Il 27 maggio scorso ci ha lasciato, all’età di 84 anni, vittima di una brutta malattia, un’altra icona delle eccellenze italiane, adorata dagli italiani e dagli stranieri amanti della danza classica, della quale Carla Fracci è stata una delle più significative rappresentati, regina dei palcoscenici mondiali, considerata la più grande ballerina classica del XX° secolo, e una delle più grandi di tutti i tempi. Nel 1981 il New York Times l’aveva definita “prima ballerina assoluta”.
Unanime, ovviamente, il cordoglio delle nostre massime Autorità, dal Presidente Sergio Mattarella in giù; e non poteva essere diversamente perché Carla Fracci meritava tutti gli omaggi che le hanno tributato.
Persona schiva nonostante il grande prestigio conquistato in oltre sessanta anni di esibizioni nei maggiori Teatri mondiali, era rimasta umile, memore delle sue origini, e questa dote era un’altra perla della sua collana, e non solo di quella che abitualmente indossava, ma di quella più importante che distingue la vita dei grandi personaggi.
Carla Fracci era nata il 7 agosto 1936 in una famiglia di umili origini, il papà era tranviere dell’ATM, la mamma operaia della Innocenti. Aveva una sorella, Marisa, ancora in vita, anche lei ballerina di danza classica, che però non ha avuto il suo stesso successo.
Nel 1946 iniziò a studiare nella scuola di ballo del Teatro San Carlo, e conseguì il diploma nel 1954: nel 1956 divenne danzatrice solista, e nel 1958 prima ballerina, all’età di 20 anni.
Alla fine degli anni cinquanta e negli anni sessanta danzò con alcune compagnie straniere, in Inghilterra con la London Festival Ballet e il Royal Ballet, in Germania con il Belletto di Stoccarda, in Svezia con il Balletto Reale.
Dal 1967 fu ballerina dell’American Ballet Theatre di New York, una delle principali compagnie di ballo del secolo scorso, e una organizzazione di punta della danza classica nel mondo.
Carla Fracci era specializzata in ruoli drammatici, i più noti Giulietta, Swanilda, Francesca da Rimini, Giselle e ha danzato con tanti ballerini di levatura mondiale, quali Rudolf Nureyev, Henning Kronstam, Mikhail Baryshnikov, Marinel Stefanescu, Alexaaander Godunov, Eric Bruhn, Roberto Bolle e Gheorghe Ianku.
Carla Fracci è stata anche protagonista di programmi, film e fiction televisive.
Alla fine degli anni ottanta diresse il Corpo di ballo del Teatro San Carlo di Napoli, nel 1996 e 1997 ha diretto il Corpo di Ballo dell’Arena di Verona, dal 1994 fu membro dell’Accademia di Belle Arti di Brera, dal 1995 fu Presidente dell’Associazione Ambientalista Altritalia Ambiente, e nel 2004 venne nominata “Ambasciatrice di buona volontà” della FAO.
Dal novembre del 2000 al luglio del 2010 diresse il corpo di ballo del Teatro dell‘Opera di Roma.
Dal 2009 al 2014 è stata Assessore alla Cultura della Provincia di Firenze, e nel 2015 Ambasciatrice di Expo Milano.
Ha interpretato anche alcuni film e partecipato a serie televisive.
Moglie del Regista Beppe Menegatti, sposato nel 1964, ha avuto un solo figlio, Francesco, che è stato il Regista della maggior parte degli spettacoli da lei interpretati.
Ma, indipendentemente dai film e dagli spettacoli televisivi, la sua vera passione è sempre stata la danza, l’amore della sua vita, alla quale ha dedicato tutta sé stessa.
“La immaginiamo vestita di bianco camminare con il suo passo leggero e la accompagniamo fino alle soglie del mistero, fino a quel crinale che dovrà oltrepassare da sola, e lì l’attende il Signore con le braccia aperte”, ha detto nell’omelia monsignor Gianni Zappa.
Un’omelia ascoltata dai banchi della chiesa dai familiari della “stella della danza” dal ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini, dal sindaco Giuseppe Sala, dal sovrintendente della Scala, Dominique Meyer, e dai ballerini Roberto Bolle ed Eleonora Abbagnato.
Commossi il marito della “stella” e regista Beppe Menegatti, il figlio Francesco e i nipoti.
“Abbiate cura del Teatro, della Scala e soprattutto della danza che è sempre più viva ed è tra le bellezze che salverà il mondo”, ha detto il marito al termine del funerale.
In occasione dei funerali il sindaco ha proclamato il lutto cittadino in segno di cordoglio e di partecipazione dell’intera comunità milanese per la scomparsa della Fracci.
“Purtroppo in questi cinque anni da sindaco ho assistito a funerali eccellenti … ma non ho mai visto un’unione così della città per una persona come per Carla Fracci”, ha detto il primo cittadino che, come prima iniziativa per onorare la sua memoria, ha chiesto all’Atm, l’Azienda municipalizzata che gestisce il trasporto pubblico del capoluogo lombardo, di dedicare un tram “tutto bianco” della linea numero ‘1’; era quella che il papà di Carla Fracci, quando passava dinanzi alla Scala, suonava per salutare la figlia che si allenava.
Anche noi di Ulisse desideriamo associarci al cordoglio nazionale per questa libellula che purtroppo non volerà più sui palcoscenici dei teatri del mondo, ma continuerà a farlo in cielo.