scritto da Nino Maiorino - 15 Maggio 2019 22:25

Curiosità: come nasce la chiusura del lunedì di barbieri e parrucchieri

Chi sa quante volte è capitato di ricordarsi, specialmente agli uomini, che fosse necessario fare una capatina dal barbiere per dare una bella sforbiciata alla chioma trascurata da tempo e che, nonostante l’impegno quotidiano, non si riesce più a controllare. E chi sa quante volte il tempo per poterlo fare si trova il lunedì, e in ritardo ci si ricorda che il lunedì perdura la tradizionale chiusura di barbieri e parrucchieri; e ci si chiede perché, queste categorie godano ancora di questo anacronistico privilegio.

Ma qualcuno si è mai domandato da dove proviene questa vecchia consuetudine?

C’è una storia vera, la quale spiega l’origine della usanza della chiusura del lunedì, ed è purtroppo un avvenimento triste e sanguinoso che risale al XVIII° secolo e si verificò a Firenze. Uno dei tanti “femminicidi” ante-litteram della storia, che all’epoca non facevano notizia. Una storia davvero triste riportata nel volume “I Signori di Firenze”, di Ippolita Douglas Scotti, Newton Compton Editori, nel quale, tra le tante curiosità sulla città del Giglio, è riportato anche il tragico fatto di sangue che vide vittima una povera ragazza, Mariuccia, trovata morta con la gola tagliata.

In una calda giornata di giugno 1742, nel giardino di Boboli a Firenze, venne appunto trovato il corpo di Mariuccia, una giovane prostituta napoletana la quale, per cambiare vita, si era trasferita nel capoluogo toscano per fare la cameriera; ma, non trovando lavoro, era stata costretta a riprendere l’antico “mestiere”; abitava in un miserabile tugurio in Via San Cristoforo, zona Santa Croce, dove svolgeva la sua attività.

L’omicidio era avvenuto in pieno giorno, ma nessun vicino aveva notato nulla di strano, dal che si giunse alla conclusione che la ragazza fosse stata assassinata da un cliente; e la constatazione che era stata ammazzata da una lama molto tagliente, portò alla conclusione che probabilmente era stato usato un rasoio, e gli sbirri si concentrarono sugli uomini che frequentavano abitualmente Mariuccia.

Gli inquirenti si concentrarono sui rigattieri che acquistavano anche indumenti usati, con la speranza di trovare qualche effetto personale di Mariuccia; e la ricerca fu fruttuosa in quanto venne trovata una sottana in tulle che la vittima usava per farsi bella allorquando riceveva i clienti; il rigattiere l’aveva acquistata da un giovane barbiere, il ventiduenne Antonio di Vittorio Giani, che aveva il suo laboratorio a poca distanza dall’abitazione della vittima.

Il giovane, messo alle strette, confessò di aver ammazzato la ragazza per gelosia, e venne condannato a morte per impiccagione.

La sentenza venne eseguita l’11 giugno 1742, che era un lunedì, e tutti i barbieri della città chiusero i loro negozi per assistere alla esecuzione, che all’epoca si svolgeva in piazza, e rimasero chiusi per l’intera giornata.

Da allora divenne abitudine di barbieri e parrucchieri restare chiusi ad inizio settimana.

Questa storia è stata anche riportata nello “Stradario magico-insolito di Firenze”, di Luigi Prunetti e Roberto Pinotti, i quali hanno raccontato anche numerose altre misteriose vicende della città toscana.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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