Non bastava il covid-19 con le sue varianti, le preoccupazioni della guerra in Ucraina, il vaiolo della scimmia, ora da noi c’è pure una allerta dovute alle zecche.
Certamente non è una bella notizia in quanto questi acari magari non procurano danni rilevanti, ma ci fanno un pochino senso, come i pidocchi e altri simili animaletti.
Quindi faremmo volentieri a meno di parlarne, ma il dovere di cronaca è prioritario, e riteniamo opportuno informare i lettori.
Le zecche sono animaletti subdoli che facilmente si attaccano all’uomo; possiamo trovarle nei boschi, oppure vengono portate da altro animale, principalmente il cane.
L’attuale proliferare è dovuto alla temperatura eccessiva in quanto questo animaletto vive e prospera in ambienti caldi e umidi, in ambienti freschi e asciutti non superiori a 20° muore.
In verità non è il solo, anche altri parassiti proliferano in ambienti caldi e umidi e muoiono quando le temperature rientrano nei livelli normali, come ad esempio le zanzare.
L’ “ECDC – Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie” ha messo in guardia sul proliferare in molti Paesi delle zecche; in tutto il mondo ne esistono circa 900 specie, di cui 36 presenti in Italia.
Anche nel nostro Paese sta crescendo la soglia di attenzione, soprattutto in alcune regioni, ad esempio il Veneto, che ha già diramato l’allarme per la presenza del parassita in alcune aree, quelle dove si sono verificate scarse precipitazioni invernali e le altissime temperature delle ultime settimane.
L’USLL2 di quella Regione sta facendo un accurato monitoraggio del territorio, anche perché lo scorso anno ha registrato tre casi del morbo di Lyme, una infezione trasmessa dalle zecche: tra i sintomi precoci un rash cutaneo eritematoso, che può essere seguito dopo settimane o mesi da alterazioni neurologiche, cardiache o articolari.
Allo stato sembra che non esiste un vaccino contro la malattia di Lyme, che si manifesta con un piccolo eritema ma si espande fino a colpire gli organi interni e, se non curata in tempo, si cronicizza.
Cosa accade in caso di puntura di zecca?
Anche le zecche si nutrono del nostro sangue o di quello degli animali. Come accade per la zanzara, anche la puntura della zecca è impercettibile, in quanto, grazie a un anestetico, la vittima non l’avverte.
Inoltre, le zecche sono quasi invisibili: le loro dimensioni variano da pochi millimetri a un centimetro; di conseguenza, non è facile accorgersi della loro presenza.
Se non rimosse, possono vivere anche per settimane; ma generalmente entro i 7 giorni vanno via spontaneamente.
Per estrarle dal corpo dell’uomo o dell’animale servono delle pinzette e la zona di rimozione va subito disinfettata e tenuta sotto controllo.
Il morso della zecca non provoca dolore, ma può causare l’insorgere di alcune malattie, fortunatamente curabili, come la “tick borne encephalitis” (TBE), ovvero l’encefalite da zecca, che coinvolge il sistema nervoso centrale e si manifesta con febbre alta e mal di testa. Questa malattia scompare dopo poco tempo ma si può ripresentare dopo 10-20 giorni.
In alcuni casi, dopo la puntura di zecca, i bambini possono manifestare sintomi come il morbillo.
Gli esperti invitano a conservare in una provetta la zecca rimossa così da poter effettuare il Pcr (Proteina C Reattiva) qualora dovessero comparire sintomi quali febbre e dolori articolari: in questo modo è possibile risalire all’esatta specie del parassita e agire di conseguenza.
Quali malattie trasmettono le zecche?
Le zecche possono trasmettere alle persone agenti patogeni responsabili di diverse malattie quali rickettsiosi (febbre bottonosa del Mediterraneo), encefalite virale da zecche (TBE, Tick Borne Encephalitis), borreliosi di Lyme e la febbre emorragica di Crimea-Congo (CCHF).
Come difendersi dalle zecche?
Per contrastare le punture di zecca e le sue conseguenze esistono vaccini e antibiotici, ma è possibile anche adottare una serie di precauzioni per scongiurare il rischio di essere morsi, delle quali parleremo dopo.
Cos’è la Borreliosi di Lyme?
È un’infezione di origine batterica che può colpire diversi tessuti. Nella fase precoce, dopo il morso compare un eritema cutaneo rosso. Entro qualche settimana e fino a qualche mese dopo l’infezione i pazienti possono sviluppare disturbi neurologici, osteoarticolari, cardiaci e cutanei.
I sintomi possono durare per mesi e cronicizzare. In casi rari possono evolvere in alterazioni del sistema nervoso centrale e periferico.
Roditori selvatici e altri mammiferi e uccelli fungono da serbatoio delle forme immature delle zecche (larve e ninfe), mentre cervi, cavalli e altri mammiferi di grandi dimensioni rappresentano gli ospiti più comuni delle femmine di zecche adulte.
Cos’ è la TBE (Tick Borne Encephalitis)?
Comunemente chiamata “encefalite da zecche”, è una delle più fastidiose, una infezione acuta del sistema nervoso centrale. I due terzi delle infezioni umane da virus TBE sono asintomatiche.
Nei casi clinici, la TBE ha un decorso a due fasi: una prima (dura circa 5 giorni) con sintomi aspecifici (febbre, affaticamento, cefalea, mialgia, nausea); segue un intervallo asintomatico di sette giorni e una successiva fase sintomatica con interessamento del sistema nervoso centrale (meningite, meningoencefalite, mielite, paralisi).
Sono possibili conseguenze neurologiche a lungo termine e anche la morte.
Analogo pericolo è dato dal consumo di latticini non pastorizzati.
Cos’è la Rickettsiosi (febbre bottonosa del Mediterraneo)?
