Ormai è definitivo: Fabio Fazio lascia la Rai per traslocare su Discovery.
Da oltre una settimana questa notizia impazza sul web, e lo stesso protagonista non l’ha smentita, anzi, sebbene con toni un tantino ambigui, l’ha confermata, non facendo capire se sia stato lui a fare le valigie o sia stata la Rai a cacciarlo.
Un fatto comunque è certo: in Rai non c’è un’aria serena, sembra che il governo di Giorgia Meloni voglia occupare tutte le strutture pubbliche, ma con un piglio che, a nostra memoria, mai si era visto nel paese.
E’ vero che pure in precedenza, con i vari governi succedutisi negli anni, il gruppo di potere scardinava i precedenti organigrammi e ne sostituiva i tasselli, ma con un tantino di “savoir-faire”, almeno salvava la forma e la faccia; questi della destra sembrano stare in guerra con tutti e contro tutti i “nemici”, che essi intendono tutti quelli delle opposizioni e pure qualche frangia dei partiti alleati.
Sembra che, trascorsi i primi tempi, ora vadano avanti come Putin in Ucraina, con i carri armati e prendono tutto a mano armata.
E’ questa la peggiore espressione di questo governo, composto da prepotenti, arroganti, ignoranti e pure saccenti (vedasi quel Lollobrigida che parla di etnia come Mussolini parlava di razza spinto dal suo amico Hitler).
Ormai si è capito che per qualche tempo dovremo soffrire e sopportare questi figuri che, sol perché sono al potere, si illudono di poter fare il bello e il cattivo tempo senza condizionamenti.
E purtroppo l’opposizione sembra subirli, supina e impotente, tra una Schlein che parla tanto ma sembra concludere poco, un Conte che dice tanto ma conclude meno, e un Terzo Polo che è sembrato l’astro nascente, ma che ora sembra essersi posto miseramente nell’angolino, e cerca un suo spazio che purtroppo non trova.
Il canale Tv di Rai3 sembrava essere rimasto l’unico in certo modo indipendente, o almeno ci siamo illusi che lo restasse, ma i meloniani hanno messo mano pure alla conversione dello stesso, iniziando con Fazio il quale, finora, sembra aver avuto solo la concreta solidarietà di Lucia Annunziata, che ha deciso di lasciare la Rai.
Staremo a vedere nei prossimi giorni quali saranno gli ulteriori interventi.
Tornando a Fabio Fazio, vediamo di capire come si è sviluppata la vicenda e tutti i retroscena che, lentamente, stanno emergendo.
Intanto Fazio ha confermato che Fazio passa a Discovery che trasmette sul Canale nove.
Ma cosa è successo davvero dopo una militanza di 40 anni e una consolidata esperienza in un programma di prima serata, “Che tempo che fa”, il quale, nonostante venisse trasmesso sulla rete “cenerentola” della Rai, aveva comunque il suo fedele e non scarso pubblico.
Quindi dopo 40 anni Fabio Fazio lascia la Rai, e lo fa dopo 20 edizioni di “Che tempo che fa”, il suo ormai storico programma partito nel 2003: tra qualche domenica Fazio non sarà più in Rai e la trasmissione, per la quale ha intervistato grandi personaggi di rilievo mondiale -dal Papa a Obama, passando per attori e musicisti di fama internazionale- forse chiuderà.
Insieme a Fazio se ne andrà anche Luciana Littizzetto: i due hanno stretto un accordo quadriennale e i nuovi progetti partiranno già dall’autunno prossimo.
L’addio di Fazio alla Rai è, però, innanzitutto un caso politico: lo dimostra il post sui social del vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, che saluta la notizia con un tweet ironico con scritto “Ciao belli”; una chiara rivendicazione politica.
Non è stata una decisione di Fazio di lasciare la Rai per un’offerta migliore, ma lo ha fatto perché il suo contratto non è stato rinnovato, o, quantomeno, non ha ricevuto un’offerta per il rinnovo che sarebbe dovuta arrivare nelle scorse settimane.
E non è una cosa piacevole per un servitore di Mamma Rai (come di qualsiasi altra azienda) nella quale ha vissuto 40 anni: il suo nome verrà per sempre associato a “Quelli che il calcio”, “Che tempo che fa”, ma anche con diverse edizioni del Festival di Sanremo e numerosi altri programmi.
E pure chi non ha seguito passo per passo Fazio e le sue trasmissioni, non può non riconoscere che è stato un conduttore serio, distinto, compassato e sobrio, e non ha mai attirato critiche.
