scritto da Nino Maiorino - 01 Febbraio 2021 11:23

Biden, il nuovo presidente USA

Archiviata, speriamo definitivamente, l’era Trump, con il nuovo Presidente Joe Biden è tornato alla Casa Bianca un uomo normale, come lo sono stati tutti i precedenti.

Vediamo di capire chi è l’attuale Presidente, i cui primi atti importanti, molto apprezzati, sono stati quelli della cancellazione di diciassette provvedimenti con i quali il predecessore aveva isolato il suo paese dal consesso internazionale, era uscito da organizzazioni di valore mondiale, aveva imposto incomprensibili veti a programmi di importanza vitale per il futuro dell’umanità, come l’ accordo di Parigi del 2016 sulla riduzione dell’inquinamento atmosferico entro il 2030 di almeno il 40%, rispetto al 1990, di emissione dei gas che provocano l’effetto serra.

Ma prima di addentrarci nell’analisi delle decisioni prese dal nuovo Presidente, è opportuno partire dal famoso “Studio Ovale” all’interno della Casa Bianca, che è la residenza ufficiale dei Presidenti statunitensi dal novembre 1800.

Il locale certamente più rappresentativo è questo studio con la maestosa scrivania sotto la quale ricordiamo l’immagine del figlio di J. F. Kennedy, il piccolo John junior che giocava ai piedi del padre.

Ogni First Lady ha sempre adeguato l’ambiente allo stile del marito, così come ha fatto anche la moglie di Biden, Jill, la quale ha subito cambiato tendaggi, tappezzeria, in stile molto più sobrio rispetto a quello del predecessore: l’apparenza è sostanza, e il ridimensionamento dell’immagine di questo ambiente, le cui modifiche hanno un significato più politico che estetico, contribuiscono a far comprendere chi sia l’attuale Presidente, e  anche da questo si evidenzia lo stile sobrio di Biden rispetto a quello opulento e teatrale del predecessore.

Non bisogna dimenticare che Biden è stato il vice di Barack Obama quindi, anche se in maniera defilata (nella democrazia statunitense il vice presidente quasi non si vede se non in alcune cerimonie ufficiali, o quando viene a mancare il Presidente) era addentro nei meccanismi del potere.

Pure di grande valore simbolico è stata la scelta di una donna come sua vice la prima donna in assoluto nella storia degli Usa, la nativa Kamala Devi Harris, senatrice, famiglia originaria della Giamaica, laureata in Legge all’Università di San Francisco, prima donna giunta alla vice-presidenza; e non è escluso che possa diventare anche il primo presidente donna alle prossime elezioni.

Andiamo ora ad esaminare i primi provvedimenti presi dal Biden.

Certamente grande valore simbolico ha il rientro degli Usa nell’accordo di Parigi sul clima, ma anche il rientro nella O.M.S., e il blocco della costruzione del muro di confine col Messico, che stanno a significare il grande valore che Biden dà al rispetto dell’ambiente, al riconoscimento del ruolo della Organizzazioni scientifiche, mediche e sanitarie, e al rifiuto del razzismo come predica di Papa Francesco.

Ma anche la pandemia che affligge il mondo è meritevole di attenzione, con interventi finalizzati alle misure di contrasto che per la precedente amministrazione sembravano inutili.

E’ sintomatico che Anthony Fauci, perenne contestatore delle decisioni di Trump sia entrato a far parte dei consulenti scientifici di Biden.

Biden ha anche fermato i lavori dell’oleodotto Keystone XL, bloccati dall’ex Presidente Obama e autorizzati da Trump; questo oleodotto è solo un tratto dell’oleodotto Keystone che avrebbe dovuto attraversare il Montana, il South Dakota e il Nebraska, ed è molto contestato dalle organizzazioni ambientaliste; Biden ha chiesto a diverse agenzie federali di riconsiderare e bloccare più di 100 decisioni prese da Trump in materia ambientale.

Sul problema della immigrazione Biden è intervenuto rafforzando il cosiddetto DACA, il programma a favore degli immigrati irregolari arrivati negli Stati Uniti da bambini insieme ai propri genitori: era stato approvato da Barack Obama per proteggerli dalle espulsioni e per garantire loro la possibilità di ottenere permessi di lavoro, ma era stato bloccato da Trump.

Ha anche cancellato il noto “Travel ban – divieto di viaggio”, una serie di limitazioni alla concessione di visti per l’ingresso negli Stati Uniti ad cittadini stranieri provenienti da Nigeria, Eritrea, Sudan, Tanzania, Kyrgyzstan, ed altri paesi africani a maggioranza musulmana, e ha chiesto al Dipartimento di Stato di proporre delle forme di risarcimento alle persone danneggiate da tali restrizioni.

