Se a volte non ti vengono in mente collegamenti tra personaggi tanto diversi, per epoche, spessore culturale e vita, distanti come il polo nord dal polo sud, ci pensa internet a ricordarteli; ed è questo uno dei motivi per i quali il web è utilissimo, specialmente ai giornalisti.
Nessuno avrebbe mai pensato ad un collegamento tra Ilaria Salis e Enzo Tortora; ci ha pensato il Blog Quora, una social simile a Facebook, poco conosciuto, che collega personaggi non solo nazionali o locali e, a differenza di FB, non censura i testi.
Ed è proprio una riflessione letta su questo blog che ha stimolato la nostra curiosità e ci ha convinti ad approfondire il collegamento, anche perché supportati da un commento riportato dall’ Agenzia Ansa che riguarda la Salis: si candida per le elezioni europee.
Ilaria Salis, nonostante una buona base culturale, e nonostante la non verdissima età, si è impelagata in una storia che da un anno e mezzo circa la tiene detenuta a Budapest, in Ungheria, paese che, nonostante faccia parte dell’U.E., certamente non brilla per democrazia: è uno dei cosiddetti paesi sovranisti orientati a destra, retto dal “democratico” Viktor Orbàn, del quale la nostra Giorgia Meloni è amica.
L’approfondimento parte dalla ormai certa candidatura di Ilaria Salis al Parlamento Europeo con la lista “AVS – Alleanza dei Verdi e Sinistra”.
Si tenga conto che Ilaria Salis è una docente di 39 anni di Monza, in carcere a Budapest da circa un anno e mezzo perchè accusata del reato di lesioni personali, e di appartenere all’organizzazione antifascista Hammerbande, che ha come obiettivo quello di “colpire a martellate” i neonazisti.
Per l’accusa Salis avrebbe partecipato a due atti di violenza commessi in data 10 febbraio 2023; il giorno dopo venne arrestata con l’accusa di aver partecipato alla aggressione di alcuni neo nazisti ungheresi che avevano preso parte al “Giorno dell’onore”, un evento che si svolge da anni nella settimana dell’11 febbraio: da sempre è legato a movimenti di estrema destra, neonazisti o neofascisti, che si riuniscono nella città e organizzano cortei, proteste e commemorazioni.
Si vedono spesso striscioni con slogan antisemiti o ispirati alle ideologie naziste, e i militanti non nascondono la loro appartenenza a gruppi radicali di estrema destra.
La Salis è da allora in carcere in quanto il tribunale non le ha mai concesso la detenzione domiciliare, e per le leggi ungheresi, quando un detenuto dal carcere viene trasferito nell’aula delle udienze, viene condotto incatenato mani e piedi; uno spettacolo certamente poco piacevole, ma in un paese come l’Ungheria non c’è da aspettarsi di meglio.
Anche durante l’ultima udienza, il giudice ungherese ha nuovamente respinto la richiesta degli arresti domiciliari: la Salis dovrà rimanere in carcere.
La vicenda di Ilaria Salis è diventata un caso politico soprattutto dopo che la famiglia ha denunciato le condizioni disumane in cui si trova detenuta; in verità non è piacevole constatare che una nostra connazionale è da oltre un anno in tali condizioni, ed è giustificato che, in assenza di un concreto interessamento da parte del nostro Governo, sia la famiglia, sia le organizzazioni di supporto, facciano tutto il possibile per tirarla fuori dal carcere, fino a decidere di candidarla alle elezioni europee dell’8 e 9 giugno prossimi, con la lista di Alleanza Verdi-Sinistra.
E’ palese che la candidatura non risolve il caso della detenzione, ma è anche palese che l’eventuale elezione della Salis al Parlamento europee avrà come conseguenza il beneficio per la stessa di essere scarcerata partecipare alle sedute parlamentari.
Un iter che tanti hanno criticato, e sul quale non vogliamo soffermarci più di tanto: “Il fine giustifica i mezzi” è un aforisma inventato da Niccolò Macchiavelli, nostro insigne politico e diplomatico, nonché scrittore, filosofo e storico fiorentino; vedremo se nel caso della Salis sarà così.
Noi, invece, vogliamo soffermarci su un altro aspetto della questione, e cioè se da parte di Ilaria Salis, che è una professionista e docente matura, fosse il caso di andare a provocare il leone nella sua gabbia, cioè se non fosse stato più sensato protestare contro il regime di Orban senza andarlo a punzecchiare sotto le sue finestre.
E’ chiaro che ciascuno ha il diritto di esprimersi come vuole e dove ritiene più opportuno, ma a nostro avviso il comportamento della Salis è stato quanto meno ingenuo e sprovveduto; fosse stata una giovincella barricadiera l’avremmo anche potuto comprendere, ma nella sua condizione assolutamente lo respingiamo.
Non siamo del partito di “contenta lei, contenti tutti”, come sta facendo Giorgia Meloni e Co., perché la nostra coscienza e l’etica che ci consente di girarci dall’altra parte.
Ma benedetta figliola, perché non ha cercato una alternativa alla manifestazione di protesta che intendeva portare avanti contro Orban e Co.?
In Italia vi sono le rappresentanze diplomatiche: non sarebbe stato tanto meglio, per lei e per tutti noi, che la sua protesta l’avesse fatta sotto un’Ambasciata o un Consolato ungherese?
Se, invece, ha ritenuto più producente “esibirti” sotto i balconi di Orban, secondo il nostro parere ha commesso una grande stupidata.
E da qui parte il parallelismo tra Ilaria Salis e Enzo Tortora.
Ma di questo parleremo nel pezzo che seguirà.
Peccato che l’articolo termini con considerazioni a mio avviso non condivisibili.
L’incivile comportamento di quel governo e l’inutilità del nostro consentono comportamenti inacettabili non è in duscussione il teato contestato ma l’animalesco comportamento di quel governo amico del ” nostro” purtroppo malgoverno