scritto da Nino Maiorino - 01 Maggio 2023 07:14

Elly Schlein e l’Armocromia

Elly Schlein (foto tratta dal profilo Fb)

La Caporetto del Pd

 A livello personale ci saremmo vergognati se a qualcuno fosse venuto in mente di fare ciò che ha fatto la Schlein, neo Deputata e neo Segretaria del P.D.

Elly Schlein improvvisamente è comparsa sul palcoscenico del partito, ha conquistato tutti con la sua semplicità, le idee e le parole chiare.

E il popolo degli smarriti, lasciati da Enrico Letta dopo il brutto risultato delle elezioni politiche del settembre scorso, le ha dato fiducia.

Con la speranza che una giovane, con la faccia pulita, che esprime con parole semplici i valori di un partito oramai staccato dall’elettorato, e proclama di voler garantire anche i diritti degli ultimi, avrebbe potuto dare una vera svolta al P.D..

Temiamo che non sarà così, e che gli elettori del Pd si sentiranno nuovamente traditi e abbandonati a se stessi.

Temiamo che il PD abbia perso la bussola già da tempo: la guida di Letta si è rivelata quasi un disastro, la candidatura di Bonaccini, da molti ben vista, è stata surclassata dalla Schlein, e Bonaccini ha dovuto ripiegare sul ruolo di Presidente.

Elly Schlein è partita bene, e finora non ha espresso negatività: finora…

Ma gli avvenimenti degli ultimi giorni suscitano stupore e scalpore, pochi avrebbero immaginato la sua caduta di tono.

Ma cos’è che ha indignato?

Semplice: la vicenda dell’Armocromia.

Che a prima vista sembra una banalità, ma che, a ben riflettere, mostra una clamorosa mancanza di sensibilità.

Qualche giorno addietro, Antonio Padellaro de “Il fatto quotidiano”, in occasione del mancata approvazione del DEF per assenza di 45 parlamentari che ha causato la mancanza del numero legale in aula, ha accusato gli stessi di “supponenza” (atteggiamento o contegno improntato ad altezzosità e arroganza), nel senso di supporre che, conquistato il seggio, possano fare ciò che vogliono, compreso l’avere un comportamento che dimostra non solo la loro ignoranza, ma anche la mancanza del senso dello stato.

Non vorremmo che anche Elly Schlein fosse arrivata a tanto, ma la vicenda della Armocromia ci fa temere proprio questo; e non per il fatto in sé, ma per l’incredibile ingenuità della protagonista.

L’Armocromia è un neologismo che, secondo Treccani, è formato dal termine “armo(nia)” al quale si aggiunge il confisso “cromia”: in pratica l’armonia dei colori, che tende ad orientare ciascun individuo alla scelta degli stessi nell’abbigliamento, ma non solo: si pensi, ad esempio, alla colorazione dei capelli per dare al viso un maggior risalto.

L’Armocromia è il primo passo della consulenza di immagine, ed è una disciplina che permette di individuare la tavolozza cromatica ideale per ciascuno di noi, ovvero i colori che ci valorizzano, attraverso l’analisi della combinazione di pelle, occhi e capelli.

Non è una “scienza” nuova, in quanto già all’inizio del 1800 il chimico francese Michel Eugène Chevreul, nominato direttore della tintura presso la Manifattura del Gobelin di Parigi, dopo varie lamentele sui contrasti dei colori delle tinture, appurò che il problema non era chimico ma ottico.

Il che sta a significare che ciascun individuo “si vede” bene con un abito di un determinato colore, e male con quello di un altro colore.

Il che è di facile comprensione, e specialmente le donne, nella scelta di un abito, scartano immediatamente quelli di alcuni colori, nei quali non si sentono a loro agio.

 

Il problema è che, mentre la maggioranza delle persone fanno questa scelta in maniera spontanea, altre sono indotte ad avvalersi di specialisti del campo, a volte gli stessi venditori, e a volte, come nel caso della Schlein, di consulenti che si fanno lautamente pagare, come quella che le fa da consulente, Enrica Chicchio.

Ed è proprio questo il problema: mai avremmo immaginato che la Schlein, rappresentante di quella parte degli elettori che comprende anche persone umili, di estrazione popolare, gente abituata a tirare la cinghia in tutte le occasioni, che vivacchia con una pensione minima, che si arrangia per sopravvivere, potesse sperperare centinaia di euro all’ora per far curare la sua immagine da una specialista la quale, in quanto tale, si fa legittimamente pagare, e in qualche ora riesce a guadagnare quanto un poveraccio guadagna in un mese, magari anche di più.

E inoltre lo va pure a dire in giro, e se ne vanta in una intervista rilasciata ad un periodico di élite, certamente non alla portata di quei poveracci che essa vuole riconquistare e difendere.

Ma quale credibilità le possiamo dare?

Era proprio opportuno che si comportasse come ha fatto?

Quanti elettori ha perso la Schlein col suo comportamento?

Tutti noi dobbiamo saper valutare costi e benefici, in qualsiasi occasione, a nessuno è consentito abbandonare questo criterio se intende conseguire risultati, e ai politici men che meno: meraviglia che la Schlein abbia commesso tale sciocchezza.

Al suo livello sarebbe stato preferibile che avesse agito con un po’ di “sana” ipocrisia, farsi guidare dalla esperta, pagarla ma tacere.

E dalla “caciara” fatta dai media, estrapoliamo due posizioni che pienamente condividiamo.

Quella delle ACLI di Bologna, per la quale il servizio su Vogue è un errore “grande come una casa, con che faccia parla alle famiglie in difficoltà?”.

L’altra presa di posizione è stata quella di Giuseppe Cruciani il quale, nella sua trasmissione serale “La Zanzara” del 27 aprile ha detto: “”La nuova leader del PD si dice di sinistra, vuole riportare la sinistra al governo, il popolo, i lavoratori, e cos’è che rivela? Che ha una consulente d’immagine esperta in Armocromia. I colori inverno, amico mio! Ma come cazzo si fa?!”.

Cruciani è un giornalista–opinionista particolarmente sboccato, ma come si fa a dargli torto?

 

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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