scritto da Nino Maiorino - 14 Marzo 2024 07:09

Guerra in Ucraina? Ora è colpa di Kant!

Aenità russe

Se le inventano tutte gli strenui difensori del nuovo Zar russo, Vladimir Putin, pur di addossare ad altri la responsabilità del conflitto tra Russia e Ucraina, che da due anni sta devastando il paese invaso.

Tutto il mondo sa che Putin, dopo aver bugiardamente assicurato che non l’avrebbe fatto, il 24 febbraio del 2022 diede l’ordine al suo esercito di invadere l’Ucraina.

Premesso comunque che la responsabilità è interamente della Russia, e quindi di Putin, c’è sempre qualche personaggio che tende ad addossarla ad altri, come, ad esempio, Anton Alichanov, governatore dell’exclave russa di Kaliningrad, il quale ha affermato che “Immanuel Kant è direttamente legato alla guerra in Ucraina”; direttamente?

Insomma, ci sono persone che fanno i salti mortali per difendere il loro idolo, Putin, fino a scomodare Immanuel Kant, uno dei più grandi filosofi della storia; avessero tirato in ballo Nostradamus, c’era da farsene una ragione, visto che in quelle profezie può leggersi tutto ed il contrario di tutto, ma tirare in ballo Kant sembra, francamente, più di una amenità.

Il coinvolgimento di Kant nella guerra ucraina da parte di Anton Alichanov è stato riportato qualche settimana fa dal sito on-line “Pensierolibero.it”.

In questa “querelle” i personaggi coinvolti sono tre, il Filosofo tedesco Immanuel Kant, il dittatore russo Vladimir Putin, e il sedicente filosofo, politologo e difensore del dittatore, Anton Alichanov.

Parlare del filosofo Kant, posto che ne avessimo la capacità, sarebbe una impresa immane, non basterebbe tutta la memoria di questo giornale, e di chissà quanti altri; meglio rinunciare rinviando alle enciclopedie cartacee oppure on-line chi volesse conoscerlo meglio.

Di Vladimir Putin sappiamo abbastanza: della sua vita, della sua carriera politica, delle sue fobie e manie (ricordiamo il tavolone al quale si sedeva per ricevere gli ospiti che faceva sedere al lato opposto per paura di infettarsi), della sua crudele freddezza nella conduzione della questione ucraina (e di chissà quante altre vicende).

Rimane il terzo personaggio, la pietra dello scandalo, Anton Alichanov che ha dato origine a questa riflessione.

È chiaro che se egli avesse detto che la guerra in Ucraina è colpa di Zelensky, o di Biden, o della Nato o dell’UE, sarebbe rimasto nell’anonimato al quale è destinato, nessuno ne avrebbe parlato, perché non sarebbe balzato sul palcoscenico internazionale per la stupidità di quanto dichiarato.

Ma giacché l’ha detto, ha suscitato la nostra curiosità per cercare di capire quale sia il nesso che lo ha indotto a collegare Kant con Putin e con i disastri del mondo.

Ad arrogarsi il diritto di tirare in ballo Kant, come causa di tutti i mali della civiltà occidentale, sembra sia stata la coincidenza del luogo di nascita del filosofo: Kaliningrad appunto, che il 22 aprile del 1724, si chiamava ancora Königsberg ed era, allora, capitale della Prussia orientale.

Evidentemente il giovane Anton Alichanov (è nato nel settembre 1986) non conosceva ciò (ma non gliene facciamo una colpa) e, quando l’ha appreso, ha pensato bene di collegare quella nascita a tutti i mali del mondo.

Secondo il trentottenne governatore, improvvisatosi filosofo, sarebbe stata la filosofia tedesca, con la sua “empietà e mancanza di valori superiori” a portare, tra le altre cose, alla prima guerra mondiale.

Secondo quanto riportato da Meduza, quotidiano indipendente on line in lingua russa con sede a Riga capitale della Lettonia,  Alichanov, riferendosi alla guerra in Ucraina, avrebbe affermato che proprio nella ‘Critica della ragion pura’ e nella ‘Fondazione della metafisica della morale’ di Kant si trovano i fondamenti etici e valoriali del conflitto in corso.

“Kant – ha proseguito Alichanov – è il creatore del blocco occidentale che, plasmato dagli Stati Uniti a propria immagine, è l’impero della menzogna”.

“Per l’Occidente, ha aggiunto, Kant è il padre di quasi tutto, inclusi l’idea di libertà, del ruolo della legge, del liberalismo, del razionalismo e persino dell’idea di Unione Europea”.

A tutto ciò ribatte “Pensierolibero.it”.

“Senza la pretesa di misurarci in materia con il governatore-filosofo, ma più modestamente facendo ricorso a lontani ricordi liceali, vorremmo ricordare ad Anton Alichanov, pochi e semplici ma fondamentali concetti kantiani.

Per Kant “l’etica funge da diga morale per arginare le conseguenze, potenzialmente catastrofiche, di un egoismo dilagante”: un concetto che Alichanov, se ne avesse il coraggio, potrebbe spiegare a Putin ed ai suoi oligarchi.

Quanto al Diritto, Kant afferma che “è l’insieme delle condizioni, per mezzo della quali il libero arbitrio di uno può accordarsi con il libero arbitrio di un altro, secondo la legge universale della libertà”.

La libertà di ognuno, cioè, coesiste con la libertà dell’altro e, ovviamente, “l’uomo, secondo Kant, può avere solo un padrone, cioè il Diritto stesso”.

L’ uomo è libero in quanto uomo, tutti gli uomini sono uguali di fronte alla legge ed ogni individuo è indipendente in quanto cittadino.

Concetti certamente duri per le orecchie di Putin e dei suoi entusiasti vassalli ma che, in futuro, potrebbero tornare utili allo stesso governatore- filosofo ed al popolo russo.

È quanto auguriamo a tutti loro.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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