Diritti in banca: cambiare tasso e durata del mutuo si può?
La Legge di Bilancio 2022, oltre ad aver previsto agevolazioni per chi vuole acquistare casa, di cui si è parlato nell’articolo del 21
Periodi duri per i titolari di mutuo a tasso variabile. Rialzo dei tassi significa, per i mutuatari, aumento dell’importo della rata del mutuo – quando a tasso variabile – aumento che può essere anche molto significativo se si considera che il parametro euribor semestrale è passato dal valore negativo di un anno fa al +3,009% registrato il 1° febbraio.
Come difendersi?
In queste ipotesi, la rinegoziazione, ossia la ridefinizione di tasso e/o della durata del mutuo, potrebbe essere un modo per correre ai ripari in caso di un rialzo del tasso tale da rendere insostenibile la rata, senza però ricorrere alla extrema ratio della sospensione delle rate.. Si può scegliere di cambiare tipologia di tasso (da variabile a fisso), di allungare la domanda durata del finanziamento (spalmando quindi la rata su più rate), o anche cumulare le due ipotesi.
È bene tuttavia sapere che, in generale, in base alle disposizioni del Testo Unico Bancario, la rinegoziazione è una facoltà alla quale la Banca può decidere di aderire o meno, non un diritto del cliente che dunque non potrà, in genere, opporre obiezioni rispetto ad un rifiuto da parte dell’istituto bancario.
La Legge di Bilancio 2022, oltre ad aver previsto agevolazioni per chi vuole acquistare casa, di cui si è parlato nell’articolo del 21 gennaio scorso, Comprare casa: sogno o realtà? – Ulisse online, ha anche introdotto il diritto per i titolari di mutui a tasso variabile di ottenere la rinegoziazione a tasso fisso entro il 31 dicembre 2023 ed, eventualmente, l’allungamento del piano di ammortamento per un periodo massimo di 5 anni e sempre che la durata totale del mutuo non superi i 25 anni. In tali casi, dunque, per la Banca sarà obbligatorio accettare la richiesta del mutuatario che tuttavia deve rispettare alcuni requisiti oggettivi e soggettivi.
Con riguardo ai requisiti oggettivi, rientrano nella manovra i mutui di importo non superiore a 200ke, per acquisto o ristrutturazione di immobili adibiti ad abitazione principale, a tasso variabile per tutta la durata, stipulati o accollati prima del 1° gennaio 2023. Quanto ai requisiti soggettivi, il mutuatario deve essere in possesso di ISEE non superiore a 35000 euro e non deve aver avuto ritardi nel pagamento delle rate, requisito quest’ultimo derogabile su accordo tra le parti.
La rinegoziazione ex lege prevede l’applicazione del tasso minore tra quello parametrato all’IRS decennale e quello di pari durata della durata residua del mutuo, senza previsione dello spread. Qualora invece non si rientrasse nei parametri richiesti per l’agevolazione ex lege, si potrà sempre chiedere la disponibilità della Banca a rinegoziare il mutuo, tenendo presente tuttavia che l’ente finanziatore può accordare la stessa ma non ha alcun obbligo in tal senso.
Buonasera ad oggi alcune banche non applicano la legge di bilancio per il passaggio al fisso.bisognerebbe fare luce su questo!!!
I massmedia non se ne occupano minimamente e i giorni passano e la gente non sa come fare
Buonasera Matteo, la legge di bilancio 2023 ha avuto il via libera dal Senato il 29 dicembre 2022, possibile dunque che, in una prima fase, gli enti creditizi si siano trovati impreparati, come Lei osserva. Certo, ad oggi questa situazione non dovrebbe più sussistere, quindi le consiglio di chiedere nuovamente al suo istituto e , in caso di esito negativo, può presentare reclamo all’istituto stesso.