Dall’impiego dell’esercito all’acquisto dello Sputnik russo. Come accelerare la campagna di vaccinazione
Il 2020 era terminato con un sospiro di sollievo per via dell’annuncio delle prime dosi di vaccino sperimentate e testate contro il Cov-Sars-2, meglio noto come Covid-19. Tuttavia, già nei primi mesi del nuovo anno ci si è dovuti fare i conti con una triste realtà: prima le riduzioni di forniture programmate agli Stati acquirenti ( di Pfizer e AstraZeneca) e successivamente la difficoltà di natura organizzativa di somministrazione alla popolazione.
I dati sulla campagna di vaccinazione
Ad oggi, su circa 5 milioni di dosi consegnate ( a causa dei tagli sarebbero dovute essere molte di più) soltanto 3 milioni circa risultano somministrate, ovvero il 71,2% come illustra il report del sito del Governo[1].
Pertanto, se è vero che le case farmaceutiche, pur giustificando con motivazioni di natura industriale-gestionale, hanno ridotto le forniture previste, è anche vero che vi sono ritardi e problematiche nella somministrazione ( fermo restando il quantitativo di scorta suggerito). Appare evidente che anche qualora fossero giunte non si sarebbero potute sfruttare.
I medici di famiglia
Per tale motivo, da tempo si sono ventilate (e proposte) alle Istituzioni altre strade percorribili tra le quali il coinvolgimento delle rete dei medici di famiglia nella somministrazione. Proprio alcuni giorni fa è stato – finalmente – siglato un protocollo di intesa tra Governo, Regioni e sindacati dei medici di famiglia per il loro contributo nella campagna di vaccinazione. iò permetterà una più agevole e rapida somministrazione nel territorio.
La proposta di Confindustria
Anche il mondo industriale, ovvero Confindustria, ha mostrato disponibilità a collaborare. Infatti, il presidente nazionale Carlo Bonomi ha proposto[2] al premier Mario Draghi che sarebbe possibile sfruttare le aziende e la rete di medici del lavoro per vaccinare i dipendenti, e relativi familiari, delle aziende aderenti all’organo di rappresentanza. In questo caso si parlerebbe di circa 12 milioni di individui. Logicamente ciò si scontra con la programmazione stilata che prevede la somministrazione prioritaria ad altre fasce lavorative e di età. In ogni caso la rapidità di aumentare il numero di vaccinati è necessaria più che mai a causa della notevole diffusione delle varianti del virus che sta moltiplicando i contagi.
Inoltre, si sta pensando anche all’impiego delle Forze armate[3], nella produzione e somministrazione, disponendo di mezzi, strutture e personale sanitario dislocati in modo capillare sull’intera penisola. Ed infatti già in Milano si è proceduti con il loro impiego.
Il vaccino russo Sputnik V
Ancora, alcuni presidenti di Regione come Vincenzo De Luca (Campania) e Luca Zaia (Veneto) si sono mostrati – di fronte ai ritardi di consegna – interessati all’acquisto del vaccino russo Sputnik V, realizzato la scorsa estate dal quale si attende la verifica da parte delle autorità (Ema ed Aifa).
Tuttavia, in agosto tale vaccino era stato criticato in quanto giudicato dai media come una mossa politica del presidente Vladimir Putin di ottenere popolarità. Un Paese dove i diritti non vengono tutelati e garantiti come in Occidente e antagonista agli Usa, vero, e che ha portato a diffidare dei relativi vaccini, ma il nesso dove sarebbe?. Non a caso altri Paesi hanno tranquillamente provveduto all’acquisto (Brasile, India, Messico, Arabia Saudita…). Soltanto ora le autorità lo stanno valutando lo Sputnik V ( e si sarebbe potuto farlo da mesi) e nella Repubblica di San Marino si è già partiti.
Come si evince, altre strade percorribili ci sono e dovrebbero perlomeno essere tenute in considerazione perché il fattore tempo è essenziale se si vuole evitare una nuova congestione delle strutture sanitarie, decessi ed un definitivo tracollo economico.
[1] Fonte: https://www.governo.it/it/cscovid19/report-vaccini/
[2] Fonte: https://quifinanza.it/info-utili/video/vaccini-fabbrica-confindustria/464026/
[3] Fonte: https://www.corriere.it/cronache/21_febbraio_23/vaccini-capo-stato-maggiore-l-esercito-pronto-vaccinare-senza-sosta-fbef0026-74fa-11eb-b048-5f97627f6464.shtml