Il cosiddetto “Decreto Semplificazioni”, meglio conosciuto dagli addetti ai lavori come Decreto-Legge 76/2020, convertito in legge dal parlamento in data 10 settembre 2020, nel mentre semplifica tanti adempimenti sburocratizzando le procedute, complica la vita a tanti cittadini, nel caso specifico agli automobilisti.
Questo perché, come di consueto, nonostante i richiami più volte fatti dal Presidente Mattarella, il Governo non ha perso l’abitudine di concentrare, in un unico decreto, provvedimenti che incidono su numerosi campi, come in questo caso, dove si spazia dalle modifiche al Codice della strada alle emissioni acustiche, passando per i serbatoi di Gpl, la trivellazione delle coste, le scadenze dei termini di numerosi adempimenti, la tutela dell’ambiente, per citarne solo alcune lette nelle circa 64 pagine del decreto.
Probabilmente questo minestrone di argomenti risponde alla esigenza politica di mettere contemporaneamente tanta carne al fuoco per evitare che i parlamentari si approfondiscano e facciano ostruzionismo su un singolo argomento; evidentemente il Governo conta sulla carenza strutturale della voglia di leggere degli italiani, e i politici non fanno eccezione, abituati a giudicare più sul sentito dire che sulla effettiva conoscenza di ciò che è scritto.
Detto questo veniamo ai maggiori problemi che tra pochi giorni degli automobilisti, e non sono difficoltà di poco conto.
Cade il divieto di installazione di postazioni fisse di AUTOVELOX nelle strade urbane, quindi i Comuni avranno la facoltà di montare installazioni fisse senza limiti, con l’unico obbligo di farle precedere da un cartello che le segnala, contenente anche gli estremi dell’autorizzazione concessa, sulla base delle informazioni fornite dalla Polizia stradale, che la strada presenta una sinistrosità elevato.
Sinceramente non possiamo non essere d’accordo con questa liberalizzazione, conoscendo la abitudine di tanti automobilisti di emulare sempre i piloti di auto da competizione, con la speranza che gli autovelox risolvano il problema.
Novità anche per i TUTOR, che non provengono dalla legge ma da una sentenza del giudice di pace di Savona. Se è vero che le multe per autovelox presuppongono una tolleranza del 5%, per i Tutor occorre una tolleranza maggiore, pari al 10%. Per il giudice, il sistema Tutor non va confuso con altri strumenti rilevatori della velocità, come l’autovelox o il Velomatic. Il giudice, richiamando una interpretazione già presa in passato dalla giurisprudenza, ritiene applicabile al tutor il criterio previsto per il controllo degli ingressi e uscite dai tratti autostradali, facendo riferimento per analogia a questa percentuale di tolleranza che parte dal 5% se la velocità è inferiore a 70 km/h, sale al 10% quando è compresa tra 70 e 130 km/h e può arrivare sino al 15%, quando è superiore a 130 km/h”.
Buone notizie per i CICLISTI, perché le nuove norme prevedono che vengano istituite le “strade urbane ciclabili” sulle quali le BICICLETTE, sulle quali dovranno convivere ciclisti e automobilisti ad una velocità non superiore ai 30km/h, e i proprietari dei veicoli a motore sono obbligati a dare precedenza alle biciclette che transitano o si immettono anche da luoghi privati, e l’automobilista deve usare particolari cautele nel sorpasso.
Le biciclette potranno andare contromano nelle strade a senso unico solo se ci sono corsie ciclabili sulla sinistra. Il sindaco potrà autorizzare i ciclisti ad andare contromano anche sulle strade urbane con limite di velocità fino a 30 km/h o in parti di Ztl. C’è da chiarire se il diritto di precedenza e di circolare contromano riguarderà anche i monopattini elettrici, che dal 2019 sono equiparati proprio alle bici.
Novità anche per le ZTL –ZONE A TRAFFICO LIMITATO, le quali fino ad oggi rispettavano regole dettate dal Ministero dei Trasporti, mentre ora sono prerogativa dei Comuni; il che apre le porte purtroppo alla possibilità di usare segnaletica ingannevole e varchi piazzati in modo da punire anche chi si accorge di essere sulla strada sbagliata senza dargli una via di fuga.
Per i DIVIETI DI SOSTA vengono aumentati i poteri degli ausiliari della sosta che potranno elevare le multe per divieto di sosta non più solo sulle strisce blu, come attualmente previsto. I dipendenti comunali e delle imprese municipalizzate potranno decidere la rimozione forzata dei veicoli parcheggiati davanti ai cassonetti dei rifiuti o in un punto in cui impediscono la pulizia delle strade, così come nelle corsie preferenziali.
Sostanzialmente sono modifiche che hanno la loro logica, giustificate dalla sempre crescente mole di traffico e dalla necessità di tenere maggiormente sotto controllo il comportamento degli automobilisti.
Ai quali, se viene rilevata una infrazione, verrà notificata, direttamente o per posta, la contestazione e la conseguente MULTA , che è il risultato finale della infrazione accertata, a proposito della quale pure c’è da fare un poco di chiarezza.
Giunge a proposito una recentissima analisi, pubblicata su un sito legale specializzato, riguardante la convenienza di pagare o non pagare la sanzione amministrativa per infrazione al codice della strada.
C’è chi dice che è un gande errore pagare immediatamente una multa del genere in quanto buona parte dei Comuni, specialmente quelli più grandi, spesso non sono in grado di notificare le contestazioni entro i 90 giorni, o seguire gli avvenuti incassi; Napoli è uno di questi, e spesse volte l’obbligo cade in prescrizione.
Se invece si riceve regolarmente la notifica, e ciò nonostante non si paga, c’è un’altra possibilità per farla franca: la cartella esattoriale dell’Agente alla riscossione deve essere notificata entro due anni, trascorsi i quali interviene la decadenza e la multa non potrà più essere riscossa: la cartella è quindi nulla e si potrà fare ricorso per liberarsi dal debito.
Ma anche la cartella esattoriale non ha una validità eterna ma si prescrive dopo solo cinque anni. Se, in quest’arco di tempo, l’esattore non passa al pignoramento o non notifica una nuova intimazione di pagamento, il debitore è libero dall’obbligo.
Ma sorge spontanea, a questo punto, una domanda: vale veramente la pena rischiare tutto questo inter se la multa rientra nelle poche decine di euro?
Il consiglio, quindi, è quello di pagare subito perché, se fatto entro i 5 giorni dalla notifica, si beneficia di uno sconto del 30%, decorsi i quali si deve pagare per intero entro 60 giorni; scaduto tale termine, scatta quello dei sei mesi con sanzione, oltre i sei mesi scattano anche gli interessi.
A nostro avviso l’errore più grande per multe per infrazione al codice della strada è cercare di farla franca, cosa che con l’andare del tempo diventa sempre più difficile in quanto, grazie alla informatizzazione, anche i Comuni si sono o si stanno organizzando per incassare.
E chi pensasse di non doverlo fare perché non ha commesso la infrazione che gli viene contestata, potrebbe correre il rischio di doverlo dimostrare davanti al Giudice, con l’aggravante di dover pagare anche la parcella di un avvocato che lo difenda.
Allora: meglio “pochi, maledetti e subito”.