Questo articolo vogliamo dedicarlo ai tanti ignoranti, non sappiamo come altro definirli, certamente non in buona fede, che da qualche tempo si ostinano a disprezzare in tutti i modi, a volte con frasi ingiuriose che sconfinando nel vilipendio, Giuseppe Garibaldi, specialmente sui social, e lo accusano di reato per aver contribuito in maniera determinante alla unità d’Italia cosa che, per una schiera di nostalgici del Regno delle Due Sicilie e della dinastia borbonica, è stato un grande delitto.
Massimo rispetto per le idee dei neo-borbonici, ognuno è libero di pensarla come vuole, anche se è anacronistico, a distanza di oltre 160 anni, andare a mettere in discussione una serie di eventi storici che, in definitiva, hanno creato un grande paese come l’Italia.
Fra l’altro la decontestualizzazione degli eventi è una cosa incomprensibile, perché non fa capire come all’epoca i tempi fossero ormai maturi per unire i tanti stati e staterelli, tra i quali solo il Regno delle Due Sicilie poteva definirsi uno stato, e creare questo nostro grande paese, certamente non l’ultimo dell’Europa e del mondo occidentale, laddove in precedenza esistevano solo staterelli in lotta l’uno contro l’altro.
I detrattori di Giuseppe Garibaldi sostengono, tra le varie fandonie, che fosse solo un mercenario prezzolato a disposizione di chiunque lo pagasse meglio, e hanno tirato in ballo pure la moglie Anita, che a loro dire sarebbe stata una vittima addirittura violentata e comprata da Garibaldi, che l’avrebbe resa schiava e tiranneggiata.
È evidente l’ignoranza non solo storica di questi detrattori, ma anche la loro malafede, perché basta andare su qualsiasi testo di storia, o enciclopedia, per acculturarsi.
Un uomo, che ha poi dimostrato per tutta la vita quello che valeva, può ben presentarsi con la dichiarazione che fece ad Alexandre Dumas, ricavata da Emile Barrault, riportata nelle sue memorie: “Un uomo che, facendosi cosmopolita, adotta l’umanità come patria e va ad offrire la sua spada e il suo sangue a ogni popolo che lotta contro la tirannia, è più di un soldato: è un eroe”.
Nelle sue Memorie avrebbe poi scritto: “Certo non provò Colombo tanta soddisfazione nella scoperta dell’America, come ne provai io al ritrovare chi s’occupasse della redenzione patria”.
Ma chi era effettivamente Giuseppe Garibaldi, chiamato anche l’ “Eroe dei due Mondi”, per le imprese militari compiute non solo in Europa ma anche nell’America meridionale.
Giuseppe Maria Garibaldi era nato a Nizza, 4 luglio 1807, morì a 75 anni alla La Maddalena il 2 giugno 1882.
Che sia stato Generale, Patriota, Condottiero e Scrittore italiano e una figura rilevante del Risorgimento, uno dei personaggi storici più celebrati della sua epoca, ormai nessuno lo mette in dubbio.
La vita di questo personaggio è una lunga sequenza di attività, da quando ragazzo, tentò di fuggire per mare verso Genova con tre suoi compagni perché il padre voleva avviarlo alla professione di avvocato, medico o sacerdote, cosa che egli rifiutava perché non amava gli studi, era più portato per l’azione, l’avventura, specialmente in mare; la sua fuga venne scoperta da un sacerdote ed egli fu riportato a casa, ma non ci rimase per molto tempo; non ha mai amato il clero, probabilmente per questo episodio.
Che sia stato Massone è un fatto certo, anzi fu propugnatore dell’accoglimento nella Massoneria anche delle donne, il che sta a indicare che era di idee aperte, specialmente per quei tempi, se si pensa che ancora oggi le donne nella Massoneria non sono ammesse.
