scritto da Nino Maiorino - 20 Giugno 2023 06:49

Donald Trump incriminato anche dal Tribunale di Miami

Non c’è pace per Donald Trump, le cui note vicende, personali e pubbliche, lo stanno tenendo sulla cresta delle onde delle cronache, politiche e mondane, per le bizzarrie di comportamento al quale egli è abituato: e purtroppo anche noi che, da umili cronisti, ci siamo assunto l’onere di seguirlo.

Ne faremmo volentieri a meno, auspicando che il Presidente della più grande potenza mondiale avesse un comportamento più consono al suo ruolo, prendendo esempio dal nostro Presidente Mattarella, mai sopra le righe, taciturno, ma che quando parla insegna a vivere.

Di Trump abbiamo parlato più volte, specialmente dal 6 gennaio 2011, da quando fomentò l’assalto al palazzo del Congresso degli USA da parte di centinaia di suoi sostenitori, una teppaglia che voleva impedire la proclamazione del nuovo presidente, Joe Biden, dopo mesi di tira-molla per il riconteggio dei voti, che egli riteneva fraudolentemente sottrattigli, salvo poi a risultare regolari le elezioni e l’attribuzione dei voti all’avversario.

Ma Trump è un personaggio che non si arrende, nemmeno quando i fatti sono ampiamente dimostrati, e questo suo comportamento tracotante gli ha procurato anche la contrarietà di molti politici repubblicani, cioè del suo stesso partito.

L’ultimo atto della commedia mediatica della quale Trump è protagonista è stato rappresentato il 13 giugno scorso presso il Tribunale di Miami, in Florida, dove è stato convocato dai Giudici del Dipartimento di Giustizia che gli hanno contestato 37 capi di imputazione per i quali è stato incriminato; dopo di che è stato arrestato e poi rilasciato con invito formale a non lasciare il paese: il che per un Presidente USA, sia pure ex, non è certamente una bella cosa.

Nell’udienza, durata poco più di mezzora, Donald Trump ha respinto tutte le 37 accuse a suo carico nell’ambito dell’indagine sui documenti portati via dalla Casa Bianca nella sua faraonica abitazione di Mar-a-Lago, dichiarandosi non colpevole e accusando i giudici di corruzione.

Come di consueto nell’aula non erano ammesse telecamere né registratori e, con un’ordinanza dell’ultimo minuto, ai giornalisti è stato anche vietato di portare tablet, lap-top e computer anche solo per prendere appunti.

Quindi non è stato possibile vedere le immagini dell’imputato, che i cronisti raccontano molto irritato e scuro in volto, seduto con le braccia conserte alla lettura dei capi d’imputazione tra i quali violazione della legge contro lo spionaggio e ostruzione della giustizia, come Richard Nixon all’epoca del Watergate: accuse federali molto più pesanti delle bugie sui pagamenti alla pornostar Stormy Daniels.

Come accadde lo scorso aprile a Manhattan, l’ex presidente è stato arrestato ed è rimasto in custodia della polizia del tribunale per qualche ora, come un qualunque criminale gli sono state prese le impronte digitali, ha dovuto compilare moduli e presentare il suo social security-number, il codice fiscale; gli sono state risparmiate le manette e foto segnaletiche per evitare strumentalizzazioni o spettacolarizzazioni.

Dopo circa due ore Trump è stato lasciato andare senza condizioni poiché il giudice ha stabilito che non è a rischio fuga e può continuare a viaggiare, sottolineando che non è comunque autorizzato a parlare con i testimoni dell’inchiesta.

 

Trump si è comunque dichiarato non colpevole, unitamente al suo assistente Walt Nauta, accusato di aver materialmente spostato e nascosto gli scatoloni di documenti top-secret e di aver mentito su ciò all’FBI a maggio del 2022.

Quello che accadrà da qui ai prossimi mesi e quale impatto avrà per Trump sulla corsa per la Casa Bianca per il 2024 è ancora incerto.

Jack Smith, il procuratore speciale che ha condotto le indagini ed era presente in aula, ha chiesto un processo “rapido” ma è probabile che durerà mesi.

Dopo la dichiarazione di non colpevolezza, Il percorso classico è che il dipartimento di giustizia inizierà a rivelare le sue prove, quindi saranno depositate e discusse mozioni preliminari e tutto questo richiederà tempo.

Trump continua a giocare all’attacco e, anche pochi minuti prima di entrare in tribunale, ha lanciato bordate contro l’establishment americano sul suo social Truth.

“Smith è un delinquente, un pazzo della destra radicale e un Trump Hater, come lo sono tutti i suoi amici e la sua famiglia”, ha tuonato l’ex presidente accusando il dipartimento di Giustizia di “essere corrotto,  e nelle mani di Biden” e di aver “messo apposta le carte negli scatoloni”.

In un altro post ha ribadito che è “un giorno triste per l’America, siamo una nazione in declino, questa è una caccia alle streghe”.

