scritto da Nino Maiorino - 14 Ottobre 2023 07:34

Guardati dal cane pazzo

La guerra tra Israele e i Palestinesi, provocata, come di consueto, da questi ultimi, coordinati questa volta dall’Iran, ha provocato centinaia di morti e feriti, in conseguenza di azioni che non si erano mai verificate da decenni a questa parte, nemmeno nel 1967 in occasione delle azioni belliche, intraprese dall’Egitto, Siria e Giordania contro Israele.

L’odio contro Israele, bene orchestrato anche nel nostro paese da organizzazioni della sinistra estrema, fa dimenticare alcuni argomenti fondamentali per capire il problema.

Il primo è legato al calvario sofferto nei secoli dagli ebrei, inizialmente accusati di essere stati gli assassini di Gesù Cristo, crimine per espiare il quale sono andati nomadi per il mondo, sopportati malvolentieri dai paesi che li ospitavano, e hanno sempre dovuto crearsi il loro spazio vitale battagliando; e solo la loro perseveranza e il loro saper fare hanno ad essi consentito di sopravvivere.

Il secondo è che gli ebrei hanno subito sempre discriminazioni, e nello scorso secolo sono stati duramente perseguitati fino alla Shoah, allo sterminio nei famigerati campi ad opera dei nazisti.

Il terzo argomento è che solo dopo la seconda guerra mondiale essi sono riusciti ad avere assegnato un territorio in cui creare il loro stato, assegnazione avvenuta da parte delle potenze mondiali vincitrici della guerra, che finalmente si posero il problema, probabilmente spinti anche dall’orrore scoperto nei campi di sterminio; per porre rimedio agli scontri tra ebrei e arabi palestinesi, nel 1947 l’Assemblea generale della Nazioni Unite approvò un piano di ripartizione della Palestina il quale prevedeva la costituzione di uno Stato ebraico e di uno Stato arabo; lo Stato d’Israele fu proclamato il 14 maggio del 1948.

I Palestinesi, a gli Arabi in generale, non hanno mai accettato tale decisione, e allora furono piantati i semi di una guerra che dura da quarantacinque anni e che ha avuto il feroce epilogo di sabato 7 ottobre scorso quando Israele ha dovuto subire un attacco drammatico da parte dei palestinesi, con il lancio di oltre cinquemila razzi sparati dalla striscia di Gaza contro i kibbutz ebraici dislocati al confine con la stessa, con il sequestro degli ebrei che abitavano in quei villaggi, sottoposti alle violenze inaudite che tutti i giornali hanno raccontato e documentato, molti dei quali ammazzati anche con metodi orrendi, con bambini vittime di una nuova strage degli innocenti, e centinaia di ebrei sequestrati per essere utilizzati come merce di scambio per la liberazione dei palestinesi detenuti nelle prigioni israeliane.

Ma quell’odio fa dimenticare altre due cose importanti, e cioè che già nel 930 a.C. il regno di Giuda e d’Israele era stato fondato alla morte di Re Salomone dalla scissione delle tribù settentrionali.

Ultima cosa importante è che la popolazione dell’attuale Stato di Israele conta solamente 3,5 milioni di abitanti, circondati da 354.milioni circa di arabi, molti dei quali sono determinati a distruggerlo.

È palese che Israele, se non avesse l’appoggio di tante importanti potenze mondiali, prima tra tutte gli USA, non potrebbe sopravvivere, ma è altrettanto chiaro che se non avesse uno stato forte e determinato, e un esercito organizzato, bene armato e determinato, non avrebbe potuto sopravvivere.

Uno degli esempi della ottima organizzazione militare fu la oramai famosa “guerra dei sei giorni”, sei giorni che consentirono all’esercitò, guidato dal pure famoso generale Moshe Dayan, di mortificare quelli dell’Egitto, della Siria e della Giordania, e a seguito della quale Israele occupò la Striscia di Gaza e il Sinai sottraendoli all’Egitto, la Cisgiordania e la parte araba di Gerusalemme, e gli altopiani del Golan sottraendoli alla Siria, ritenuti utili per la sua sicurezza futura.

È chiaro che la violenza subita da Israele sabato 7 scorso non potrà non provocare una sua reazione durissima, sia per contrastare le attuali forze palestinesi che, con l’aiuto dell’Iran, sperano di dare agli ebrei il colpo di grazia, sia per confermare ancora una volta il principio che per il futuro di quella zona è prevista solo una convivenza pacifica di due stati separati e sovrani, che, volenti o nolenti, dovranno convivere.

E vogliamo concludere questo breve commento citando un aforisma di Moshe Dayan, che Lucio Caracciolo ha ricordato in un suo articolo pubblicato mercoledì 11 ottobre (interessante leggere il pezzo completo che si può trovare cliccando sul link “ khttps://www.repubblica.it/commenti/2023/10/11/news/guerra_israele_hamas_ucraina_nagorno_karabakh-417562194/ ”): “Dobbiamo essere percepiti dal nemico come un cane pazzo, troppo pericoloso per essere disturbato”.

Attendiamo ora la reazione del “cane pazzo”.

 

 

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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