Sembra più che giusto celebrare la “settimana santa” ricordando gli orrori che gli invasori russi, a partire dall’attuale presunto Zar-Putin, fino all’ultimo milite dell’esercito occupante, stanno commettendo nella martoriata Ucraina, ai danni della popolazione, intrappolata alla totale mercé dei militari russi che spietatamente infieriscono sulle migliaia di cittadini che non sanno dove scappare.
Parliamo di migliaia di cittadini, in prevalenza bambini, donne, persone anziane, costretti a vivere giornate intere nei rifugi sotterranei, i quali, appena si azzardano a mettere fuori la testa in cerca di qualcosa da mangiare, di acqua da bere, vengono falciati dalle cannonate, dalle mitragliatrici o dai cecchini appostati sugli scheletri dei fabbricati distrutti.
Ed è confermato che a tali orrori si siano aggiunti quelli delle violenze personali ai danni di donne e persino di bambini, alle quali sembra che poi facciano seguito crudeli esecuzioni; le fosse comuni trovate pochi giorni fa a Bucha le ha documentate Danny Kemp e la sua squadra dell’agenzia France Presse quando sono riusciti a entrare in quel sobborgo di Kiev trasformato in un mattatoio, testimoniando le falsità russe che le hanno negate; la vicina Borodyanka è stata definita un cimitero.
E se tutto questo non riporta le nostre menti al martirio di Cristo, non sappiamo come ricordare ciò che accadde XXI secoli or sono a Gerusalemme; i credenti che fanno precedere la Pasqua da celebrazioni, riti, orazioni e giaculatorie, oggi hanno l’occasione di invocare la protezione del Padre-Eterno su questa popolazione, il cui martirio è documentato da un mese e mezzo su tutte le reti tv, la cui resistenza e perseveranza nel difendere la propria terra può essere ben definita eroica.
Le invocazioni di Papa Francesco
Possiamo ben dire che nell’attuale drammatica situazione una delle voci più autorevoli a invocare la pace sia quella di Papa Francesco, che con le sue parole e i suoi comportamenti vorrebbe indurre i potenti ad azioni concrete affinché immediatamente facciano cessare le azioni militari in tutta l’Ucraina, ma specialmente nelle città maggiormente prese di mira, come Mariupol, ormai quasi totalmente rasa al suolo.
Purtroppo Mariupol, divenuta il simbolo delle crudeltà, sembra ancora martoriata dai bombardamenti.
Il nuovo Zar russo, impantanato e costretto a riposizionare le truppe per tentare di portare a casa qualche risultato concreto che giustifichi questa invasione alle famiglie delle migliaia di militari caduti, sembra stia tentando di ridarsi credibilità occupando tutta la fascia meridionale dell’Ucraina che consentirebbe alla flotta russa di accedere, attraverso il Mar Nero, al Mediterraneo; se cadrà definitivamente Mariupol è possibile che attacchi simili avvengano a Odessa, finora soltanto sfiorata dalla guerra.
Ma in tutto questo discorso, nel mentre Papa Francesco ha svolto e sta svolgendo, purtroppo inascoltato, il suo ruolo di pacificatore, non ha avuto un comportamento analogo il Patriarca della Chiesa ortodossa, il quale non solo si è schierato con Putin giustificandolo, quasi osannandolo, per l’invasione, ma lasciandosi andare a considerazioni di incredibile e ingiustificata gravità contro il popolo ucraino, accusato di corruzione, di difendere o diritti dei gay e degli Lbgt che starebbero invadendo i paesi occidentali: come se tutti i mali del mondo fossero colpa di una risicata minoranza di “diversi”, dai gay ai transessuali, che se ne stanno per i fatti loro e, a parte qualche sporadico raduno, non danno fastidio a nessuno.
Insomma Putin, secondo Kirill, sarebbe il novello Arcangelo che guida la crociata per la difesa dei valori cristiani contro il lassismo occidentale: probabilmente a guidare la Chiesa Ortodossa ora è solo un vecchio rincretinito che sta facendo più danni dello stesso Putin.
Il che è un ostacolo per la pace in quanto Papa Francesco ha manifestato il suo orientamento di recarsi in Ucraina, ma se fosse accompagnato anche dal Patriarca Ortodosso sarebbe un bella lezione per Putin e per il mondo intero.
E fa veramente rabbia pensare che qualche anno fa tra i due sembrava esserci una perfetta intesa sulla difesa della fede e della umanità.
