1I morti eccellenti
Nel mentre ci arrovellavamo le meningi per aprire questa divagazione con qualche foto significativa, il web ci è venuto in aiuto pubblicando, qualche ora fa, la immagine delle foto di Giorgio Napolitano e Matteo Messina Denaro.
L’ossimoro paradossale delle “emergenze parallele”, coniato da Aldo Moro allorquando si discuteva del compromesso storico tra la DC e il PCI, più volte poi ripreso da Eugenio Scalfari sulle pagine de “la Repubblica”, ben si adatta a collegare i due personaggi i quali, sebbene agli antipodi, sono stati entrambi sulla cresta dell’onda per molti decenni.
E sono stati anche acco/munati dalla loro laicità.
Ci siamo occupati, qualche giorno addietro, della morte del Presidente emerito Giorgio Napolitano, per il quale ci siamo uniti al generale cordoglio ed abbiamo attestato, insieme a milioni di italiani, il nostro affetto per quest’uomo che ha lasciato tracce indelebili di senso dello Stato e delle Istituzioni, scoprendo, poi, che era dotato anche di grande umanità, dimostrata in numerosi casi.
Siamo rimasti colpiti da un episodio che non conoscevamo, l’incontro che Napolitano volle con le vedove delle due vittime inaspettate che seguirono la strage di Piazza Fontana, la morte del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli, e l’assassinio del Commissario Luigi Calabresi.
Il Presidente Napolitano, il 9 gennaio 2009, volle riunirsi con le due vedove, che si incontrarono per la prima in quella circostanza, e rimase a parlare con loro per circa mezz’ora, tenendo tra le sue mani quelle delle due vedove; un segno impagabile di grande umanità.
Il Presidente Napolitano, coerente con il suo passato, ha voluto funerali laici ed ha voluto essere seppellito nel cimitero acattolico dov’è seppellito, tra gli altri, anche Antonio Gramsci.
Ma, anche se non tutti i deceduti di questi giorni hanno lo stesso valore e la stessa umanità, non si può non accumunare il Presidente Napolitano con l’altro personaggio, pure deceduto in questi giorni.
Parliamo di Matteo Messina Denaro, deceduto quasi in sordina, il quale pure ha rifiutato onoranze funebri cattoliche (che la Chiesa comunque avrebbe potuto rifiutare in quanto era stato a suo tempo scomunicato).
Non vogliamo che questo paragone fosse considerato irriverente ma solo constatare che anche Matteo Messina Denaro è stato, a modo suo e ovviamente in negativo, un personaggio che pure ha fatto molto parlare di se.
Non possiamo non considerare, infatti, che “ ‘u Siccu”, come era soprannominato il boss di Castelvetrano, vissuto negli ultimi trent’anni a Campobello di Mazara è stato, nel suo campo, un fuoriclasse, riuscendo a mimetizzarsi in un piccolo centro siciliano, dal quale, in qualità di componente del vertice di Cosa Nostra, è stato al centro delle peggiori nefandezze dalla stessa compiute, dagli assassini eccellenti a quello del piccolo Di Matteo, detenuto per circa due anni e poi ammazzato e sciolto nell’acido.
La fine della sua latitanza, come scrivemmo in data 28 gennaio 2023 in occasione della sua “cattura” (vedi link
“ https://www.ulisseonline.it/wp-admin/edit.php?s=MATTEO+MESSINA+DENARO&post_status=all&post_type=post&action=-1&m=0&cat=0&post_format&seo_filter&readability_filter&paged=1&action2=-1 ”), non fu per caso, ma fu certamente voluta dal pragmatico boss in quanto, gravemente malato di tumore, aveva capito di non poter più andare avanti ancora per molto, e da uomo concreto preferì affidarsi allo Stato, che aveva sempre combattuto, per essere curato fino alla morte, com’è di fatto avvenuto.
E si è portato nella tomba non si sa quanti segreti, al momento seppelliti con lui.
Ma, a modo suo, nonostante la rudezza alla quale la sua certamente dura vita che aveva scelto lo aveva abituato, pure ha mostrato qualche tratto umano, almeno nei confronti della figlia naturale Lorenza, avuta da una delle sue compagne, Alagna, con la quale non si era mai incontrato e che non aveva mai voluto riconoscere.
La ragazza, durante il periodo della carcerazione del padre, è andato a fargli visita quasi ogni mese, sembra che il padre, inizialmente, non avesse molto gradito tali visite, e che si sia addolcito solo quando la ragazza gli ha fatto conoscere il nipotino.
E, probabilmente a seguito di ciò, si è sciolto nei confronti della ragazza, ed ha stipulato anche l’atto di riconoscimento della stessa.
Ci chiediamo, ma senza pietismo o concessione di alcun tipo: ma non è che anche in personaggi di questo tipo, mostri sotto tutti gli aspetti, può albergare qualche tratto di umanità?