Sembra che ci sia un nesso tra gli apparecchi acustici e la demenza senile.
Secondo uno studio decennale, solo recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Lancet, l’utilizzo di apparecchi acustici, e non solo in età avanzata, potrebbe ridurre il rischio dello svilupparsi della grave patologia che va sotto il nome di “demenza senile”.
La demenza senile è una condizione neurodegenerativa, caratterizzata dalla progressiva morte delle cellule nervose cerebrali; tale fenomeno comporta che i sintomi a essa associati – che consistono in manifestazioni di natura neurologica – siano destinati a subire, nel tempo, un peggioramento graduale e inesorabile.
La demenza è una delle più grandi minacce per la salute: si prevede che il numero di persone che convivono con questa condizione in tutto il mondo raggiungerà il picco di 153 milioni entro il 2050, e gli esperti hanno dichiarato che rappresenta una minaccia importante e in rapida crescita per i futuri sistemi sanitari e di assistenza sociale di qualunque paese. Perciò questa ricerca è stata accolta con grande entusiasmo.
I risultati dello studio sono stati pubblicati dopo che la Commissione Lancet sulla prevenzione, l’intervento e la cura della demenza aveva suggerito che la perdita dell’udito potesse essere collegata a circa l’8% dei casi di demenza in tutto il mondo. Questo probabilmente a causa della maggiore difficoltà delle persone con problematiche uditive a rapportarsi con gli altri; il che sta a significare che il rapporto con gli altri è di vitale importanza non solo per limitare la solitudine, ma pure per rallentare la morte delle cellule cerebrali.
I ricercatori hanno esaminato 437.704 persone per 12 anni, età media di 56 anni, e hanno scoperto che, rispetto alle persone con udito normale, quelle con ipoacusia che non usano apparecchi acustici hanno un rischio maggiore del 42% di sviluppare demenza.
Non c’è un aumento del rischio nelle persone che usano apparecchi acustici.
“Le prove stanno dimostrando che la perdita dell’udito può essere il fattore di rischio modificabile più incisivo per la demenza nella mezza età, ma l’efficacia dell’uso di apparecchi acustici nel ridurre il rischio di demenza nel mondo reale è sempre rimasta poco chiara”, ha affermato il professor Dongshan Zhu, dell’Università di Shandong, Cina.
E ha proseguito: “Il nostro studio fornisce le migliori prove fino ad oggi disponibili che gli apparecchi acustici potrebbero essere un trattamento minimamente invasivo ed economico per mitigare il potenziale impatto della perdita dell’udito sulla demenza”.
Robert Howard, professore di psichiatria senile presso l’University College di Londra, che non è stato coinvolto nello studio, ha però mostrato diffidenza nei confronti dello stesso. “Questo è uno studio ampio e ben condotto, ma dovremmo sempre ricordare che l’associazione non è la stessa cosa della causalità”, ha detto Howard.
Nel dettaglio, lo studio fornisce molte prove che suggeriscono che gli apparecchi acustici potrebbero mitigare il potenziale impatto della perdita dell’udito sullo sviluppo della demenza. Anzi sembra che l’uso di un apparecchio acustico potrebbe ridurre il rischio allo stesso livello di quello delle persone che non hanno problemi di udito.
Sappiamo che non tutte le persone anziane sono orientate a utilizzare le protesi acustiche, per i motivi più vari: le prove acustiche, le prescrizioni sanitarie, il riconoscimento dell’Asl, le prove e le regolazioni, la relativa spesa, la visibilità degli apparecchi.
Ma, principalmente, la disinformazione che accompagna il percorso, che non sempre incoraggia ad affrontarlo, anzi in tanti casi lo scoraggia.
Disinformazione della quale sono responsabili anche i produttori e rivenditori di apparecchi acustici, e non se ne comprende il motivo, anche perché l’utilizzatore finale, se correttamente informato, potrebbe essere più propenso a fare il passo.
E poiché tale disinformazione potrebbe essere determinante nella decisione, e il superamento della stessa potrebbe far cambiare la posizione delle persone di una certa età per l’utilizzo degli apparecchi acustici, ci riserviamo di affrontare il problema della corretta conoscenza dell’iter da seguire in un prossimo articolo.