scritto da Pierfrancesco Maresca - 06 Settembre 2022 18:51

Crisi energetica, storia della “dipendenza” russa dell’Italia

L'Italia è accusata di essersi resa eccessivamente dipendente dal Gas russo, la storia aiuta a comprendere meglio tale dinamica

Attualmente l’Italia risulta uno dei Paesi europei maggiormente “dipendenti” dalle forniture energetiche russe, motivo per il quale si trova in difficoltà. Tuttavia su tale dipendenza si è speculato mediaticamente in modo eccessivo, addossando “colpe” sia alla Destra sia alla Sinistra ovvero ai Governi guidati da essi.
I giornali nazionali devono rendersi conto che in politica non esistono “colpe” ma solo “scelte” e quest’ultime vengono assunte tenendo conto del contesto in corso, sia nazionale sia internazionale.

La fine della Guerra fredda

La scelta di guardare ad Est per quanto riguarda l’energia era dettata da una constatazione geopolitica molto semplice: il Medio Oriente, area più prossima all’Europa ricca di fonti, era instabile. Dal secondo dopoguerra ad oggi è flagellata da conflitti tra Stati, guerre civili, instabilità politiche e calamità naturali. Pertanto i Paesi produttori risultavano fornitori “poco affidabili” per cause di forza maggiore. Al tempo stesso, dopo la Caduta del Muro e la dissoluzione dell’Unione sovietica, emergeva un nuovo potenziale fornitore.

Il nuovo mercato russo

L’Italia iniziò a guardare alla Russia, Paese ricco di giacimenti e geograficamente poco distante. Ciò avrebbe assicurato una linea di approvvigionamento a basso costo, rapida e via terra. Il nuovo Paese necessitava al tempo stesso di accreditarsi all’Occidente, non avendo più nulla di comunista, e soprattutto di aprire i propri mercati come aveva fatto la Repubblica popolare cinese. In pratica necessitava di tecnologie, investimenti, rapporti commerciali. Il Paese più esteso al mondo ma stabile dal punto di vista socio-politico.
Ad entrambi i soggetti quindi conveniva incontrarsi, parlarsi. Tra l’altro tale incontro sarebbe stato salutato come l’inizio di un’era di pace nel continente, e così fu. Scompariva il colosso sovietico, il regime del partito unico, la minaccia nucleare.

Scelte in Politica estera

La scelta di tessere rapporti, in particolare da parte del Premier italiano Silvio Berlusconi, era legittima, naturale e pragmatica. Mirava ad assicurare un flusso energetico sufficiente al proprio Paese. A quella seguì la scelta di tessere pacifici rapporti con una ex colonia, la Libia. Un Paese ancora oggi attraversato da una rotta migratoria situato al di là di un braccio di mare. I risentimenti dei libici, ed in particolare del regime di Gheddafi, nei confronti degli italiani vennero superati. Una politica che non è mai riuscita ad altri ex Paesi coloniali e che politicamente fu un successo culminato nel “Trattato di amicizia”. Naturale e legittimo è instaurare stabili rapporti con i Paesi confinanti.

Nasce il North Stream

Col tempo anche altri Paesi europei se ne sono resi conto, iniziando a vedere nella Russia un partner affidabile ed “economico”, tra essi la Germania. Nacque così North Stream 1, un gasdotto sottomarino che collegava Germania e Russia direttamente. In progetto vi era un secondo raccordo, parallelo, chiamato North Stream 2. Esso sarebbe dovuto essere varato un anno fa circa, alcuni mesi prima del conflitto in Ucraina ma che subì freni per via dell’ostilità di un alleato politico, gli Stati Uniti. L’Amministrazione Biden rimproverava l’Ue di essere eccessivamente dipendente dalla Russia, e così la nuova linea non è mai entrata in funzione.

Il Medio Oriente instabile

La “dipendenza” dell’Italia come testimoniano alcuni post che circolano sui Social sarebbe aumentata dal 2011 ad oggi, quindi sotto Governi non guidati dal Centro-destra sfiorando la cifra del 60%. Ed è vero, e anche tale scelta era motivata da ragioni geopolitiche. La Russia continuava ad essere un partner affidabile o almeno più del Medio Oriente, nonostante l’annessione della Crimea. Infatti la dipendenza è aumentata proprio quando scoppiarono le “Primavere arabe”, ovvero crisi e rivolte in alcuni Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente; tra i quali la Libia. Tale evento internazionale confermò la saggia scelta attuata anni prima e fu proprio in quel periodo che entrò in funzione il North Stream 1.

Gli errori sono altri

Pertanto i Governi degli ultimi 20 anni hanno soltanto assunto le scelte più vantaggiose per la popolazione e per il benessere del Paese. Semmai, l’unica critica che si potrebbe muovere è quella di essere rimasti poco “attenti” a ciò che accadeva nel Donbass e di non aver rivestito quella funzione di mediatore e pacificatore in modo tempestivo perché prima o poi quell’area sarebbe deflagrata. Un’altra critica che si potrebbe muovere è quella di non essersi assicurati forniture alternative prima della scelta di ridurre l’acquisto dalla Russia.

L’Algeria non è affidabile

Oggi, tra i nuovi “fornitori” figura l’Algeria. Un Paese che confina con il Marocco col quale i rapporti sono pessimi per via di dispute di confine. Nei mesi scorsi le tensioni si sono ripresentate e sono sfociate nella rottura delle relazioni diplomatiche. Il Marocco ha anche aumentato le spese militari per il 2022 e l’Algeria “tagliato” la fornitura di gas che attraverso il Marocco giungeva in Spagna, quindi in territorio europeo. Algeri è accusata da Rabat di aver ucciso dei cittadini marocchini nel Sahara occidentale. Viste le premesse, non sarebbe impossibile immaginare uno scontro armato.

I possibili rischi

Se dovesse scoppiare una guerra le forniture sarebbero garantite? I giacimenti diverrebbero obiettivi militari? Sarebbe davvero assurdo immaginare, nell’eventualità, un’azione come quella irachena dal Kuwait attaccato, in cui la Guardia repubblicana diede alle fiamme i pozzi petroliferi causando anche un disastro naturale? La storia potrebbe ripetersi, tra l’altro già in Libia si rischia di “perdere” quanto ottenuto.

Viste tali considerazioni, appare chiaro che sia l’Italia, sia l’Ue in modo più ampio, debbano continuare a tenere in conto degli eventi internazionali in corso, così come fatto in passato, senza lasciarsi trascinare dalla “fretta”, altrimenti si potrebbero prefigurare nuovamente delle problematiche.

Classe ’93, è laureato in “Politiche, Istituzioni e territorio” presso l’Università degli studi di Salerno. Appassionato di storia e politica, ha collaborato inizialmente con la testata giornalistica cosentina “Il Meridione libero giornale quotidiano” occupandosi di tematiche estere, ed attualmente con il periodico “Nuovo Nocera” e la rivista Ulisse on-line. Inoltre, possiede un personal blog (travellingpoliticastoriaarte.wordpress.com) dove si occupa di divulgazione storico-artistica.Infine, la sua passione verso la scrittura e la lettura lo ha spinto alla pubblicazione di romanzi di spionaggio e saggi storici.

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