È un’infezione causata da batteri del genere rickettsia trasmessi da varie specie di zecche dure, soprattutto da Rhipicephalus sanguineus, un parassita abituale dei cani e di altri animali domestici e selvatici come bovini, ovini, caprini, conigli e lepri: si presenta come una malattia acuta febbrile con diversi gradi di severità.
All’inizio, dove la zecca ha morso, può essere presente una lesione ulcero-necrotica di alcuni millimetri di diametro.
Durante la prima settimana di malattia può essere presente un eritema generalizzato. La febbre generalmente regredisce in pochi giorni con un’adeguata terapia, ma se non trattata può causare forme letali, soprattutto in soggetti anziani o con ridotte difese immunitarie.
In Italia la malattia è endemica, come in altri paesi mediterranei e nord-africani dove, in molti di essi, negli ultimi anni, si è assistito a un aumento dei casi.
Un’adeguata azione preventiva nei confronti delle rickettsiosi può consistere nell’effettuare adeguati trattamenti antiparassitari sugli animali, in particolare su quelli domestici, e la disinfestazione ambientale.
Cos’è la Crimean Congo Haemorragic Fever (CCHF)?
È una delle arbovirosi più diffuse al mondo, presente in varie parti di Africa, Asia, Est Europa.
Si manifesta come una febbre emorragica provocata da un virus del genere Nairovirus che si trasmette per lo più attraverso la puntura di zecche infette e può provocare gravi epidemie, con tassi di mortalità dal 10 al 40%. Il virus che causa questa malattia circola in natura tra zecche e svariate specie di insetti domestici e selvatici.
Negli animali il virus è spesso asintomatico mentre nell’uomo la malattia è spesso grave.
Quali zecche sono più diffuse in Italia?
Le zecche a cui prestare particolare attenzione sono due:
- la zecca del cane (Rhipicephalus sanguineus)
- la zecca dei boschi (Ixodes ricinus).
Dove vivono le zecche?
La zecca del cane è ampiamente diffusa soprattutto in aree urbane e periferiche, come parchi e giardini. È più attiva in estate e può superare periodi di siccità. La zecca dei boschi vive prevalentemente nel sottobosco umido e nei prati erbosi, tuttavia può essere presente anche nelle aree verdi dentro e in prossimità dei centri urbani.
Come i cambiamenti climatici possono influire nella diffusione delle zecche?
La diffusione delle malattie trasmesse da zecche dipende dall’interazione di tre principali attori: l’agente patogeno, il vettore (la zecca), e gli animali su cui il vettore si nutre.
Gli equilibri tra le diverse specie animali e tra queste e i vettori sono strettamente dipendenti dai loro habitat naturali, molto sensibili ai cambiamenti climatici, come modifiche della temperatura e della piovosità.
Come possiamo proteggerci dal morso delle zecche?
Per prevenire le infezioni portate dalle zecche è importante proteggersi dal loro morso, soprattutto in caso si percorra un sentiero, si faccia trekking o una gita tra i boschi o in montagna. Ecco alcune raccomandazioni:
- fare attenzione all’abbigliamento: scarpe chiuse (meglio stivali) o ghette, maglia a maniche lunghe e infilata dentro i pantaloni, pantaloni lunghi con le estremità infilate dentro i calzini/calzettoni, cappello o copricapo
- indossare abiti di colore chiaro (rendono più facile l’individuazione delle zecche)
- utilizzare sulla pelle e sugli abiti repellenti per insetti (N-dietiltoluamide – DEET, icaridina – KBR 3023)
- camminare al centro dei sentieri, evitando di strusciare contro la vegetazione lungo i margini, non addentrarsi nelle zone in cui l’erba è alta, non sedersi direttamente sull’erba
- non lasciare zaini o accessori direttamente sul suolo e scuotere, dopo l’uso, eventuali panni (coperte, tovaglie) che siano stati stesi sull’erba
- spazzolare gli indumenti prima di portarli all’interno delle abitazioni
- trattare gli animali domestici (cani) con prodotti repellenti contro i parassiti esterni (collari, spot-on) e ispezionare periodicamente il loro corpo, in particolare al rientro dalle passeggiate (nel cane le zecche si localizzano sul muso, sul bordo e all’interno del padiglione auricolare, alle ascelle, all’inguine e sull’addome)
- ricordare che, nonostante le zecche siano presenti e attive in determinati periodi stagionali e in aree definite, non si può escludere la loro presenza anche in contesti differenti
- al termine del soggiorno all’aperto, effettuare un attento esame visivo e tattile della pelle di tutto il corpo e degli indumenti, con particolare attenzione ad ascelle, inguine, gambe, ombelico, collo e testa.
Cosa fare in caso di morso di una zecca?
Nel caso si rinvenissero una o più zecche sul corpo:
- rimuovere le zecche eventualmente presenti utilizzando pinzette a punta fine, afferrando la zecca il più vicino possibile alla cute tirando delicatamente verso l’alto e ruotando leggermente, evitando di schiacciarle il corpo o di lasciare frammenti della zecca nella cute
- disinfettare la ferita applicando un prodotto antisettico
- rivolgersi al proprio medico se si avvertono malesseri o si notano reazioni cutanee inusuali.
Esiste un vaccino contro l’encefalite da zecca?
Contro l’encefalite da zecca (TBE), è disponibile il vaccino: qualora si viva o si vada, per attività all’aperto quali ad esempio il trekking o il campeggio, in zone a rischio, è consigliabile rivolgersi al proprio medico per valutare la vaccinazione.
Potremmo scrivere tanto altro, ma ci fermiamo qui per non tediare ulteriormente i lettori, ai quali abbiamo fornito le indicazioni di base per difendersi da questo fastidioso parassita.