scritto da Nino Maiorino - 18 Luglio 2024 06:24

Cava, quale turismo?

foto Angelo Tortorella

Nella mattinata di domenica 14 luglio, sulla chat della redazione di questo giornale si è sviluppato un importante dibattito, ampio e articolato, svolto da una parte dei redattori, riguardante il ruolo della città dal punto di vista turistico e dell’accoglienza.

È stato un susseguirsi di messaggi ognuno dei quali rispecchia il punto di vista di uno dei redattori e, sostanzialmente, quello di una parte della cittadinanza la quale sembra sorda a tali problematiche, salvo sporadiche lamentele sotto i portici.

Per questo motivo le osservazioni dei nostri redattori possono ben essere letti come aspirazioni e desideri della cittadinanza.

La tematica toccata, quella del turismo e dell’accoglienza, è particolarmente sentita in quanto basta fare una passeggiata lungo il corso porticato per sentirne di cotte e di crude sui bar, sulla ristorazione, sui pub; si parla forse meno dell’aspetto alberghiero, inteso come luoghi di pernottamento, in quanto esso attiene solo ai turisti che desiderano restare alcuni giorni in zona, e che magari scelgono gli hotel o i numerosi B&B metelliani solo per una convenienza economica

Il che induce gli sprovveduti turisti a spostarsi poi continuamente tra Cava e le città limitrofe, da Vietri s. M. a Salerno, utilizzando quindi Cava come città dormitorio.

Secondo il parere di chi scrive il dibattito aperto evidenzia una certa confusione nelle aspettative.

C’è chi, senza eccessivo approfondimento, ritiene che Cava non badi molto all’accoglienza, non si attivi per attrarre turisti, languendo in un torpore che la blocca da tempo.

Certamente la città non può illudersi di incrementare il turismo basandosi solamente sulle manifestazioni estive che ruotano intorno alla festa di Montecastello, agli Sbandieratori e ai Trombonieri, e trascurare tutto il resto, parliamo in particolare dei numerosi gruppi artistici che non trovano adeguata accoglienza nelle strutture metelliane, peraltro risicate e spesso inavvicinabili.

Comunque a nostro avviso sarebbe il caso di dividere il problema in due parti, quella che riguarda l’accoglienza giornaliera, e quella che riguarda l’accoglienza turistica di più giorni.

Per l’accoglienza giornaliera, indipendentemente dal folclore basato sulle manifestazioni che fanno capo a Monte castello, ci sarebbe la necessità di affiancarle con altre attività basate sul coinvolgimento dei numerosi gruppi artistici e culturali ai quali abbiamo accennato prima.

Cava è ricca di associazioni culturali, molto vitali nonostante le difficoltà, e nella maggior parte dei casi i loro componenti lo fanno per passione, spesso pagando di tasca loro anche le spese che affrontano.

Da questo punto di vista non dobbiamo auto-crocifiggerci; chi viene a Cava per trascorrere una serata al fresco, oppure per fare una passeggiata anche serale, andare a mangiare una pizza o fare una cenetta in santa pace, trova decine di locali accoglienti e disponibili, per tutte le tasche, e non solo nel fine settimana, ma trova anche un tessuto culturale che offre tanto.

Il problema è che le attività artistiche non sono adeguatamente pubblicizzate, incombenza della quale in passato si faceva carico la soppressa Azienda di Soggiorno e Turismo.

In sua assenza dovrebbe esserci qualche settore della amministrazione comunale che se ne occupasse.

Ma su questo aspetto torneremo tra poco.

Qualcuno lamenta che Cava sia diventata una specie di stazione turistica terminale che si preoccupa solo di smistare i vacanzieri giornalieri verso la costiera amalfitana oppure al sud di Salerno.

Ma non si è sempre detto che Cava è la porta della costiera? E se la gente la utilizza in tal senso, in cosa sbaglia?

Per questa idea/progetto venne costruito l’ampio parcheggio di Corso Marconi da utilizzare per lasciare le autovetture e utilizzare i pulmini che da Cava dovevano portare i vacanzieri a Vietri e oltre.

Concludendo questo capitolo torniamo al nocciolo del problema, quello della spinta verso un turismo locale che dedichi maggiore attenzione alla cultura.

E qui entra in ballo la struttura amministrativa che fa capo all’Assessore al Turismo e spettacolo, Armando Lamberti, ma principalmente al Sindaco Servalli, che resta l’ago della bilancia.

Quest’ultimo deve essere più disponibile e accogliente verso le associazioni culturali delle quali abbiamo parlato prima: la città non offre molte strutture adeguate, è purtroppo priva di un vero teatro, quello disponibile ha pochi posti, c’è poi il Complesso San Giovanni che si adatta alla bisogna esclusivamente nei periodi estivi rendendo disponibile il giardino; gli altri locali non sono adatti né attrezzati.

Pertanto il Sindaco Servalli dovrebbe essere meno fiscale, e offrire gratuitamente alle organizzazioni artistiche le poche location disponibili, e l’Assessore alla Cultura dovrebbe curare una adeguata comunicazione nei confronti della città e dei turisti che essa accoglie.

In tal modo si conseguirebbe il doppio risultato: avvicinare all’arte metelliana le persone, e non solo del periodo estivo, senza penalizzare le attività ristorative.

Diverso è il discorso per il turista continuativo, cioè che viene a Cava per alcuni giorni e che, a dire di qualcuno, non sa nemmeno che la città ospita la millenaria Abbazia Benedettina.

Chi si trova in queste condizioni dimostra di essere un turista sprovveduto che non sa nemmeno programmare un viaggio, è uno che va in giro a perdere tempo e che non ha altri interessi oltre a quello che bighellonare, tanto per dire che è stato a Cava.

Se avesse effettivamente interessi culturali per prima cosa dovrebbe stilare un programma, stabilendo cosa visitare a Cava, cosa a Vietri o nella “divina” costiera, cosa a Salerno, e via dicendo.

Concludendo: chi scrive non è originario di Cava, eppure ci vive da oltre quarant’anni, e girando per la città continuamente si interroga su cosa vorrebbe trovare di più; onestamente non soffre eccessivi disagi.

Certamente i problemi non mancano, certamente le zone centrali sono tenute meglio delle periferie, certamente in alcune zone della città il costo dei parcheggi è eccesivo, certamente la città è sommersa dal traffico leggero e pesane, certamente…

Ma tutto è migliorabile, e piangerci addosso non serve a niente, meglio organizzarsi e, anche tramite Ulisse online, premere su chi di competenza per ottenere maggiori risultati.

Il continuo piangersi addosso è stucchevole e non porta a nulla, ma probabilmente lo comprendono meglio coloro che non sono di Cava o i cavesi che vivono altrove.

 

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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