Migliaia di morti sepolti dalle macerie
Non si riesce a stabilire quanti siano i morti di questa guerra, a causa dei bombardamenti violentissimi e continui che le armate russe stanno facendo nelle città assediate, in conseguenza dei quali interi fabbricati si sbriciolano, non si sa cosa nascondano.
Si parla di migliaia di persone semplicemente “scomparse”, significa che non si sa dove siano finite, ma non è escluso che siano sepolte sotto quelle macerie e che verranno fuori se e quando, cessati i bombardamenti, si riuscirà a liberare le aree dalle macerie.
Tutto questo perché l’esercito russo, nella furia di distruggere, non ha mai cessato di bombardare, il che ha impedito di rimuovere le macerie; uno dei tanti tragici errori fatti dagli invasori nella convinzione che la loro preponderanza avesse avuto uno sviluppo immediatamente per essi positivo, con la definitiva sconfitta dell’attuale dirigenza ucraina, la sua sostituzione con un governo fantoccio che non avrebbe mai fatto emergere la vera dimensione dei disastri.
Ora sembra che non sia più così; probabilmente i responsabili delle armate russe, resisi conto che non riusciranno in questo loro intento, sembra stiano adottando una nuova tecnica, quella dei crematori mobili, nei quali vengono inceneriti i cadaveri delle vittime che si riescono a raccogliere, e non è escluso che tra essi possano esserci anche militari russi che nessuno vuole ufficializzare, e che risulteranno “militi ignoti”; tecnica brutalmente raffinata, che si ispira ai campi di sterminio nazisti, con l’unica differenza della mobilità.
Ai tati orrori qualche giorno fa se n’è aggiunto un altro, è stata divulgata una storia che aggiunge atrocità ad atrocità.
Un gruppo di militari ucraini, in uno scontro ha ammazzato un giovane militare russo il cui telefonino non ha subito danni, e i “vincitori” dello scontro hanno pensato di utilizzarlo per telefonare ai familiari del morto e raccontare quello che era rimasto del corpo smembrato: la famiglia ha saputo da sghignazzanti interlocutori la notizia del familiare ucciso.
Pace o condizionatori?
Questo è stato lo stringente dilemma posto da qualche giorno agli italiani dal Premier Draghi, che in un primo momento ha sorpreso tutti, e in tanti si sono chiesti cosa volesse dire.
Semplice, Draghi ha fatto comprendere, con la solita lucida freddezza, che siamo ad una svolta.
Finora si è fatto un gran parlare delle sanzioni che tutti i paesi occidentali hanno, di comune accordo, inasprito nei confronti della Russia dopo il 24 febbraio, data della invasione.
Ma a ben guardare, tali sanzioni non hanno scalfito più di tanto la economia russa la quale si fa forte del fatto che molti paesi della Unione Europea dipendono dalle sue fonti energetiche, senza l’energia russa noi e tanti altri paesi occidentali d’Europa saremmo in forti difficoltà; tant’è che oggi la sola Italia paga alla Russia 260.milioni di dollari al giorno per acquisto di gas, e circa 15.milioni di dollari per il petrolio; in sostanza noi italiani paghiamo alla Russia ogni giorno 275.milioni di dollari, nonostante le sanzioni.
La Russia, con i suoi 146.milioni circa di abitanti, ha un Pil di circa 1631.milioni di $, l’Italia, circa 59.milioni di abitanti, ha un Pil di 2090.milioni di $: il raffronto è significativo, specialmente se si pensa che la Russia vanta grandi risorse naturali, in particolare petrolio e gas, pilastri della sua economia.
Questo sta a significare che se venissero applicate seriamente le sanzioni, la Russia non potrebbe più esportare ai paesi occidentali gas e petrolio, il che significherebbe un suo impoverimento rilevante.
Tanto premesso, alcuni giorni fa il nostro Premier è riuscito a convincere l’UE che se applicassimo scrupolosamente le sanzioni, impoveriremmo la Russia e la priveremmo di entrate finanziarie con le quali si paga anche esercito e guerre.
Abbiamo il coraggio di farlo? Avremo il coraggio di privarci del nostro benessere energetico, almeno fino a quando non troveremo fonti alternative, interne o esterne, in circa tre anni?
Mario Draghi ha lanciato un messaggio, starà ai paesi occidentali, prevalentemente a quelli dell’UE., oltre che a noi stessi, fornire una risposta.
La quale, se sarà negativa, nel senso di mancata disponibilità a sacrificarci, ci costringerà anche assumerci la responsabilità di alimentare indirettamente l’economia guerrafondaia russa e dovremo anche smettere di piangere lagrime di coccodrillo quando vedremo le immagini violente provenienti dall’Ucraina.