Nei tempi previsti, due settimane, Mario Draghi è riuscito a formare il Governo, sulle direttive del Presidente Mattarella.
Molti avevano inizialmente scommesso sul flop, evidentemente sottovalutando Draghi, la sua esperienza e le sue capacità aggregative; se non avesse avuto queste qualità non avrebbe potuto guidare tante importanti Istituzioni, ultima delle quali la Banca Centrale Europea, che numerosi benefici ha portato a tutti i paesi dell’Unione, particolarmente al nostro, prendendo decisioni a dir poco sensazionali nonostante le opposizioni di qualche paese intransigente.
Sono certo che resterà in carica fino alla fine della legislatura, sperando che alle prossime elezioni alla Presidenza della Repubblica venga confermato per qualche altro anno, come avvenne con Napolitano, Sergio Mattarella; se però Mattarella deciderà di non proseguire, Draghi potrebbe essere il suo sostituto, ma a quel punto lo scenario sarà diverso e imprevedibile.
Mario Draghi è tutt’altro che uno sprovveduto, e il sapiente dosaggio dei Ministri lo dimostra.
Ventitré Ministri, molti senza portafoglio, tra tecnici e politici, ma con otto super tecnici nei Ministeri chiave.
Qualche giorno fa, nel seguire l’andamento dei colloqui che Draghi teneva con gli esponenti dei vari partiti, h0 definito Draghi “il domatore”, perché tutti, dalla destra alla sinistra, sembravano accondiscendere alla sua linea di condotta, tutti agnellini che facevano dichiarazioni le quali smentivano anni di loro etica partitica.
Si può dire che i soli coerenti sia stato FdI della Meloni, che dall’inizio ha detto no e così è stato, e una parte del M5S; questo è stato il partito che ha sofferto di più, barcamenandosi tra tanti intoppi, e una forte opposizione interna, poi ha preso tempo con la votazione, ambigua, sulla Piattaforma Rousseau, alla fine è venuto fuori un consenso di circa il 60% a Draghi, ma ora i dissenzienti, capeggiati da Di Battista, dovranno decidere cosa fare in futuro; frattanto Di Battista sembra definitivamente aver dato l’addio ai grillini, minacciando di formare un suo movimento: si vedrà.
Trovo comunque abbastanza stucchevoli le critiche, i mugugni e i parziali dissensi che molti esprimono ora, e sono in sintonia con il nostro Direttore che Draghi non potesse fare di meglio.
E non vorrei che tutte le “pecorelle” che finora hanno appoggiato Draghi, avessero smesso di litigare fuori del Governo per poi farlo all’interno, come ha ipotizzato Gennarino Pandemia nel suo ultimo colloquio telefonico simulato proprio col Premier.
C’è da fare qualche considerazioni in merito alle due settimane che hanno preceduto il varo del Governo di Mario Draghi.
Come ha scritto qualche giorno fa Michele Ainis, Giurista e Costituzionalista, mai come questa volta Mattarella e Draghi hanno agito in conformità all’art. 95 della Costituzione.
Per la formazione dei due precedenti governi, il Conte-I ed il Conte-II, la Costituzione è stata totalmente ignorata.
Ricordiamo infatti che la formazione del primo avvenne dopo che i partiti della coalizione, M5S e Lega, si erano messi d’accordo su cosa fare e avevano definito il loro programma; poi Di Maio e Salvini bisticciarono su chi dovesse essere tra loro due il Premier e alla fine, mancando l’accordo, andarono alla ricerca di un Premier esterno e il futuro Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, presentò Giuseppe Conte il quale divenne il Capo del Governo con un programma non suo: una procedura del tutto anticostituzionale che in parte venne seguita anche per il Conte-II, sebbene in maniera più attenuata.
Mario Draghi, certamente guidato anche dal Presidente Mattarella, ha rispettato quasi alla lettera il dettato costituzionale; ha ascoltato tutti, parlando pochissimo, poi ha stilato il programma, poi ha scelto i Ministri, poi formalmente ha sciolto la riserva accettando l’incarico presentando la lista dei Ministri al Presidente Mattarella, poi i Ministri hanno giurato.
Ufficialmente ancora non si sa effettivamente quale sia il suo programma, che esporrà al Parlamento per avere la fiducia: un percorso lineare.
Sappiamo che Mario Draghi la fiducia l’avrà, perché tutti i partiti, ad eccezione di FdI, lo sosterranno. Speriamo solo che non accada ciò che ha detto Gennarino Pandemia, e che i partiti che lo sostengono non inizino a bisticciare dentro il governo.
Andiamo ora ad elencare da chi è formato il Governo Draghi.
Mario DRAGHI
Tecnico – Presidente del Consiglio dei Ministri
Roberto GAROFOLI
Tecnico – Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
Federico D’INCÀ
Movimento 5 Stelle – Ministro per i Rapporti con il Parlamento
Vittorio COLAO
Tecnico – Ministro per l’Innovazione Tecnologica e Transizione Digitale.
Mara CARFAGNA
Forza Italia – Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale.
Mariastella GELMINI
Forza Italia – Ministro per le Autonomie e gli Affari Regionali
Renato BRUNETTA
Forza Italia – Ministro per la Pubblica Amministrazione
Fabiana DADONE
Movimento 5 Stelle – Ministro per le Politiche Giovanili.
Elena BONETTI
Italia Viva – Ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia.
Erika STEFANI
Lega/Salvini Premier – Ministro per la Disabilità.
Luigi DI MAIO
Movimento 5 Stelle – Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Luciana LAMORGESE
Tecnico – Ministro dell’Interno.
Marta CARTABIA
Tecnico – Ministro della Giustizia.
Lorenzo GUERINI
Partito Democratico – Ministro della Difesa.
Daniele FRANCO
Tecnico – Ministro dell’Economia e delle Finanze.
Giancarlo GIORGETTI
Lega/Salvini Premier – Ministro dello Sviluppo Economico.
Enrico GIOVANNINI
Tecnico – Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Stefano PATUANELLI
Movimento 5 Stelle – Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.
Roberto CINGOLANI
Tecnico – Ministro della Transizione Ecologica.
Andrea ORLANDO
Partito Democratico – Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Patrizio BIANCHI
Tecnico – Ministro dell’Istruzione.
Cristina MESSA
Tecnico – Ministro dell’Università e della Ricerca.
Dario FRANCESCHINI
Partito Democratico – Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo.
Massimo GARAVAGLIA
Lega/Salvini Premier – Ministro per il Turismo.
Roberto SPERANZA
Liberi e Uguali – Ministro della Salute.
Come si vede c’è stato un attento dosaggio tra ex e nuovi, tra politici e tecnici, con i Ministeri chiave affidati prevalentemente a questi ultimi.
Scaramanticamente evito di indicare il curriculum professionale e politico di ciascuno di essi, eventualmente lo faremo dopo che il Governo avrà ottenuto la fiducia.