Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera a una richiesta di deficit aggiuntivo. L’ok del Parlamento arriverà mercoledì 29, contestualmente al Piano nazionale di riforma che potrà così essere ufficialmente trasmesso a Bruxelles.
Sale a 25 miliardi l’entità della manovra estiva che il governo è pronto a varare ad agosto. Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera a una richiesta di deficit aggiuntivo che porterà il livello dell’indebitamento netto dal 10,4% all’11,9% mentre il debito salirà dal 155,7% al 157,6%.
Con la Relazione che sarà inviata alle Camere, sentita la Commissione europea, il governo chiederà l’autorizzazione per un ulteriore ricorso all’indebitamento di 25 miliardi di euro per l’anno 2020, 6,1 miliardi nel 2021, 1 miliardo nel 2022, 6,2 miliardi di euro nel 2023, 5 miliardi di euro nel 2024, 3,3 miliardi nel 2025, e 1,7 miliardi dal 2026. Un nuovo sforamento per l’anno in corso, superiore ai 20 miliardi preventivati, sulla scia dell’esito positivo del negoziato europeo sul Recovery fund che ha portato in dote circa 209 miliardi all’Italia. La decisione di alzare l’asticella è stata presa nel corso del vertice dei capidelegazione e dei responsabili economici con il premier, Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri che ha preceduto il Cdm.
Il via libera del Parlamento alla nuova richiesta di extra deficit, la terza dopo i 20 miliardi del dl Cura Italia e i 55 miliardi del dl Rilancio, arriverà mercoledì 29, contestualmente al Piano nazionale di riforma che potrà così essere ufficialmente trasmesso a Bruxelles. Priorità sarà data alla proroga della Cig ma arriveranno anche i fondi per far ripartire le scuole in sicurezza e una rimodulazione delle tasse sospese e rinviate a settembre per le imprese più colpite. “Non verrà meno il sostegno alle imprese e ai settori maggiormente colpiti dalla crisi e alla liquidità, anche attraverso una riprogrammazione delle scadenze fiscali dei prossimi mesi”, spiega il governo. Inoltre, “verrà garantito il necessario sostegno agli enti territoriali, le cui risorse sono state ridotte dai mancati introiti fiscali degli ultimi mesi, al fine di garantire la regolarità dell’azione pubblica a tutti i livelli di governo. Infine, verranno assicurate le risorse necessarie per far ripartire l’insegnamento in presenza in condizioni di sicurezza”.
L’esecutivo “conferma l’obiettivo di ricondurre verso la media dell’area euro il rapporto debito/Pil nel prossimo decennio, attraverso una strategia che, oltre al conseguimento di un adeguato surplus primario, si baserà sul rilancio degli investimenti, pubblici e privati”.
Per finanziare la nuova cassa integrazione Covid serviranno tra i 6 e gli 8 miliardi: dovrebbe essere estesa per altre 18 settimane ma con dei paletti per l’accesso, a partire dal calo del fatturato. In alternativa le imprese potranno contare su meccanismi di incentivi per le nuove assunzioni, sotto forma di decontribuzione. In arrivo anche un rafforzamento del Fondo di garanzia centrale per le pmi. Dovrebbe poi essere prorogato fino a fine anno il blocco dei licenziamenti che potrebbe valere però solo per le aziende che utilizzano la cassa integrazione. Il governo conta poi di inserire nel prossimo decreto una norma per prorogare lo smart working anche nel settore privato così come previsto per il 50% della p.a dal dl Rilancio.
Sul fronte fisco, infine,il governo intende “alleggerire” i versamenti delle tasse rinviate a settembre per le imprese più colpite con una sforbiciata che dovrebbe valere circa 4 miliardi e una rimodulazione delle scadenze. Un anticipo della riforma in cantiere che punta a riscrivere il calendario dei versamenti per le partite Iva. Sul piatto ci sono poi gli ulteriori 2,8 miliardi da destinare alle regioni per coprire il buco delle entrate e circa 2 miliardi per i Comuni. (fonte Confcommercio)