Israele attacca Rafah: quattro morti. Sale la tensione al confine col Libano
Tensione a livelli massimi al confine tra Libano e Israele: secondo l'esercito sarebbe morto un membro di un organizzazione locale. A Rafah colpite 5 case uccidendo quattro persone
Lo spettro di una invasione di terra aumenta sempre più e al contempo gli aerei israeliani continuano la loro rappresaglia, specialmente contro la città di Rafah dove almeno 1,4 milioni di persone vivono assistite dalle poche organizzazioni umanitarie rimaste in loco. Nella notte Israele ha colpito diverse abitazioni nella città confinante con l’Egitto: cinque case sono state distrutte nella zona di al-Mawasi, quattro invece sono state le persone uccise con i loro corpi che sono stati trasferiti negli ospedali vicini.
Nel mentre le autorità israeliane, in particolare gli esponenti dell’estrema destra presenti nel governo Netanyahu, intensificano la retorica contro i palestinesi di Rafah. Itamar Ben-Gvir, ministro della Sicurezza Nazionale, ha detto che l’esercito dovrebbe avviare una operazione via terra a Rafah nonostante il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite abbia chiesto un cessate il fuoco immediato durante il mese del Ramadan (obiettivo che, tra l’altro, era stato già al centro dei precedenti colloqui di Parigi tra Hamas e Israele). La tensione è palpabile anche più a nord, al confine tra Israele e Libano, dove Hezbollah ha dichiarato di aver lanciato dozzine di missili (trenta secondo Tel Aviv) a Kiryat Shmona, città israeliana posta al confine tra i due paesi. Si conta per il momento una vittima, un operaio il cui corpo senza vita è stato rinvenuto sotto le macerie di un edificio.
Un raid quello del partito-milizia libanese inteso come rappresaglia in seguito agli attacchi israeliani contro un complesso militare nell’area di Hebbariyeh, zona situata nel sud del Libano. Secondo l’esercito israeliano, a causa di questo raid sarebbe morto, assieme ad altre sei persone, un “importante terrorista operativo dell’organizzazione Jamaa Islamiya”.