scritto da Nino Maiorino - 04 Luglio 2024 08:17

Incendi estivi, tra colposi e dolosi

Gli incendi estivi dipendono anche dal cambiamento climatico

Per fortuna non siamo ancora nel periodo di massima calura, non siamo stati ancora colpiti dal caldo di piena estate, anzi godiamo di qualche intensa pioggia che ci rinfresca.

Ma non illudiamoci; l’estate 2023 è stata una delle più calde di sempre e dobbiamo aspettarci, quanto meno, disagi simili a quelli delle estati passate, se non peggiori.

Con la calura estiva sono prevedibili gli incendi, ce lo ricorda il blog “A fuoco”.

Nei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e in altri Stati europei, l’estate del 2023 è stata caratterizzata da diversi eventi climatici estremi: ondate di calore, precipitazioni violente e vasti incendi.

L’emergenza incendi rappresenta un grande classico e possiamo facilmente prevedere che tornerà ad occupare nell’estate che sta per iniziare.

Il problema degli incendi parte da una disinformazione che tende a negare il collegamento tra incendi e cambiamento climatico, sostenendo che la colpa sia dei piromani.

Si tratta di affermazioni false perchè, come spiega Luca Tonarelli, direttore tecnico del Centro di addestramento antincendi boschivi della Regione Toscana, anche se la maggior parte degli incendi sono di origine umana, non si tratta in tutti i casi di piromani.

Il cambiamento climatico ha realmente un ruolo nella propagazione e nello sviluppo degli incendi.

Prima di tutto, quando si parla di roghi, è importante precisare la differenza tra incendi dolosi e incendi colposi.

Nel primo caso l’incendio è causato in modo intenzionale, e in questa categoria rientrano le azioni dei cosiddetti piromani, persone che hanno un impulso ossessivo ad appiccare il fuoco.

È vero che gli incendi dolosi costituiscono un numero consistente sul totale, ma non sono l’unica ragione per cui il fuoco divampa.

L’incendio colposo, invece, deriva da una negligenza o disattenzione collegata ad attività umane, ma non è causato in modo volontario.

Secondo un’indagine condotta da Coldiretti del 27 luglio 2023, circa il 60 per cento degli incendi boschivi in Italia ha origine dolosa, anche se non è possibile avere delle stime ufficiali.

Ciò significa che circa il 40 per cento degli incendi è composto anche da roghi causati da comportamenti umani irresponsabili e imprudenti, non finalizzati ad arrecare volontariamente danno.

Questi possono essere generati dall’utilizzo poco attento di fiamme libere, come nel caso di barbecue o lavori artigianali di saldatura, ma anche da macchine agricole che scintillano o da linee elettriche che attraversano i boschi e in caso di danneggiamento possono rilasciare qualche scintilla.

Altre azioni umane che involontariamente possono causare incendi sono attività agricole e forestali in cui il fuoco viene impiegato per bruciare le stoppie, distruggere i residui vegetali provenienti da lavorazioni agricole e forestali, e per rinnovare i pascoli e gli incolti.

E ancora, l’abbandono di mozziconi di sigarette e fiammiferi lungo i sentieri che possono cadere sull’erba secca o altri residui vegetali, e innescare un rogo.

A questi si aggiungono gli incendi naturali che, secondo il Dipartimento della Protezione Civile, si verificano molto raramente e sono causati da eventi inevitabili, come fulmini o eruzioni vulcaniche.

Nonostante la maggior parte degli incendi in Italia sia, quindi, collegata all’attività umana, è importante sottolineare che l’emergenza è in realtà strettamente connessa a due temi principali: la gestione del territorio e i cambiamenti climatici.

«Questo mix di elementi sta veramente complicando il panorama perché gli incendi sono sempre più intensi e sempre più veloci» ha dichiarato Luca Tonarelli, il quale ha poi precisato

che gli incendi sono sempre più intensi a causa dell’accumulo di combustibile, come legname, sterpaglia e altro materiale derivante dall’incuria del territorio.

