scritto da Gildo De Stefano - 06 Marzo 2020 09:36

Coronavirus, la spettacolarizzazione dell’informazione

Il dolore e la sofferenza di chi è stato colpito dal Coronavirus corre impietosamente sulle “autostrade dell’informazione” -per dirla con Bauman- in cui siamo tutti passivi spettatori.

Ennesima conseguenza della globalizzazione in un mondo sempre più ‘liquido’, post-modemo, contrapposto alle società precedenti solide, costruite su ideologie.

In quest’ultima emergenza mondiale appare utile -se non necessaria- una riflessione su ciò che aveva profetizzato il grande sociologo polacco, sulle certezze del mondo occidentale che si sono disciolte con il tramonto delle ideologie, la caduta del Muro, l’implosione dell’Urss, la fine della Guerra Fredda. È emersa la nuova potenza economica e militare, la Cina, e si è determinato un nuovo assetto labile e mutevole mentre la produzione di merci, beni e servizi si dislocava e tutto, uomini compresi, prendeva a vorticare per tutto il pianeta creando una sensazione di fine di un mondo, di insicurezza. Mai come in questa emergenza planetaria la mente corre a quella “paura liquida” avanzata da Bauman per definire questa volatilità di informazioni, persone, cose, messaggi, e immagini che i media e la rete diffondono.

Ancora una volta è d’uopo chiamare in causa il grande pensatore, una sorta di oracolo del 3° millennio, per definire questo virus il ‘dilemma globale della sofferenza umana’, che ha spinto i media a creare una spettacolarizzazione della sofferenza favorita anche dal web.

Problema morale in cui tutti ci troviamo coinvolti come spettatori. Il problema del male, di chi infligge sofferenza a qualcuno, comporta la colpa. Ma anche chi assiste e non interviene è, in fondo, colpevole. In questa società percorsa dalle “autostrade dell’ informazione” non ci si discolpa dicendo non sapevo. Siamo tutti spettatori del dolore e della sofferenza di altri. Si pongono dei dilemmi etici e, facendo riferimento a Jaspers, la colpa morale -cioè di chi ne soffre e arriva a pentirsi- è diversa dalla colpa metafisica. Quest’ultima esiste indipendentemente dal contributo che l’individuo ha dato o meno alla sofferenza dell’Altro.

Nella globalizzazione sociale interconnessa qualsiasi azione può riflettersi all’altro capo del pianeta, la responsabilità umana per l’Altro è incondizionata e deve comprendere la previsione e la precauzione .

Mai come in questo momento di epidemia siamo sempre più bombardati da un’informazione differente tra ‘vedere’ e ‘sapere’ ma anche da immagini di sofferenza che si dissolvono in un battito di ciglia.

Ciò che si vede suscita pena, tutti si danno da fare per circoscrivere il contagio. Ma anche tra ‘sapere’ e ‘agire’ vi è un profondo divario. Ciò che si sa e ciò che i media ci fanno sapere, una versione dei fatti. C’è necessità di un codice etico e legale. Un impegno collettivo che agisca con il buon senso ma con forza per combattere sterili allarmismi e caos ingovernabile.

Occorre segnalare l’incomprensibile spirale tautologica che si muove sempre a senso unico, quasi a comando. Ignorando quello che è il compito della informazione vera, vale a dire fare luce su ciò che meno si conosce e, come diceva Goerge Orwell, su quello che meno si vuole (vorrebbe) sapere.

Saggista e musicologo, è laureato in “Sociologia delle Comunicazioni di Massa”. Tra i suoi libri ricordiamo: Il Canto Nero (Gammalibri, Milano, 1982), Trecento anni di jazz (SugarCo, Milano, 1986), Jazz moderno (Kaos, Milano, 1990), Vesuwiev Jazz (E.S.I., Napoli, 1999), Il popolo del samba (RAI-ERI, Roma, 2005) prefazionato da Chico Buarque de Hollanda, Ragtime, Jazz & dintorni (SugarCo, Milano, 2007), prefazionato da Amiri Baraka (Leroi Jones), Saudade Bossa Nova (Logisma, Firenze, 2017) prefazionato da Gianni Minà, Una storia sociale del jazz (Mimesis Edizioni, Milano 2014), prefazionato da Zygmunt Bauman. Per i “Saggi Marsilio” ha pubblicato l’unica Storia del ragtime edita in Italia e in Europa, in due edizioni (Venezia, 1984 e 1989). Ha scritto tre monografie su: Frank Sinatra (Marsilio, Venezia, 1991) prefazionato da Guido Gerosa, The Voice – Vita e italianità di Frank Sinatra (Coniglio, Roma, 2011) prefazionato da Renzo Arbore, Frank Sinatra, L'italoamericano (LoGisma, Firenze 2021); ed altre su Vinicio Capossela (Lombardi, Milano, 1993), Francesco Guccini (Lombardi, Milano, 1993), Louis Armstrong (E.S.I., Napoli, 1997), un paio di questi con prefazioni di Renzo Arbore. Collabora con la RAI, per la cui struttura radiofonica ha condotto diverse trasmissioni musicali, e per La Storia siamo noi ha contribuito allo special su Louis Armstrong. Tiene periodicamente stage su Civiltà Musicale Afroamericana oltre a collaborare con la Fondazione Treccani per le voci afroamericane. Tra i vari riconoscimenti ha vinto un Premio Nazionale Ministeriale di Giornalismo e quello Internazionale “Campania Felix” per la sua attività di giornalista per la legalità, nonché risultando tra i finalisti del Premio letterario 'Calvino' per l’inedito. Per la narrativa ha pubblicato un romanzo breve per ragazzi dal titolo Easy Street Story, (L’isola dei ragazzi Editore, Napoli 2007), la raccolta di racconti È troppo tardi per scappare (Il Mondo di Suk Editore, Napoli 2013), due edizioni del romanzo epistolare Caro Giancarlo – Epistolario mensile per un amico ammazzato, (Innuendo Edizioni, Terracina 2014, e IOD Edizioni, Napoli 2022), che gli hanno valso il Premio ‘Giancarlo Siani’ 2014, ed il romanzo storico Ballata e morte di un gatto da strada – Vita e morte di Malcolm X (NUA Edizioni, Brescia 2021), prefazionato da Claudio Gorlier, con postfazione di Walter Mauro, e supervisionato da Roberto Giammanco, e Diario di un suonatore guercio (inFuga Edizioni, Anzio 2023). È il direttore artistico del Festival Italiano di Ragtime. Il suo sito è www.gildodestefano.it

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