Fuori dal tribunale lo ha salutato una folla di centinaia di sostenitori che agitavano le bandiere con lo slogan “Make America Great Again – Facciamo l’America di nuovo grande” ai quali l’ex presidente ha risposto alzando i pollici e rassicurandoli.

Non si sono verificati incidenti, come si temeva alla vigilia, né si sono fatti vedere gli estremisti Proud Boys, artefici dell’insurrezione del 6 gennaio a Capitol Hill.

L’unico momento di tensione si è verificato quando un uomo, che indossava l’uniforme da carcerato a strisce bianche e nere, ha provato a lanciarsi sul Suv di Trump ma è stato fermato dal Secret Service.

Poi l’ex presidente a sorpresa si è fermato in un ristorante cubano di Miami per salutare suoi fan e ha pagato da bere a tutti, e ha ribadito: “Sono l’unico a poter salvare la nazione”.

Grande assente, anche stavolta, la moglie Melania, che è rimasta tutto il giorno, in silenzio, a New York.

Questa è la seconda incriminazione di Trump in pochi mesi ed è la prima volta nella storia americana che un ex presidente viene portato in aula per aver messo a rischio la sicurezza di un Paese alla presidenza del quale che era stato eletto per difenderlo.

“Presentiamo una dichiarazione di non colpevolezza”, ha detto al giudice Jonathan Goodman l’avvocato di Trump Todd Blanche che, assieme all’ex solicitor general della Florida Chris Kise, è subentrato a due avvocati storici del tycoon silurati a sorpresa pochi giorni fa.

Vediamo ora quali sono le accuse mosse a Trump.

I 37 capi di accusa riguardano la cattiva gestione di documenti riservati, inclusi 31 capi d’accusa ai sensi di uno statuto dell’Espionage-Act sulla conservazione intenzionale di informazioni sulla difesa nazionale.

Fra gli altri reati compaiono l’accusa di aver ostacolato la giustizia e di aver fatto false dichiarazioni.

Secondo gli inquirenti, Trump avrebbe conservato documenti relativi agli «armamenti nucleari negli Stati Uniti» e alle «capacità nucleari di un Paese straniero», oltre a documenti relativi ai briefing dell’intelligence della Casa Bianca, tra cui alcuni che descrivono in dettaglio le capacità militari degli Stati Uniti e di altri Paesi.

I giudici sostengono che Trump avrebbe mostrato i documenti a persone che non avevano le autorizzazioni di sicurezza per esaminarli e in seguito abbia cercato di nascondere i documenti ai suoi stessi avvocati mentre cercavano di soddisfare le richieste federali di trovare e restituire i documenti.

Le accuse più gravi comportano pene fino a 20 anni di carcere.

Ma Trump continua a contrattaccare.

 

“Io sono l’unico a poter salvare la nazione, non mi sento al di sopra della legge, sono l’unico che la rispetta”, ha detto Donald Trump parlando ai suoi sostenitori a Bedminster, accusando nel contempo il presidente Biden di essere in possesso di “centinaia di documenti classificati (segreti n.d.r.), aggiungendo che “eppure niente è successo al corrotto Joe”.

“La mia incriminazione è un malvagio e atroce abuso di potere” ha detto Trump parlando ai suoi sostenitori a Bedminster dopo la seduta al tribunale a Miami, e asserendo che l’Fbi, nel blitz nella sua abitazione di Mar-a-Lago “non ha trovato nulla”.

La reazione del presidente in carica, Joe Biden, è stata di mantenere il silenzio sull’incriminazione di Donald Trump; questo è l’ordine impartito ai suoi più stretti collaboratori, al partito democratico e agli organizzatori della sua campagna elettorale.

La direttiva del presidente Usa, secondo qualche giornale, preoccupa però i liberal che si augurano un ripensamento di Biden nel caso in cui la corsa alle elezioni 2024 dovesse profilarsi come uno scontro diretto fra lui e Trump.

Ma anche tra i Repubblicani c’è malumore.

“Donald Trump ha «sbagliato» sulle carte segrete a Mar-a-Lago”. Lo afferma l’ex segretario di Stato Mike Pompeo in un’intervista a Fox.

«Se le accuse sono vere, e molte sembrano esserle, Trump aveva dei documenti riservati che non avrebbe dovuto avere e quando gli è stata concessa la possibilità di restituirli per qualche motivo non lo ha fatto», dice Pompeo sottolineando che «questo non è in linea con l’impegno a proteggere i soldati americani».

Affermazioni pesanti che stigmatizzano le gravi responsabilità di Trump, che è ancora indagato per tentativi di manipolazioni dell’esito delle urne in Georgia nel 2020.

Concludiamo ricordando che Trump è stato già incriminato, dalla procura di Manhattan di 30 reati, per un giro di pagamenti illeciti alla vigilia del precedente voto del 2016 al fine di impedire rivelazioni su una relazione con la pornostar Stormy Daniels.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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