scritto da Nino Maiorino - 12 Giugno 2024 06:43

Ponte sullo Stretto, le novità

Tra una legge che ne vieta la costruzione, una miriade di ingegneri e tecnici che lo considera irrealizzabile e gli ambientalisti che soffiano sul fuoco

 

Del ponte sullo stretto di Messina abbiamo parlato più volte, l’ultimo articolo è del 30 marzo scorso

( https://www.ulisseonline.it/controluce/il-ponte-sullo-stretto-di-messina-2/ ).

In questa “telenovela” mediatica, purtroppo molto costosa per le finanze pubbliche, e per le nostre tasche, ora si inserisce un nuovo elemento.

È infatti emersa addirittura una legge che ne vieta la costruzione per il rischio sismico di alcune zone del territorio calabrese.

Lo ha scritto qualche giorno fa la testata on-line Money, informandone i lettori, chiedendosi com’è potuto accadere.

E lo ha confermato anche la testata “Open” dalla quale testualmente riportiamo: “Il Ponte sullo Stretto di Messina non si può fare. A norma di legge. Perché sul suo versante calabrese la struttura ricade per intero su una fascia di non edificabilità. Che è stata stabilita dall’Ispra nel 2015 durante lo studio sulle faglie attive in Italia. L’edizione palermitana di Repubblica racconta oggi di uno studio dell’ingegnere Paolo Nuvolone presentato ieri in consiglio comunale a villa San Giovanni. E che sarà depositato alla commissione ministeriale VIA (Valutazione Impatto Ambientale, n.d.r.). I punti di ancoraggio, il pilone, il pontile e gli svincoli, dice il prof.  Nuvolone, ricadono proprio nelle zone di non edificabilità. La norma dice che in quella zona su infrastrutture e opere connesse deve essere favorita la delocalizzazione”.

Probabilmente sarà possibile modificare il progetto per tentare di costruire il ponte senza violare la normativa, ma è comunque innegabile considerare che intorno ad esso si stiano già collezionando più problemi che possibili vantaggi, anche perché è probabile che il superamento di questo ostacolo, se possibile, richiederà un ulteriore investimento che nessuno è pronto ad elargire, considerando le difficoltà già attualmente presenti.

C’è quindi un grande problema, rilevato dall’ingegnere Paolo Nuvolone, con uno studio destinato a mettere, se non un freno, un rallentamento alle tempistiche di realizzazione del Ponte e all’inizio dei lavori, auspicato dal ministro Salvini già entro l’estate.

L’Ing. Nuvolone, laureato al Politecnico di Milano, ha alle spalle oltre trent’anni di esperienza sui cantieri in Italia ed in Europa, ed è un profondo conoscitore del territorio reggino.

Ma è comunque piuttosto preoccupante scoprire l’esistenza di una legge che ne impedisce la costruzione, e scoprire che il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti sembra non conoscerla, o di non tenerla in considerazione.

C’è poi una ulteriore problematica: “La zona interessata, dal punto di vista della conformazione morfologica non è particolarmente adatta ad un cantiere di queste proporzioni. Il cantiere va modulato in modo particolare per evitare di avere un impatto insopportabile. Sicuramente un centinaio di abitazioni andranno abbattute nella zona alta. È fondamentale quindi condividere con la popolazione l’intero percorso. La città non può essere sottoposta al ponte -ha detto il Sindaco di Villa San Giovanni- perché ha già numerosi problemi. La costruzione deve essere condivisa appieno altrimenti diventa un qualcosa calato dall’alto e non potranno che esserci problemi. La condivisione deve essere eccezionale altrimenti è difficile che l’opera possa avere un consenso dalle popolazioni interessate”.

Questi sono i motivi che spingono ad approfondire l’argomento, partendo da uno slogan col quale più di duecento persone, tra docenti e personale tecnico della Università di Messina, si sono schierati contro la costruzione del ponte.

“Il silenzio non è più un’opzione”, è lo slogan col quale la Università di Messina inizia la filippica contro il Ministro Salvini.

“Riteniamo necessario prendere una posizione netta contro un’opera insostenibile sul piano economico, ambientale, sociale, culturale, giuridico e tecnico”, scrivono i firmatari.

Nel testo vengono citati i rilievi presentati in sede di procedura di “V.I.A. – Valutazione di Impatto Ambientale” e le osservazioni delle maggiori associazioni ambientaliste del paese, unitamente a quelle dei “Comitati Cittadini No Ponte”, che hanno evidenziato le numerose lacune nell’attuale progetto definitivo.

“Ci poniamo in continuità con le numerose iniziative promosse dal coordinamento delle associazioni ‘No Ponte’, dal mondo della scuola e dalle altre espressioni della società civile”, dichiarano gli aderenti, finora 215 tra professori associati, ordinari e ricercatori, lettori di lingue straniere e personale tecnico-amministrativo, in rappresentanza di numerose facoltà tra cui Chimica, Ingegneria, Lettere, Scienze Politiche e Medicina.

Il documento contesta soprattutto “la mancanza di trasparenza” del progetto, come sottolinea Fabio Mostaccio, Professore associato di Sociologia politica.

I dipendenti dell’ateneo messinese chiedono che l’Università diventi il luogo per una discussione pubblica sull’opera, valorizzando trasparenza dei processi decisionali, etica della condivisione e della consultazione, valutazione della ricerca alla luce della pluralità e dell’interconnessione delle conoscenze.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.