Oggi è la Giornata mondiale della Terra: -28% di superficie agricola nel nostro Paese
L’ultima generazione è responsabile della perdita in Italia di oltre ¼ della terra coltivata (-28%) per colpa della cementificazione e dell’abbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato che ha ridotto la superficie agricola utilizzabile in Italia negli ultimi 25 anni ad appena 12,8 milioni di ettari.
È quanto emerge da una analisi della Coldiretti divulgata in occasione del cinquantesimo anniversario della Giornata mondiale della terra del 22 aprile con l’emergenza Coronavirus che ha fatto emergere la centralità dell’agricoltura per garantire le forniture alimentari alle popolazione.
“La pandemia da coronavirus sta rivoluzionando le priorità dei mercati e dei consumatori – sottolinea la Coldiretti – con le produzioni agricole, dalle quali dipendono le forniture alimentari nei diversi Paesi, diventate più preziose e richieste del petrolio che, al contrario, è crollato con il fermo delle attività industriali”.
“L’emergenza ha ribaltato la geografia del valore della terra – evidenzia la Coldiretti – con i giacimenti di idrocarburi del sottosuolo che hanno perso centralità economica rispetto ai raccolti che crescono sui campi di tutto il mondo e che vengono considerati ormai vere e proprie riserve strategiche da proteggere e accantonare”.
L’aumento del valore del grano, che è il prodotto più rappresentativo dell’alimentazione nei Paesi occidentali, è solo la punta dell’iceberg delle tensioni che si registrano a livello internazionale sul cibo.
“La Russia infatti – continua la Coldiretti – ha deciso di limitare le esportazioni di grano, mentre il Kazakistan, uno dei maggiori venditori mondiali di questo cereale, le ha addirittura vietate”.
“Si tratta di scelte che – sottolinea la Coldiretti – dimostrano come i governi si stiano concentrando sull’alimentazione delle proprie popolazioni mentre il virus interrompe le catene di approvvigionamento in tutto il mondo con timori di una crisi alimentare globale”.
“Nonostante una storica sottovalutazione dell’importanza del settore, l’Italia – riferisce la Coldiretti – può ancora contare su una agricoltura che si classifica al primo posto a livello comunitario per numero di imprese e valore aggiunto grazie ai primati produttivi, dal grano duro per la pasta al riso, dal vino a molti prodotti ortofrutticoli ma anche per la leadership nei prodotti di qualità come salumi e formaggi”.
“In gioco c’è una filiera allargata che in Italia dai campi agli scaffali vale oltre 538 miliardi con oltre 3,6 milioni di occupati con l’allarme globale provocato dal Coronavirus che ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “l’emergenza Covid 19, ne sta però mettendo a nudo tutte le fragilità sulle quali è necessario intervenire con il piano Marshall proposto dalla Coldiretti per l’agroalimentare che ha bisogno di una robusta iniezione di liquidità”.
E’ necessaria una decisa inversione di tendenza per valorizzare il patrimonio agroalimentare nazionale e fermare il consumo di suolo per assicurare al paese la sovranità alimentare in un momento in cui si assiste ad una preoccupante frenata degli scambi internazionali e all’emergere di nuovi protezionismi e guerre commerciali. In un momento in cui la terra è diventata la nuova frontiera per le nuove generazioni come dimostra la campagna #miprendocuradite lanciata dai giovani della Coldiretti per i 50 anni della giornata della Terra. (fonte Coldiretti)