Concludiamo il discorso iniziato ieri con l’articolo “Carte di debito e di credito addio?”, per vedere cosa accadrà con le “carte di credito” nell’anno 2030, salvo proroghe.
Anche nel nostro paese è stato superato il gap legato alla diffidenza nel confronti dei pagamenti non con moneta contante, tant’è che sono in circolazione oltre 27.milioni di carte (circa lo 0,52 carte pro capite).
A livello mondiale, nel solo secondo trimestre 2023, le carte di credito Visa sono state utilizzate per circa 25.miliardi di pagamenti, e quelle Mastercard per circa 19.miliardi.
Nel precedente articolo abbiamo anticipato che chi è intestatario di un c/c non è obbligato ad avere anche la “carta di credito”: è una scelta personale legata al suo stile di vita; ma se la chiede è obbligato ad avere un c/c.
Le spese pagate con la “carta di credito”, al contrario di quelle pagate con “la carta bancomat”, non vengono immediatamente addebitate sul conto, ma cumulate nell’arco del mese e addebitate ad una certa scadenza, molti gestori lo fanno il 15 del mese successivo; il titolare della carta, quindi, non è obbligato ad avere la disponibilità sul c/c al momento dell’acquisto, ma deve preoccuparsi di averla alla data dell’addebito. In pratica, il gestore della “carta di credito” gli concede un affidamento, sostituendosi così a una banca.
E’ interessante sapere che la “carta di credito” può funzionare anche come carta di debito, ma non viceversa; al momento del pagamento con la “la carta di credito”, sul POS potrà comparire la doppia scelta: se appoggiarsi a uno dei circuiti Bancomat, oppure a uno dei circuiti previsti dal pagamento con carta di credito.
C’è anche da evidenziare che la “carta di credito” potrebbe anche essere richiesta ad una società diversa dalla banca presso la quale è acceso il c/c, come avviene per l’ “American Express”.
Le carte di credito classiche, come quelle associate ai circuiti VISA Debit o Mastercard Debit, possono essere utilizzate per pagamenti sia a livello nazionale che internazionale e per acquisti online.
Come abbiamo già detto nel precedente articolo per le “carte di debito o bancomat”, dal 2030 anche per le “carte di credito” potrebbero esserci importanti variazioni: vediamo quali.
Il colosso dei pagamenti MasterCard ha anticipato che sta sviluppando una nuova tecnologia che potrebbe rendere obsolete le carte di credito e debito entro il 2030.
L’innovazione su cui sta lavorando ha l’obiettivo non solo di semplificare il processo di pagamento, ma anche di aumentarne la sicurezza e la comodità d’utilizzo per i consumatori.
La novità proposta si basa sull’utilizzo di “token” unici per ogni transazione, in sostituzione delle carte tradizionali. Questi token generano una combinazione univoca e irripetibile per ogni pagamento, così da aumentare la sicurezza e ridurre il rischio di frode, perché non vi sarebbe più la necessità di condividere dati riservati.
Il termine “token”, in informatica, indica un indicatore univoco registrato in un registro elettronico condiviso, e rappresenta un oggetto digitale che certifica la proprietà di un bene e consente l’accesso a un servizio. I “token” sono costituiti da una sequenza di informazioni digitali protette. Uno dei tipi è chiamato “token fungibile”, ed è utilizzato come mezzo di pagamento (da Treccani).
Inoltre, MasterCard sta esplorando l’integrazione dei dati biometrici come mezzo per convalidare i pagamenti; invece di carte e codici PIN, gli utenti potranno effettuare le transazioni utilizzando il palmo della mano, l’impronta digitale o il riconoscimento facciale, rendendo il processo più sicuro e pratico.
L’azienda sta già collaborando con banche, società Fintech e commercianti per creare l’infrastruttura necessaria per consentire l’implementazione di questa nuova tecnologia.
Si prevede che entro il 2030 l’autenticazione biometrica e i “token” monouso saranno parte integrante di tutte le transazioni, in sostituzione dei metodi tradizionali.
Il termine Fintech nasce dall’unione di due parole, Financial e Technology, perciò può essere tradotto con Tecnofinanza o Tecnologia Finanziaria.
Con Fintech, quindi, ci riferiamo alle aziende che applicano le più recenti innovazioni Tech (Tecnologia dell’informazione) per migliorare il mondo della finanza.
Non possiamo concludere senza citare i costi delle “carte di credito” e delle “carte bancomat”: sono simili e partono da un minimo di 10 euro annui a salire; ogni gestore fa la sua politica e carte prestigiose hanno costi alti; l’American Express oro, ad esempio, ha un costo annuo di 165 € (il primo anno è gratuita).
Le fonti dei due articoli sono nel sito finanziario Meney.it e in blog specializzati nella problematica dei pagamenti virtuali.