Il lunedì precedente all’insediamento di Biden, Trump aveva firmato un ordine che eliminava le restrizioni di viaggio ai cittadini di numerosi paesi europei e del Brasile, imposte nella prima metà dell’anno nel tentativo di limitare il diffondersi della pandemia da coronavirus. Strano comportamento quello del predecessore, che vietava l’ingresso negli Usa dei cittadini di alcuni paesi, in prevalenza africani e di fede musulmana, ma consentiva l’ingresso ai cittadini di altri paesi a lui molto vicini per idee sovranisti e razziste; il team del presidente Biden gli ha consigliato di ripristinare i divieti per limitare il diffondersi dei contagi.

Sul problema della uguaglianza e diversità Biden ha revocato l’ordine di Trump che limitava la possibilità di tenere corsi sulla diversità e sull’inclusione e ha chiesto la formazione di un’agenzia che si occupi di combattere il razzismo all’interno delle organizzazioni federali.

Un altro ordine esecutivo rafforza una legge del 1964, che vietava al governo federale la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere.

In questa ottica Biden ha revocato il divieto ai transgender (coloro che non si riconoscono nella loro identità di genere) di entrare nelle forze armate statunitensi, introdotto dalla precedente amministrazione Trump nel 2017, ripristinando l’analogo consenso introdotto da Obama.

Pure particolarmente significativi sono alcuni provvedimenti economici come la sospensione degli sfratti in seguito alla crisi da coronavirus e la sospensione il pagamento del debito universitario federale almeno fino a settembre 2021.

Rimane sospeso, al momento, il rapporto con la Cina, reso difficile dal predecessore, che Biden vorrebbe ammorbidire: non ha ancora nominato il relativo responsabile, ma alcuni segnali fanno intuire che probabilmente Biden comunque non sarà tenero con questa grande potenza economica e la sua politica potrebbe non distaccarsi eccessivamente da quella del suo predecessore.

“Sulla Cina, Donald Trump ha avuto spesso ragione”, ha detto Anthony Blinken, nominato nuovo Segretario di Stato (praticamente il Ministro degli Esteri statunitense).

Molto ancora dovrà fare Biden nei prossimi giorni, come, ad esempio, nominare parecchi Segretari ai vari settori dell’amministrazione, allo stato ancora vacanti. Ma se, come è credenza, i primi cento giorni sono quelli più importanti per qualsiasi nuovo Presidente Joe Biden ha ancora circa tre mesi davanti a sé.

Prima di concludere vorremmo fare una riflessione sul grande seguito che ha avuto, fuori di ogni dubbio, il predecessore Trump, riportando una sintesi dell’analisi di un esperto di politica statunitense di qualche tempo fa, appena dopo l’assalto al palazzo del Congresso da parte di molti sostenitori dell’ex Presidente: a cosa miravano le centinaia di sobillati da Trump che compirono quelle prodezze?

Gli Stati Uniti sono un grande paese, troppo grande per poter essere una entità uniforme; d’altronde anche l’Italia, molto più piccola da tutti i punti di vista, è una entità poco uniforme, immagiamo come potrebbe esserlo un Paese di tale grandezza.

La verità è che in questo grande paese solo coloro che vivono alle estremità marittime, est ed ovest, sono persone acculturate, che si aggiornano e si documentano suo fenomeni politici e sociali.

La rimanente gran parte degli americani ha in comune solo la lingua, l’inglese americanizzato peraltro con tante inflessioni diverse, e per la politica e l’economia ha un interesse pressoché inesistente, conosce solo il nome del Presidente e lo segue come le pecore seguono il pastore.

Insomma sono degli ignoranti inconsapevoli per i quali il Presidente è una specie di eletto del Signore, quindi infallibile e da seguire ciecamente.

Non esiste, in questa grande massa di popolazione, una cultura di destra o di sinistra, come da noi in Italia e in Europa.

Per questa massa l’unica cosa che conta è lavorare, fare soldi, avere una o più auto, una o più armi da portare costantemente dietro, e settimanalmente fare la sua gita “fuori porta”, come diremmo noi, limitata alla visita settimanale dei supermercati, la maggior parte dei quali sono dei “megastore”, cattedrali grandi in grandi territori, per l ’acquisto dei prodotti alimentari, prevalentemente precotti e surgelati, rimpinzarsi di leccornie alimentari presso i vari Mac-Donald, e finire la settimana tra alcool e spesso droga.

Vien da pensare che il più ignorante italiano che si esibisce in discussioni di politica in qualche bar di paese, sia un dotto rispetto a quella marea di americani.

Solo così si possono spiegare i 70.milioni di elettori che hanno votato per Trump, i quali, però, proprio grazie alla loro ignoranza e alla loro incultura, facilmente mutano opinione, come l’elezione di Biden ha dimostrato.

 

 

 

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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