L’argomento è quanto mai interessante e di attualità in quanto risulta ancora sospesa le sostituzione di Silvio Berlusconi il cui seggio al Senato, dopo la sua morte, avvenuta il 12 giugno scorso, risulta ancora vuoto.
Se un Deputato o un Senatore decede mentre è ancora in carica il seggio non può rimanere vacante, qualcun altro ne deve prendere il posto, altrimenti la democrazia subirebbe un vulnus, verrebbe a mancare il rappresentante di una determinata parte della popolazione.
Deputati e Senatori decidono le sorti dell’Italia attraverso i voti che esprimono durante le sedute di Camera e Senato. Essi rappresentano gli italiani e approvano le leggi che, una volta promulgate, incideranno sulla vita di tutti i cittadini.
Cosa succede se un parlamentare muore
La possibilità che uno o più parlamentari non possano esercitare le proprie funzioni è una cosa piuttosto seria, visto che l’evento contribuisce a indebolire il processo democratico che si svolge in aula.
Pensiamo, ad esempio, a un partito che abbia solo dieci senatori: se due di loro vengono a mancare, la rappresentanza popolare di quel partito all’interno della coalizione sarà più debole.
Cosa prevede la legge nel caso in cui un senatore o un deputato muoia? La carica rimane “vacante” oppure qualcuno prende il suo posto?
Scopriamolo.
Partiamo dall’attuale numero dei parlamentari in Italia: a seguito della riforma costituzionale del 2020, i Parlamentari italiani sono 600, 400 Deputati e 200 Senatori.
In precedenza il numero era molto più elevato, in quanto la Costituzione prevedeva 630 Deputati e 315 Senatori, per un totale quindi di 945 Parlamentari.
Ai Parlamentari eletti si aggiungono i 5 Senatori a vita, scelti direttamente dal Presidente della Repubblica tra i cittadini che hanno dato lustro alla Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario.
Inoltre, anche gli ex Presidenti della Repubblica, ottengono di diritto la carica di senatore a vita.
Attualmente sono in carica sei senatori a vita: il Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, e altri cinque di nomina presidenziale, Mario Monti, Elena Cattaneo, Renzo Piano e Carlo Rubbia, nominati da Napolitano, e Liliana Segre, nominata da Sergio Mattarella.
Non c’è differenza fra Deputati e Senatori, perché tutti partecipano allo stesso modo al processo democratico che si svolge nelle aule del Parlamento, godendo quindi delle stesse facoltà e degli stessi privilegi.
Ciò significa che tutti i parlamentari sono uguali, non essendoci alcuna prevalenza degli uni sugli altri; sarebbe quindi non corretto dire che i Senatori sono più importanti dei Deputati, o viceversa.
Ci sono tuttavia alcune differenze, la più importante delle quali riguarda l’età che occorre avere per rivestire le cariche: infatti per essere eletti alla Camera dei Deputati occorre aver compiuto almeno 25 anni, per diventare Senatore occorre avere compiuto almeno 40 anni.
Inoltre, secondo la Costituzione solo i componenti del Senato sono eletti su base regionale: questo significa che ognuna delle Regioni italiane costituisce una circoscrizione alla quale spetta un certo numero di Senatori.
Ebbene, se un parlamentare decede occorre che un’altra persona ne prenda il posto. La modalità di successione al seggio dipende però dalla modalità in cui è stata svolta l’elezione precedente.
Per la precisione:
- se il parlamentare deceduto era stato eletto in un collegio uninominale, si procede con elezioni suppletive nel collegio d’elezione;
- nel caso di elezione con lista bloccata, dunque con una graduatoria già stabilita dai partiti, nel seggio vacante subentra il successivo in lista.
In altre parole, il successore del Parlamentare deceduto deve essere scelto con gli stessi criteri che, a suo tempo, determinarono l’elezione dello stesso.
Questo specifico punto merita sicuramente un approfondimento.
Differenze tra “Collegio uninominale”, “Collegio plurinominale” e “Lista bloccata”.
Poiché la scelta del successore del parlamentare deceduto dipende dalle modalità di elezione, occorre fare chiarezza sui diversi sistemi, fermo restando che ogni legge elettorale prevede così tante peculiarità da non poter essere interamente indicate in questa sede.
Si parla di “Collegio uninominale” quando in ciascun collegio ogni partito presenta un solo candidato, il quale viene eletto con metodo maggioritario. Il sistema uninominale, quindi, prevede che una circoscrizione elettorale elegga un unico rappresentante.
Invece nel “Collegio plurinominale” gli elettori possono eleggere più di un rappresentante. I seggi dei collegi plurinominali sono assegnati con il metodo proporzionale.
La “Lista bloccata” sta a indicare che gli elettori non possono esprimere preferenze, cioè non possono decidere il nome del candidato che vorrebbero: il giorno delle elezioni si potranno votare, quindi, solo le persone già scelte dalle segreterie dei partiti e inserite nelle graduatorie.
Il sistema delle liste bloccate riguarda, quindi, i collegi plurinominali, in quanto in quelli uninominali c’è solo un candidato da scegliere.
Chi viene eletto quando muore un parlamentare
La legge disciplina le modalità di interruzione della carriera parlamentare, tra cui si annoverano l’incompatibilità, le dimissioni e ovviamente una grave malattia o il decesso durante la carica.
La morte di un parlamentare è senza dubbio un momento di lutto per le Istituzioni, e la nomina del sostituto è stata regolamentata per garantire il proseguimento delle funzioni e la stabilità del Parlamento.
Come abbiamo detto in precedenza, la scelta del successore alla morte di un parlamentare è differente a seconda dell’elezione con cui era stato eletto il deceduto.
In particolare, se il parlamentare era stato eletto in un collegio uninominale, dunque con il maggioritario, si procede nello stesso modo con le elezioni suppletive nel collegio d’elezione.
Quando il parlamentare deceduto, invece, era stato eletto con il proporzionale, dunque all’interno di una lista bloccata, il seggio vacante viene occupato dal secondo nella graduatoria prefissata.
La prima casistica attiene ovviamente anche alla morte diSilvio Berlusconi, eletto come senatore della Repubblica italiana il 25 settembre 2022 nel collegio uninominale 6 della Lombardia, quello di Monza.
Per conoscere il successore che subentrerà al suo posto in Senato bisognerà attendere, quindi, le elezioni suppletive le quali, di norma, debbono essere disposte entro 90 giorni dalla vacanza, ma questo termine può essere prorogato per particolari eccezioni.
Naturalmente, le elezioni suppletive si svolgeranno anch’esse con il sistema maggioritario.
Nel caso specifico d Silvio Berlusconi, il Consiglio dei ministri ha deciso che le elezioni suppletive per sostituirlo in Senato si terranno il 22 e 23 ottobre 2023 nel collegio uninominale di Monza, in Lombardia, nel quale Berlusconi aveva conquistato il seggio con oltre il 50 per cento dei voti, quasi il doppio di quelli raccolti dalla candidata di centrosinistra Federica Perelli.