Si avvicina a grandi passi il giorno delle elezioni politiche, domenica 25 settembre 2022.
Ormai i giochi sono fatti, le critiche pure, ma i partiti, a destra e a sinistra, nonostante si affannino a dichiarare unità di intenti nell’ambito dei rispettivi schieramenti, sono sempre più divisi: di questo dovranno poi rendere conto al popolo, agli elettori sempre più frastornati, e ciascun candidato anche alla propria coscienza, se glie n’è rimasto un briciolo.
A questo punto a noi cronisti non rimane altro che dare qualche indicazione su come votare, sul complicato funzionamento della legge elettorale, denominata Rosatellum, nome derivante dal parlamentare Ettore Rosato che l’ha concepita.
Vedremo poi, a elezioni concluse, come avrà funzionato l’attuale Rosatellum, alla luce della riduzione dei parlamentari a 600, rispetto ai 945 precedenti, della ridefinizione dei collegi, e del meccanismo della fusione dei sistemi maggioritario proporzionale: tutta una incognita.
Frattanto partiamo dalle schede che gli elettori si troveranno in mano quando si recheranno ai seggi elettorali.
Saranno due, una per l’elezione dei Deputati (scheda di colore ROSA), e una per la elezione dei Senatori (scheda di colore GIALLO), come i fac-simile delle stesse, diffusi dalla Direzione centrale per i Servizi elettorali del Viminale.
Esse riguardano i 146 collegi uninominali per l’elezione della Camera dei deputati, i 67 collegi uninominali per l’elezione del Senato della Repubblica ed i relativi collegi plurinominali (49 per la Camera, 26 per il Senato) per l’assegnazione proporzionale dei seggi.
Vediamo qui di seguito come si vota, solo domenica 25 settembre; gli elettori devono recarsi al proprio seggio elettorale dalle ore 7 fino alle ore 23, muniti del certificato elettorale e di un documento di identità.
Se la tessera elettorale è piena perché sono esauriti i 18 spazi previsti, oppure se è stata smarrita, può essere rinnovata, gratuitamente, presso l’Ufficio elettorale del Comune di residenza, sia la domenica 25, durante l’orario delle votazioni, ma anche venerdì 23 e sabato 24 dalle ore 9,00 alle ore 18,00.
Sulle due schede che verranno consegnate al seggio elettorale è stampato il nome del candidato nel collegio uninominale e, per il collegio plurinominale, il contrassegno di ciascuna lista o i contrassegni delle liste in coalizione ad esso collegate.
Il voto si esprime tracciando un segno sul contrassegno della lista prescelta ed è espresso per tale lista e per il candidato uninominale ad essa collegato.
Se è tracciato un segno sul nome del candidato uninominale il voto è espresso anche per la lista ad esso collegata: nel caso di più liste collegate, il voto è ripartito tra le liste della coalizione in proporzione ai voti ottenuti nel collegio.
Ma attenzione: se l’elettore traccia un segno sul rettangolo contenente il nominativo del candidato uninominale e un segno su un rettangolo contenente il contrassegno di una lista cui il candidato non sia collegato, il voto è nullo, in quanto, sia per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, non è previsto il voto disgiunto.
Si può votare anche una sola delle liste collegate in modo da votare il partito: ad esempio, se si vuole votare il candidato del PD Pinco Pallino lo si deve votare sul simbolo del PD, in questo caso in automatico il voto va anche al candidato dell’uninominale collegato; insomma, c’è comunque la possibilità di votare una lista di partito tra quelle collegate.
Attenzione a non tracciare nessun altro segno sulla scheda, pena l’annullamento.
Non è consentito fotografare la scheda votata, anzi la legge vieta espressamente che all’interno della cabina elettorale si possano introdurre telefoni e ogni altro strumento idoneo a scattare foto e video, perché il voto è personale e segreto e non può essere divulgato o, peggio ancora, pubblicato sui social network.
La ragione del divieto è impedire il fenomeno del “voto di scambio” e i brogli elettorali di qualsiasi genere.
Inoltre fare la foto al voto è reato anche se l’immagine non viene divulgata e resta nell’archivio personale dell’elettore. Ciò vale per ogni tipologia di appuntamento elettorale quindi elezioni amministrative, politiche, regionali e referendarie.
Se si trasgredisce a tale divieto si rischia l’incriminazione in base al codice penale (arresto da tre a sei mesi, e sanzione amministrativa da 75 a 225 euro) e l’ammenda da 300 a 1000 euro.
