Più volte abbiamo parlato delle truffe che vengono messe in atto ai danni di ignari utenti da parte di società che forniscono luce e gas, spesso anche da parte di quelle che forniscono servizi telefonici, che, con vari stratagemmi, cercano di togliere clienti alla concorrenza; a volte sono procacciatori di contratti incaricati dai fornitori oppure che agiscono come plurimandatari di vari fornitori.
E fino a questo punto tali iniziative, per quanto noiose e sgradevoli, possono pure essere comprese, la libera concorrenza del mercato porta anche a questo.
In verità, con il pretesto dell’arrivo del libero mercato dell’energia, già da anni gli operatori hanno iniziato a scatenarsi per promuovere i loro contratti di luce e gas.
Il termine previsto per la cessazione del mercato tutelato, e il relativo passaggio obbligato, per tutti, al mercato libero dell’energia, è stato rimandato al 2023.
Da anni, però, i fornitori sono partiti con campagne di chiamate per offrire nuovi contratti luce e gas promettendo risparmi in bolletta per tutti consumatori, ma spesso si tratta di vere fregature.
Iniziamo col dire che, in questo campo, ci sono tanti tipi di comportamenti, alcuni che rientrano nella prassi commerciale ordinaria, altri che, invece, potrebbero configurarsi come dei veri e propri reati, talvolta di natura penale.
In tutti questi tipi di comportamento c’è un elemento costante, e cioè le chiamate telefoniche, il che sta a significare che chi chiama dispone del numero di telefono dell’utente.
Come l’ha avuto?
Semplice: vi sono organizzazioni che riescono ad acquisire blocchi di numeri di telefono che poi rivendono a chi è interessato; il fatto increscioso è che talvolta insieme ai numeri telefonici riescono a individuare anche i nominativi dei titolari, i quali si sentono telefonati da ignoti che chiedono “lei è il signor tal dei tali?”, approccio che già potrebbe ben disporre.
Ovviamente se la telefonata giunge da una organizzazione della quale già in passato si è stati clienti, la cosa rientra nella normalità: se uno è stato già cliente, ad esempio, di Eni, poi ha cambiato fornitore, è facile che il vecchio fornitore, nel corso di una campagna promozionale, contatti gli ex clienti per tentare di riacquisirli.
Ma talvolta, nel caso specifico delle forniture di luce e gas, può capitare di essere chiamati da qualcuno che già sa che si è clienti di Eni (per tornare all’esempio di prima), e che, spacciandosi per un consulente locale di tale società, ti chiede un incontro per la verifica del contratto e del contatore, con il pretesto che essi sono inadeguati alla tipologia di cliente: sono tentativi di truffa subiti più volte da chi scrive, e sono i più subdoli e pericolosi specialmente per le persone anziane e sole, perché possono avere tanti risvolti negativi: carpire i dati contrattuali e quelli personali, da utilizzare per il cambio di fornitore, oppure verificare la facilità di accesso all’abitazione, o capire se la persona è sola o fa parte di un nucleo familiare.
Il tutto finalizzato a successivi accessi per tanti altri motivi.
Orbene, la prima cosa che le Istituzioni dovrebbero fare, al di là delle chiacchiere che da anni stanno facendo, è di intervenire sulla facilità di avere i numeri telefonici; a tal proposito più volte sono stati disposte procedure di blocco, che purtroppo non hanno mai dato i risultati sperati, tant’è che le telefonate proseguono.
Ma il blocco delle chiamate in entrata non è la sola soluzione.
E allora, in attesa di ciò, dobbiamo difenderci con il nostro ingegno da tutte queste telefonate fatte da operatori che vogliono appiopparci nuovi contratti.
Per chi decide di rispondere agli operatori e di valutare le offerte che propongono ecco i suggerimenti da seguire per non incappare in fregature.
- Chiedere sempre all’operatore/interlocutore telefonico di qualificarsi, e chiedere indirizzo e numero di telefono della società per la quale chiama.
- Attenzione alla prima frase: alla domanda: “Parlo con la sig.ra …?” rispondere “sono io” o “non sono io”, evitate altri tipi di risposta.
- Mai dilungarsi immediatamente sulle proposte telefoniche, si corre il rischio che la conversazione venga registrata e manipolata come accettazione di un contratto.
- Interrompere con un pretesto la telefonata, chiedendo di essere richiamati.
- Telefonare subito alla società indicata per chiedere se chi ha telefonato lo ha fatto per conto della stessa.
- In caso affermativo si può, se interessati al cambio, chiedere di parlare con un operatore disponibile: la trattativa diretta con il fornitore dà maggiori garanzie.
- Mai rispondere per conto dell’intestatario. La fornitura può essere attivata anche da terzi (familiari e non); il call center chiamante può acquisire un mandato alla firma e stipulare il contratto che produrrà effetti in capo all’intestatario, spesso ignaro di tutto.
- Mai fornire nominativi di terzi, potenzialmente interessati, al fine di ricevere eventuali sconti.
- Mai dare dettagli sul nostro contratto in essere (cifra spesa, codici contatori, POD, PDR, codice fiscale, intestazione fornitura).
- Anche se chi chiama ha i dati del vostro contratto non significa che chiama per conto del reale fornitore. Molto spesso chi chiama si spaccia per tale ma se l’attuale fornitore intende comunicare variazioni contrattuali lo fa direttamente, generalmente in bolletta.
- Farsi sempre dare il nome dell’offerta proposta e verificare sul sito del fornitore le condizioni e le clausole.
- Farsi inviare per posta elettronica, o per posta normale, la proposta di contratto, da leggere attentamente e confrontare con i dati forniti durante la conversazione telefonica.
- Ricordare che il Codice del consumo prevede il diritto di ripensamento entro 14 giorni mediante raccomandata o messaggio e.mail, oppure immediatamente nel corso della telefonata.
- Se si accetta telefonicamente un cambio di fornitore, nella generalità dei casi chi ha telefonato procede a una registrazione telefonica nel corso della quale riepiloga le condizioni proposte, e chiede l’assenso. Questo non esclude che si debba ricevere la copia della proposta, come previsto al punto 12) e si possa esercitare il diritto di ripensamento entro 14 giorni dalla ricezione, come previsto al punto 13).
E’ opportuno sapere che i fornitori non sono proprietari delle reti, acquistano l’energia e usano le reti del distributore locale per far giungere luce o gas a destinazione e rivenderla.