scritto da Nino Maiorino - 16 Aprile 2021 11:56

I colori caotici della pandemia

Rimaniamo sempre più perplessi nel vedere, quotidianamente, come cambiano i colori delle Regioni e elle Provincie Autonome: variazioni sempre meno comprensibili.

Citiamo, come primo esempio, il caso eclatante della Sardegna, che è stata “gratificata”, nel giro di pochi giorni, di tutti i colori possibili.

Dopo essere stata nei giorni precedenti arancione, lunedì 1°marzo è diventata bianca, e tale è rimasta fino a domenica 21 marzo.

Ma lunedì 22 marzo è ridiventata arancione, per poi ripiombare nel rosso lunedì 12 aprile (senza considerare i tre giorni del sabato santo, pasqua e pasquetta nei quali tutta l’Italia è stata rossa).

Come sia stato possibile una cosa del genere in Sardegna è un mistero: possibile che in pochi giorni, in un periodo di bassissima stagione turistica, i sardi siano stati tanto imprudenti da accumulare un numero di contagiati tali da farla ripiombare nel rosso?

E cosa avverrà in altissima stagione turistica, quando in Sardegna sbarcheranno migliaia di turisti assetati di sole, mare e soprattutto divertimento? Non dimentichiamo cos’è avvenuto in quell’isola durante l’estate scorsa!

Ma ci sono ulteriori perplessità sulle colorazioni.

Siamo convinti che, per la Campania, la colorazione in rosso sia stata, diciamo così, spinta o incoraggiata dal Governatore De Luca perché estremamente preoccupato di non far crescere i contagi; se questo dubbio fosse fondato, De Luca formalmente andrebbe censurato, anche se sostanzialmente lo si deve elogiare.

Poi c’è il sistema inverso, quello sperimentato in Sicilia, dove i contagiati sembra venissero “spalmati” in più giorni; il termine non ci piace, preferiremmo che venisse usato solo per la Nutella a colazione, ma non se n’è trovato un altro che rendesse meglio.

Alla fine del periodo i contagiati risultavano sempre gli stessi, ma qualche giorno se ne toglieva qualcuno, qualche altro giorno lo si aggiungeva: come diceva Totò, “è la somma che fa il totale”, perifrasi letteralmente incomprensibile, ma che rende bene il concetto.

Ma allora a cosa servono questa colorazioni? sembrano solo una presa in giro che fa impazzire la gente!

Siamo molto dubbiosi su alcune cose.

La prima è che, a meno che non vi siano forzature da parte di qualche interessato, se i colori vengono mondificati in base ai famosi criteri, c’è qualcosa in essi che non va; maglie troppo larghe, o magari troppo strette, a seconda delle circostanze? e quali potrebbero essere queste circostanze?

La seconda considerazione è che molto probabilmente c’è chi alleggerisce o aggrava la situazione sulla base di valutazioni che non hanno niente a che vedere con i criteri automatici delle colorazioni.

Allora, se tanto mi dà tanto, a che servono questi criteri, a che servono questi colori, a cosa servono tutti gli arzigogoli che esperti e tecnici vari si inventano per complicarci la vita?

Bravo chi riesce a capirci qualcosa e a trovare una giustificazione a questo caos pandemico aggiuntivo.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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