Ora anche Federcontribuenti ricorda di fare molta attenzione alle truffe e ai ricatti ai quali si va incontro in tante occasioni a seguito di telefonate promozionali che propongono attivazione di servizi aggiuntivi o sostitutivi di quelli già in essere: forniture di energia elettrica, gas, utenze telefoniche, finanziamenti, cessioni di V° di stipendi o pensioni, polizze assicurative, eccetera.
Dopo aver fatto le necessarie valutazioni, se si decide di aderire ad una di tali offerte, anche fatte tramite promotori telefonici, l’accoglimento della “proposta” -perché di tale si tratta fino alla definitiva accettazione che deve avvenire non prima di due settimane- avviene dopo aver ascoltato una registrazione tramite la quale si debbono fornire elementi di identificazione del cliente.
Alla fine della registrazione viene confermata l’adesione alla proposta e l’impegno di ricevere, tramite servizio postale o per e-mail, la copia integrale del contatto.
E’ buona norma leggere attentamente le norme contrattuali e le condizioni tutte, cosa certamente non facile per tante ragioni, tra le quali il numero dei fogli da studiare, la non sempre agevole lettura per le dimensioni ridotte dei caratteri, tant’è che si sta tentando, con l’intervento anche della Banca d’Italia, dell’Isvap, e di tante altre Associazioni di categoria dei fornitori di servizi, di rendere meno complessi ed ermetici tali contratti, di redarli con caratteri di maggiore dimensione, eccetera.
Dalla data di ricezione dello stesso decorrono due settimane per accettare o rifiutare: nella generalità dei casi se si accetta non occorre far niente, se si decide il contrario bisogna restituire un modulo allegato alla proposta di contratto.
E fino a questo punto è tutto fatto nel rispetto del codice del consumo.
E’ anche un comportamento maggiormente tutelante se il fornitore del servizio, ad esempio Enel o Gestori telefonici, ha in zona un suo ufficio, nel quale caso è preferibile consultarlo per avere, direttamente da un dipendente, tutte le opportune conferme, e stipulare in loco il contratto, comunicando al promotore telefonico la non adesione.
Il problema si complica quando i promotori telefonici di servizi chiedono un appuntamento a casa per illustrare la fornitura che viene proposta o consegnare un regalo; sembra una cosa maggiormente tutelante per il consumatore, ma in tanti casi è controproducente ed espone il consumatore a inconvenienti spiacevoli che spesso si trasformano in vere e proprie truffe.
Un espediente piuttosto frequente è la telefonata che avvisa di essere il fortunato vincitore di un depuratore, una macchina per il caffè o altro oggetto, che un consulente consegnerà direttamente a casa, previo appuntamento.
Nella totalità dei casi il consulente a domicilio spiega che il depuratore è totalmente gratuito ma che necessita di una manutenzione che viene offerta al costo di XX euro mensili senza abbonamenti o vincoli di sorta. Nel caso di macchine per il caffè c’è l’obbligo di acquistare un certo quantitativo di cialde, in genere una fornitura almeno biennale, il cui costo va attentamente valutato.
Poiché questi promotori sono molto esperti nelle tecniche di convincimento, nella quasi totalità dei casi il consumatore accetta, e gli vien chiesto di firmare un impegno scritto di due anni; si è fortunati se si ricevono bollettini di versamento tramite c/c postale, meno se si viene dato il proprio codice Iban per l’addebito automatico in conto.
Però non sempre è così, perché leggendo poi attentamente il contratto si scopre che l’impegno è ben più lungo, a volte anche decennale.
Ma è inconsueto che, dopo aver “fatto l’affare” come si crede, si vadano a leggere le condizioni; e se ciò avviene a nulla valgono le proteste anche telefoniche fatte al promotore, perché se il versamento deve essere fatto tramite bollettini postali, il consumatore può astenersi, ma in questo caso viene minacciato di venire segnalato come cattivo pagatore, non specificando a chi.
Si invece si è optato per l’addebito automatico in conto, fornendo il proprio Iban, ci si dovrà recare in Banca per revocare il Rid, cioè la disposizione di addebito.
E se la situazione degenera bisogna ricorrere a un Avvocato oppure a una Associazione di categoria per sbrogliare la matassa.
Molte persone, specialmente anziane, si sentono prese in una morsa dalla quale non è agevole uscire, e molte temono per le minacce ricevute, e si sentono truffate, ricattate e spesso impotenti.
Federcontribuenti ha confermato che negli ultimi tempi ha ricevuto una valanga di richieste di aiuto da parte di consumatori truffati e ricattati da aziende a caccia di polli da spennare.
Federcontribuenti consiglia i consumatori di non fissare nessun appuntamento dopo queste telefonate perché nessuno regala niente. Il consumatore non deve firmare mai niente senza aver prima letto bene; quando gli viene chiesto di firmare la ricevuta dell’oggetto ritirato, deve accertarsi che effettivamente sia una ricevuta, perché in moltissimi casi si tratta di contratti vessatori mascherati.
Se, invece, si è firmato un contratto e sono passati i 14 giorni previsti per il recesso il consumatore deve recarsi subito a sporgere denuncia per truffa contro l’azienda e il consulente che si è presentato. Fatta la denuncia sarà poi l’Associazione a provvedere per il consumatore la tutela e l’assistenza legale.
Federcontribuenti ricorda che nessuno vince niente, nessuno regala niente quindi è bene non fidarsi di promozioni o regali ed essere sempre molto guardinghi.