La sua vita è stata una continua avventura, e non vogliamo tediare i lettori riportandola tutta, ci limitiamo ad elencare quello che fa fatto:
- 1821: è iscritto nei registri dei marinai;
- 1824: primo viaggio in mare verso il Mediterraneo Orientale;
- 1833: a Taganrog entra in contatto con i mazziniani;
- 1834: partecipa ai moti di Genova;
- 1835: parte esule da Marsiglia verso il Sud America;
- 1839: combatte con il Rio Grande do Sul contro il Brasile centralista;
- 1839: incontra Anita, che sposerà nel 1842e dalla quale avrà 4 figli (Menotti nel 1840, Rosita nel 1843, Teresita nel 1845 e Ricciotti nel 1847);
- 1843: combatte con i “Colorados” uruguaiani alleati con gli Unitari argentini contro i “Blancos” dell’ex presidente uruguaiano Oribe, alleati con i federalisti argentini di Rosas;
- 1849: combatte per la difesa della Repubblica Romana. Il 4 agosto, presso Ravenna, muore la moglie Anita;
- 1852: si reca da Lima (Perù) a Canton (colonia del Portogallo sulla costa cinese) per commerciare guano;
- 1859: partecipa alla Seconda guerra d’Indipendenza come generale dell’esercito piemontese, al comando dei Cacciatori delle Alpi;
- 1860: spedizione dei Mille;
- 1862: nell’intento di liberare Roma, parte dalla Sicilia con 2,mila volontari, ma è fermato sull’Aspromonte;
- 1864: si reca a Londra, dove è accolto trionfalmente e incontra Henry John Temple, III visconte Palmerstone Giuseppe Mazzini;
- 1866: Partecipa alla Terza guerra d’Indipendenza. Comanda un corpo di volontari che combatte in Trentino. Sconfigge gli austriaci a Bezzecca;
- Viene eletto alle elezioni politiche nel collegio di Lendinara-Occhiobello, anche se poi optò per il suo vecchio collegio di Andria, e al suo posto venne eletto Giovanni Acerbi;
- 1867: settembre partecipa a Ginevra al Congresso per la pace;
- A ottobre si mette a capo dei volontari che hanno invaso il Lazio, ma viene fermato il 3 novembre a Mentana;
- 1870–71: partecipa alla guerra franco-prussianaa fianco dei francesi;
- 1874: viene eletto deputato del Regno;
- 1879: fonda a Roma la Lega della Democrazia.
Inoltre è Deputato della Repubblica Romana all’inizio del 1849, eletto nel Collegio di Macerata, è Deputato del Regno di Sardegna nella I, VI e VII legislatura, è Deputato del Regno d’Italia in vari Collegi, nella VIII, IX, X, XII, XIII e XIV legislatura, è Dittatore della Sicilia dal maggio a dicembre 1860, nel 1868 viene eletto Deputato della Repubblica francese nel febbraio 1871, iscritto alla Giovane Italia dal 1831 al 1848, al Partito d’Azione dal 1853 al 1867, alla Sinistra storica dal 1867 al 1877, e all’Estrema sinistra storica dal 1877 al 1882.
Chi è interessato a saperne di più, può leggere un buon libro di Storia o una buona Enciclopedia.
Per chiudere questa sintetica ricostruzione, tendente solo a stabilire la verità storica, è opportuno un ricordo di Anita Garibaldi, all’anagrafe Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva, nata in Brasile il 30 agosto 1821, che è stata una rivoluzionaria brasiliana ed eroina del Risorgimento italiano.
A 14 anni le era stato imposto un matrimonio per esigenze economiche.
Era una amazzone molto abile, e partecipò alle lotte per la indipendenza della sua terra dall’Impero portoghese.
Conobbe Garibaldi a 18 anni, fu subito un grande amore, furono costretti a fuggire a Montevideo dove si sposarono, nacquero quattro figli.
Le rivoluzioni scoppiate in Europa nel 1848 furono un forte richiamo per Giuseppe, ma anche per Anita, la quale non volle limitarsi alla cura dei figli, ma volle combattere a fianco del marito.
Nel 1849, sulle barricate a difesa della Repubblica Romana c’era anche Anita, incinta di sei mesi e già malata. Vennero sconfitti e, ritiratisi verso Venezia, Anita, sfinita e aggravata, morì nei pressi delle Valli di Comacchio, il 4 agosto 1849, a soli 28 anni.
Anita e Giuseppe si amarono molto, lei fu sempre al fianco del marito in tutte le battaglie, la morte di Anita fu per Garibaldi un grande dolore, aveva perduto non solo la moglie, ma la compagna della sua vita.