Il premier Giuseppe Conte potrebbe sciogliere la riserva e andare al Quirinale con un documento programmatico e la lista dei ministri stasera o mercoledì mattina, ma il voto sulla piattaforma dei 5 Stelle potrebbe rivoluzionare l’intera panorama
Entra nel vivo la partita sulla composizione del governo M5S-Pd in attesa del voto su Rousseau che ci sarà oggi. Pd e M5S stanno accelerando sul confronto riguardo i nomi e le caselle del nuovo esecutivo.
I pentastellati – riferiscono fonti parlamentari – vorrebbero confermare i dicasteri guidati nella fase giallo-verde, ovvero Mise e Infrastrutture in primis. Per quanto riguarda i ruoli chiave il dialogo verrà portato avanti anche tenendo conto i suggerimenti arrivati dalla Quirinale. Al Ministero dell’Interno dovrebbe finire un tecnico. Rebus anche per quanto riguarda il Ministero dell’Economia: a via XX Settembre potrebbe approdare una figura di rilievo come Rossi, Cottarelli o Reichlin.
Da sciogliere inoltre anche il nodo sul sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Una poltrona che viene rivendicata dal Pd ma non è escluso che per quel ruolo vada l’attuale segretario a Palazzo Chigi Chieppa. I nomi per quanto riguarda i cinque stelle al governo restano quelli di Di Maio (difesa o esteri ma l’obiettivo è quello di conservare il Mise), Fraccaro, Bonafede e Patuanelli.
Per i dem girano i nomi di Orlando, Franceschini, De Micheli ma anche quello di un outsider come Provenzano (al Lavoro) .
Il premier Giuseppe Conte potrebbe sciogliere la riserva e andare al Quirinale con un documento programmatico e la lista dei ministri stasera o mercoledì mattina. Oggi pomeriggio è previsto un nuovo tavolo sul programma che si incentrerà soprattutto sui decreti sicurezza mentre ieri la novità emersa è stata l’introduzione della riforma della legge elettorale di tipo proporzionale sul tavolo. S
ulla composizione del governo Conte tiene ancora le carte coperte. E’ possibile che la partita M5s-Pd finisca in pareggio, ovvero 8 dicasteri ciascuno ma probabilmente ci sarà un confronto anche tra Conte e Zingaretti. La maggioranza del Pd ritiene un successo importante il fatto che Di Maio si sia sfilato dal ruolo di vicepremier.
“Con Di Maio un’interlocuzione potrà esserci in un secondo momento”, è il refrain nel Pd. La guida dei 5 Stelle – il ragionamento – è Conte, non una personalità super partes ma il punto di riferimento dei pentastellati. (fonte Confcommercio)