scritto da Nino Maiorino - 01 Febbraio 2023 07:26

I fatti della settimana

foto tratta dal profilo Fb

Il blocco di Libero, durato una settimana, ci ha fatto trascurare la divulgazione di notizie di interesse generale, nazionale e internazionale.

Cerchiamo quindi sinteticamente di commentare qualche cosa che, a nostro avviso, è opportuno tener presente.

I fact-checking della settimana
Abbiamo verificato, questa settimana, sette dichiarazioni di politici italiani: tre di esponenti dei partiti al governo, quattro di esponenti dei partiti all’opposizione.

Sul fronte del governo abbiamo controllato quanto è plausibile il contenuto di una dichiarazione del Ministro della Salute Orazio Schillaci sui danni causati dal fumo. Secondo il ministro, «il costo annuale delle cure per i tumori da fumo è circa il doppio di quanto incassiamo dalle accise sul tabacco, 14,40 miliardi nel 2021».

È davvero così? Non abbiamo riscontri in proposito, ma è possibile che il Governo, per fare cassa, si accinga a “ritoccare” le accise sul tabacco.

Il Leader della Lega Matteo Salvini ha detto che nei sondaggi tutti i dati danno il suo partito in crescita da settimane. Conoscendo il soggetto saremmo portati a credere il contrario, ma sbaglieremmo, perché effettivamente la Lega è cresciuta dello 0,2%, evidentemente perché Salvini sta contenendo i suoi interventi. Ma, sapendo che è il suo silenzio è un fuoco di paglia, e che la lingua di Salvini non può tacere a lungo, dobbiamo attendere qualche giorno per vedere come andranno le cose.

Ma tutta la coalizione di governo è in lieve calo non significativo (-0,10), possiamo dire che sostanzialmente tiene, nonostante tutto.

Il compagno di partito di Salvini, il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, ha invece ragione nel sostenere che l’Italia è il «primo produttore di vino al mondo», il che fa piacere.

Sul fronte dell’opposizione abbiamo controllato che cosa c’è di vero in due frasi dette da due dei quattro candidati alla segreteria del Partito democratico.

Il Presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, candidato alla Segreteria del PD, esagera quando dice che «la benzina in Italia è diventata la più cara d’Europa» (1,837): infatti è una delle più care, ma è superata da Danimarca (2,045), Finlandia (1,887), Belgio (1,869), Francia (1,868), Grecia (1,888), Islanda (2,079), Norvegia (2,131), Svezia (1,841).

Il deputato Gianni Cuperlo ha sostanzialmente ragione sui risultati ottenuti dal suo partito, quando dice che in 16 anni di vita il Pd ha perso 6 milioni di voti e cambiato nove segretari: un bel salasso.

Il leader di Sinistra italiana Nicola Fratoianni ha dichiarato che «l’Italia è un Paese nel quale un contratto su dieci dura un giorno»: cosa vuole dire, chi lo sa.

Infine Carlo Calenda, Leader di Azione, ha spiegato che no, il 2050 non è stato scelto come anno per gli obiettivi sul clima ma perché «suonava bene»: altro aforisma molto nebuloso.

I due manifesti del PD

A un mese dalle primarie del 26 febbraio prossimo, il PD ha adottato un nuovo manifesto, senza archiviare quello precedente del 2008: così oggi ha due manifesti.

La differenza tra i due manifesti che ha fatto più discutere, riguarda il posizionamento dello Stato italiano all’interno dell’economia di mercato.

Il primo manifesto afferma che «un mercato aperto è strumento essenziale per la crescita» e che il compito dello Stato «non è interferire nelle attività economiche, ma fissare le regole per il buon funzionamento del mercato».

Il nuovo manifesto parla più volte di «Stato regolatore», che possa «orientare la dinamica dei mercati, inclusi quelli finanziari, verso gli obiettivi di uno sviluppo sostenibile».

Inutili bizantinismi.

C’è chi sostiene che il PD sia sempre più “nel pallone”: come dargli torto?

Il solito Nordio e il dibattito sulla giustizia

Quando Carlo Nordio, era in predicato come Ministro della giustizia, dicemmo che non era di nostro gradimento, e non per il valore giuridico del personaggio, ma perché andò a fare visita a Silvio Berlusconi nella sua villa, quasi a chiedergli il permesso, il gradimento, in pratica a concordare con l’ex Premier le riforme da portare avanti.

E una volta nominato sta tentando di attuare quei cambiamenti sempre auspicati dal Cavaliere.

Negli ultimi giorni la giustizia e il suo ministro sono tornati al centro del dibattito politico.

In particolare, dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro, si sta discutendo molto della posizione di Nordio sulle intercettazioni: da tempo l’ex magistrato sostiene la necessità di ridurne il numero, proposta che ha attirato le critiche di una parte dell’opposizione, soprattutto il Movimento 5 stelle, comumque da una larga parte dell’elettorato di tutti gli orientamenti politici.

Anche alcuni esponenti dei partiti che sostengono il governo hanno sollevato dubbi sulle dichiarazioni di Nordio, ma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito in una nota la «sua piena fiducia» nel ministro.

Tanti sono i dossier sul tavolo del Ministero della Giustizia, dalla riforma del reato d’abuso di ufficio alla situazione nelle carceri.

Vedremo come andrà a finire; frattanto Giorgia Meloni, tra un viaggio e l’altro, si è incontrata con Nordio per raccomandargli sobrietà, meno clamore, e soprattutto attenzione a quello che dice in pubblico, insomma una lavata di testa mitigata dalla dichiarazione di grande fiducia.

Malan e il negazionismo climatico

Ha fatto discutere un tweet sui cambiamenti climatici del senatore Lucio Malan, presidente del gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia al Senato.

«Ragusa sotto la neve. Temperature rigide e fiocchi che imbiancano la città. Il riscaldamento globale non perdona!», ha scritto Malan su Twitter, commentando con sarcasmo la notizia delle recenti nevicate sulla città siciliana.

Malan dice di non mettere in dubbio l’aumento delle temperature a livello globale, ma sostiene che gli esseri umani non ne sono responsabili.

Ora è chiaro perché questa posizione è una delle più diffuse tra i negazionisti della responsabilità dell’uomo per i cambiamenti climatici.

I Maneskin si sono ‘sposati’

Non potevamo dimenticare i Maneskin, che qualche giorno addietro si sono ‘sposati’, pronunciando il loro ‘si’ tra veli e rose rosse.

In verità non si è ben capito come diavolo abbiano fatto a sposarsi: sembra che siano tre maschietti e una femminuccia, ma la cosa non ha molta importanza, piuttosto sembra che il matrimonio sia uno solo per i quattro, tanto per dire che c’è un vincolo tra loro, e, facendo salvo l’amore di gruppo, che ormai è diventato una costante che non scandalizza più nessuno, quando hanno bisogno di intimità la cercheranno con il disponibile di turno, beninteso da scegliere nel gruppo.

Insomma una specie di “Grande fratelli vip” limitato ai soli “Maneskin”.

Stavamo per dire “auguri e figli maschi”, ma che sbadati che siamo!

Ci limitiamo ai soli auguri, ma molto contenuti.

Anche perché, come ha detto qualche giorno fa il grande violinista Uto Ughi: “I Maneskin sono un insulto alla cultura e all’arte”: ben detto!

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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