però risulta truccata. Se l’esito del lancio sarà testa, allora avremo la vittoria, ma parimenti qualora dovesse uscire croce, allora avremo la sconfitta. Il trucco della moneta però è brutale: entrambe le facce sono due croci. Insomma, possiamo lanciarla sì, ma l’esito è già segnato. C’è un ultimo dettaglio però di questa scommessa, raccontato alla fine proprio per la sua importanza: una croce rappresenta una vita orientata verso volontà e passione, l’altra croce invece si fa rappresentate d’una vita orientata alla sola sopravvivenza, al farsi tassello d’un puzzle il quale disegno finale non ci interessa. Sì, perché nella vita è possibile fallire anche in ciò che non si desidera fare. Scegliere la via già scritta, quella comoda quella “utile”, non vuol dire avere successo in essa. Che io rinunci al seguire i miei sogni per percorrere la strada più sicura non vuol dire che questa sia ben asfaltata e al sicuro da incidenti, anzi, c’è un dosso proprio all’inizio della corsa. Se posso fallire sia in ciò che voglio che in ciò che non voglio, perché devo scegliere ciò che non voglio? Se lanciando la moneta dovrà per forza questa cadere sulla croce, allora perché non dovrebbe valere la pena scommettere sulla croce che preferisco? Dovendo fallire per forza, in cosa decideresti di fallire? Pascal scommetteva su Dio, allora con meno presunzione noi scommettiamo su noi stessi, perché forse a questo punto l’esito del lancio è già decisoo solo perché quella moneta alla fine, per paura, non la lanciamo mai davvero.

 

Ho 24 anni e studio filosofia all'Università degli studi di Salerno. Cerco, nello scrivere, di trasmettere quella passione per la filosofia ed il ragionamento, offrendo quand'è possibile, e nel limite dei miei mezzi, un punto di vista che vada oltre quel modo asettico e alle volte superficiale con cui siamo sempre più orientati ad affrontare le notizie

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