Ma quali sono i veri motivi che hanno portato all’addio di Fazio alla televisione pubblica?
Parlando al Tg3 Fazio ha affermato: “Il mio lavoro continuerà altrove, d’altronde non tutti i protagonisti sono adatti per tutte le narrazioni”. A “Che tempo che fa”, ha poi espresso la sua gratitudine per la Rai, senza comunque soffermarsi sulla polemica politica.
Il contratto di Fazio con la Rai è in scadenza a fine giugno e a occuparsi del rinnovo avrebbe dovuto essere l’Ad Carlo Fuortes, che però si è dimesso.
CarloFuortes, quando ha capito che la situazione in Rai sarebbe presto cambiata con il nuovo governo, ha lasciato tutto in sospeso e, negli ultimi tre mesi, non ha più dato notizie a Fazio sul rinnovo.
Il 5 maggio, nel corso della riunione del CdA, Fuortes ha posto il tema del rinnovo di quel, spiegando che il 18 maggio sarebbe scaduta la prelazione. Poi non se ne è più discusso, viste le dimissioni di Fuortes.
Il 5 maggio, quindi, è sembrato troppo tardi, come lamentano anche altri membri del CdA.
La Rai, in una nota, ha affermato che il CdA non ha permesso a Fuortes di decidere sui progetti per l’autunno, arrivando solo a quelli fino al 31 agosto. Ma secondo la presidente Marinella Soldi è stato lo stesso a non proporlo; infatti Fuertes avrebbe potuto presentare proposte sui contratti per i programmi di rilevanza strategica, come quello di Fazio, cosa che invece non avrebbe fatto.
Secondo alcuni Fuortes avrebbe cercato di rinviare la discussione per poter rivendicare con il governo il risultato dell’addio di Fazio alla Rai, magari ottenendo qualcosa in cambio: secondo i suoi avversari puntava alla conferma in Rai o alla direzione della Scala, obiettivi però non raggiunti.
A questo punto sembra capire che non solo l’attuale Governo non gradiva che Fazio restasse in Rai, ma che anche l’ex Ad Fuertes se ne volesse sbarazzare.
Ma il mancato rinnovo del contratto per Fazio non è una stata una sorpresa, da tempo si aspettava che le cose sarebbero andate così. Già la vittoria alle elezioni politiche di settembre di Giorgia Meloni e del centrodestra non facevano presagire nulla di buono per il conduttore. Già da allora confidava di aspettarsi qualche cambiamento.
Nei mesi precedenti ha iniziato a dire che non sarebbe stato mandato via, ma che non avrebbero rinnovato il suo contratto: altra sibillina dichiarazione, mai chiarita: come sarebbe stato possibile rimanere in Rai senza contratto?
Da anni si era, più volte, detto che la trasmissione di Fazio era a rischio. Ma “Che tempo che fa” è sempre stata di fatto inattaccabile grazie ai buoni ascolti e alla tanta pubblicità raccolta.
La trasmissione “si ripaga da sola”, ha sempre detto Fazio difendendo anche il suo alto compenso: alto per la Rai, non per il mercato televisivo in generale.
La media dello share del programma, in effetti, è il doppio di quello della rete. Lo stesso Fazio aveva fornito qualche numero, in passato, spiegando che la trasmissione costa 450mila euro a puntata e 15 secondi di pubblicità fanno incassare 40mila euro. Considerando i 16 minuti di pubblicità, vuol dire oltre due milioni e mezzo ricavati per ogni puntata, dai quali, detratti i costi, Rai3 guadagna un utile lordo di oltre 2 milioni a puntata.
Il compenso di Fazio è leggermente superiore ai 2 milioni l’anno: una cifra che, in effetti, si ripaga in ben poco tempo con questi introiti.
Per la Rai la chiusura della trasmissione di Fazio (almeno di come la conosciamo oggi) può essere un duro colpo anche economico.
Ma tutto si sopporta in nome della politica, giacché pure i politici non sono certamente campioni di economicità, anzi!
Al momento non circolano nomi di possibili sostituti di Fazio alla conduzione del programma e il rischio concreto che venga chiuso o comunque ridimensionato.
Per chiunque raccogliere la sfida di mantenere la trasmissione sui numeri attuali sembra davvero complicato, se non proibitivo. E a rimetterci, economicamente e non solo, potrebbe essere proprio la Rai.