E’ opinione comune che i delfini, insieme ai cani e ai cavalli, siano gli animali più intelligenti e più amicali di tutti.
Tant’è che essi vengono accompagnati ai bambini in quanto si affezionano ad essi e difficilmente si hanno sorprese.
Qualcuno potrebbe obiettare che vi sono casi, per fortuna limitatissimi, di violenza di cani nei confronti di bambini pure conosciuti, ma da quanto risulta parliamo di cani di razze particolarmente aggressive addestrati alla violenza.
E comunque non si è mai parlato di cavalli che abbiano fatto violenza a bambini, men che mai di delfini.
Ma il caso che sottoponiamo all’attenzione dei nostri lettori dimostra che i delfini, pesci giocherelloni che deliziano con le loro capriole, hanno una spiccata intelligenza, oseremmo dire furbizia, e lo dimostra quanto stiamo per raccontare.
I pescatori in Salento sono in crisi perché i delfini hanno cominciato a mangiare il pescato delle loro reti.
Nelle acque del Mar Ionio, al largo della costa salentina, i pescatori sono sempre più in difficoltà proprio a causa dei delfini.
La crescente presenza di questi mammiferi e la loro intelligenza, infatti, stanno mettendo in seria difficoltà il settore della pesca.
Diversi operatori del comparto, soprattutto a Porto Cesareo in provincia di Lecce, hanno denunciato l’impossibilità di svolgere il proprio lavoro in modo sostenibile.
I delfini, infatti, rompono le reti per mangiare il pesce lasciando i pescatori senza pescato e con le reti rotte.
Il fenomeno è legato alla moltiplicazione dei delfini nelle acque della zona.
Secondo quanto dichiarato dai pescatori, questi mammiferi marini, hanno iniziato a rappresentare una minaccia seria per le attività di pesca.
Le reti da pesca, soprattutto quelle utilizzate per la cattura delle rinomate triglie dello Ionio, vengono danneggiate dai delfini che le rompono per cibarsi del pescato all’interno; le triglie, infatti, sono diventate uno dei loro cibi preferiti che con abili manovre riescono a sottrarre dalle reti.
Per i pescatori questo costituisce un fatto molto grave non solo perché le reti subiscono ingenti danni materiali ma anche perché non possono più portare a casa il pescato e, quindi, anche i ricavi vengono a mancare; la situazione sta causando danni non solo ai pescatori ma a tutto l’indotto.
Molte imbarcazioni, infatti, piuttosto di uscire in mare, preferiscono rimanere ferme nei porti, anche in giornate ideali per la pesca.
A Porto Cesareo, ad esempio, i pescatori si rifiutano di uscire sapendo già che le probabilità di tornare con reti intatte e un carico di pesce sono davvero minime.
Antonio Settimo Colelli, Presidente della Cooperativa pescatori dello Ionio, ha inviato a Michele Emiliano, Presidente della Regione, e ai dirigenti del settore, una lettera con la quale, lamentandosi per questa particolare emergenza, richiama l’attenzione della politica sul un tema.
La sfida, infatti, si presenta come difficile e complessa dato che i delfini sono una parte fondamentale dell’ecosistema marino e la loro presenza è indice di un ambiente sano.
Allo stesso tempo, però, i pescatori devono poter proseguire con la loro attività.
Le parole del Presidente Colelli sono state riportate da ‘La Repubblica’: “Il nostro reddito ne sta risentendo gravemente e da oltre un mese il pesce catturato nelle reti viene totalmente depredato dai delfini procurando anche gravi danni alle attrezzature rendendole, spesso, inutilizzabili. Siamo sempre stati in prima linea per sperimentare ogni forma di salvaguardia delle specie protette e promuovere la pesca sostenibile –continua il presidente della Coop– ma ora siamo molto preoccupati.”
La situazione, infatti, è resa ancora più articolata dal fatto che, negli ultimi anni, i pescatori hanno smesso di impiegare equipaggiamenti pericolosi per i delfini come le reti dette ferrettare e spadare; sono reti particolari utilizzate per catturare grossi pesci, con le quali i delfini possono rimanere feriti anche seriamente.
L’introduzione di pratiche rispettose della incolumità dei delfini, però, ora sta causando al comparto pesca ingenti perdite, così i pescatori sperano si possano trovare nuove soluzioni utili.
Un altro aspetto critico riportato dai pescatori, infatti, riguarda l’inefficacia dei deterrenti usati, come i dissuasori forniti dalla Regione.
Secondo quanto riportato dai pescatori, i delfini hanno capito come funzionano; per questo non sono più spaventati dai dissuasori anzi questi risultano per loro un richiamo, un segno della presenza dei pescatori e, quindi, delle reti nella zona.
Vedremo come andrà a finire questa guerra impari; intanto, pure avendo molta considerazione per i pescatori, non possiamo non ammirare la intelligenza e la furbizia dei delfini.