Prima di entrare in cabina elettorale è opportuno lasciare il telefono fuori sotto la vigilanza degli scrutatori; questo potrà essere recuperato dopo aver inserito la scheda nell’urna.
In questo articolo parliamo di come funziona la legge elettorale, la Rosatellum, cosa sono i collegi uninominali e plurinominali e come funzionano, e perché si parla di liste bloccate.
Ogni lista singola e ogni coalizione potrà presentare un solo nome per il collegio uninominale, mentre per i collegi plurinominali ogni partito, anche quelli all’interno di una coalizione, presenta una lista di candidati che può andare da un minimo di 2 a un massimo di 4 candidati. Queste liste vengono definite liste corte bloccate, o listini bloccati.
Ai fini dell’elezione della Camera dei Deputati, il territorio nazionale è diviso in 28 circoscrizioni elettorali, 14 di queste coincidono con una Regione, mentre nelle Regioni più popolose corrispondono a una o più Province.
In particolare la Lombardia ha 4 circoscrizioni mentre Piemonte, Sicilia, Campania, Veneto e Lazio ne hanno due.
L’elezione del Senato, invece, avviene su base regionale. I seggi sono divisi, in un numero proporzionale alla popolazione residente, in 20 circoscrizioni regionali, una per ogni Regione.
Alle circoscrizioni nazionali si aggiunge anche la Circoscrizione Estero, divisa nelle quattro ripartizioni: Europa; America Meridionale; America Settentrionale e Centrale; Africa, Asia, Oceania e Antartide.
La Circoscrizione Estero raccoglie i voti degli italiani residenti al di fuori del territorio nazionale, ed elegge 8 deputati e 4 senatori; alla Circoscrizione Estero non si applica il sistema misto, ma i seggi vengono assegnati su base proporzionale.
Per la Camera, il numero di deputati da eleggere è di 400, dei quali 8 eletti nella circoscrizione estero. I 3/8 dei seggi sono assegnati nei collegi uninominali, con formula maggioritaria, in cui è proclamato eletto il candidato più votato. Con l’eccezione di quello della Valle d’Aosta, che è costituita in un unico collegio uninominale, i restanti 245 seggi sono attribuiti con metodo proporzionale a livello nazionale in 49 collegi plurinominali.
Per il Senato, il numero di senatori da eleggere è di 200, di cui 4 nella circoscrizione estero. I 3/8 dei seggi sono assegnati nei collegi uninominali, con formula maggioritaria, in cui è proclamato eletto il candidato più votato. Con l’eccezione dei collegi uninominali delle regioni che eleggono un solo senatore (Valle d’Aosta) e quelli del Trentino-Alto Adige (che elegge 6 senatori solo con sistema uninominale), i restanti 122 seggi sono assegnati, in ciascuna regione, nell’ambito di 26 collegi plurinominali, con il metodo proporzionale dei quozienti interi e dei maggiori resti, tra le liste e le coalizioni di liste che hanno superato la soglia di sbarramento.
Otterranno dei seggi solo quei partiti che supereranno la soglia di sbarramento.
In particolare, accedono alla ripartizione dei seggi:
- le liste singole che hanno ottenuto più del 3% di voti a livello nazionale;
- le coalizioni che hanno ottenuto più del 10% di voti a livello nazionale, purché al suo interno ci sia almeno una lista che abbia superato da sola la soglia del 3%.
Una volta che sarà stato stabilito quanti seggi spettano a livello nazionale a coalizioni e liste, si procederà prima a ripartire i seggi tra liste singole e coalizioni, e poi si ripartiranno quelli all’interno delle coalizioni. Se una lista all’interno di una coalizione non ha superato la soglia del 3% ma ha comunque ottenuto almeno l’1% dei voti validi, questi saranno ripartiti tra gli altri componenti della coalizione che hanno superato la soglia di sbarramento e non andranno quindi dispersi.
Per quanto riguarda la garanzia di una corretta rappresentanza della parità di genere, il Rosatellum prevede che nelle liste bloccate per i collegi plurinominali i candidati debbano essere presentati in ordine alternato per sesso.
Inoltre, sia per quanto riguarda i collegi uninominali che per i capilista dei collegi plurinominali, ciascun genere non può essere rappresentato in misura superiore al 60%.
Ci rendiamo conto che non è semplice, ma purtroppo è così.