Questo accumulo è legato allo spopolamento delle montagne, all’abbandono dei pascoli e dei territori agricoli che vengono invasi di nuovo dal bosco.

L’innalzamento delle temperature globali, l’aumento della frequenza delle ondate di calore e la siccità formano un misto che incrementa le condizioni favorevoli agli incendi in molti paesi.

Secondo uno studio pubblicato nel 2015 sulla rivista scientifica Nature, su scala globale la durata dei periodi in cui si verificano queste condizioni è aumentata del 20 per cento tra il 1979 e il 2013, e la superficie potenzialmente bruciabile è raddoppiata.

Per quanto riguarda l’Italia, Legambiente ha evidenziato nel rapporto “L’Italia in fumo” del 2022 come «gli effetti dei cambiamenti climatici avranno una sempre maggiore incidenza sull’aumento dei rischi per gli ecosistemi forestali», che sono più esposti a perturbazioni causate da tempeste, siccità e incendi più frequenti, e che incidono pesantemente sulla capacità delle foreste di assorbire CO₂.

Il rapporto del Centro Euro Mediterraneo sui cambiamenti climatici pubblicato nel 2020, ha rilevato una serie di indicatori di estremi climatici prevedendo un marcato aumento della frequenza e della durata delle ondate di calore e della siccità agricola.

L’aumento delle temperature e la riduzione delle precipitazioni medie annue, e la maggiore frequenza di eventi meteorologici estremi, interagiscono con gli effetti dei cambiamenti del clima nell’amplificare l’attuale vulnerabilità del territorio rispetto al rischio di incendi boschivi.

Anche Tonarelli ha confermato che i cambiamenti climatici contribuiscono all’inasprimento degli incendi: le temperature più calde fanno evaporare più umidità dal suolo e dalla vegetazione, seccando alberi, arbusti ed erbe e trasformando foglie e rami caduti in combustibile da ardere.

La siccità prolungata che ha colpito l’Italia nel 2022 e all’inizio del 2023, ad esempio, non poteva essere compensata dalle precipitazioni che si sono verificate nel corso dell’estate scorsa.

Questo perché, come ha spiegato sempre Tonarelli, le precipitazioni sono avvenute in tempi molto più ristretti e sono state in alcuni casi estreme, e non hanno avuto la stessa efficacia sul bosco rispetto a una pioggia più lenta e duratura.

A causa del cambiamento climatico sta aumentando la possibilità che gli incendi boschivi e rurali, fino ad ora per lo più limitati all’Europa meridionale, si verifichino anche in altre regioni, come Germania e Polonia, che nei decenni precedenti non hanno avuto esperienza di grandi roghi.

Il rapporto del Cmcc del 2020 ha chiarito che, nonostante sia possibile affermare che nei Paesi del bacino mediterraneo più colpiti dagli incendi (Italia, Grecia, Spagna, Portogallo e Francia) l’area percorsa dalle fiamme e il numero di incendi siano gradualmente diminuite grazie al forte investimento nella lotta attiva, si osserva chiaramente come la variabilità della superficie bruciata  negli anni rimanga molto alta.

La variazione dei regimi degli incendi e il verificarsi di alcune stagioni con il doppio o il triplo dell’area percorsa dal fuoco rispetto agli anni precedenti sono il segnale di una tendenza influenzata da molteplici fattori come l’uso del territorio, i processi socio-economici e la gestione degli interventi per spegnere i roghi, a cui è necessario aggiungere i cambiamenti climatici in atto.

La evidente variabilità climatica e il progressivo riscaldamento globale, richiedono un’azione di ripensamento della gestione delle foreste e dei boschi.

Ci scusiamo per la lunghezza di questo scritto, ma riteniamo indispensabile che ci si renda ben conto della situazione e che ciascuno di noi contribuisca, per quanto possibile, ad arginare il fenomeno.

 

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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