scritto da Redazione Ulisseonline - 27 Aprile 2020 09:12

Coronavirus, fase 2: sì agli incontri con i parenti. Il 18 riaprono i negozi, il 1° giugno bar e ristoranti

Il presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte (foto tratta dal sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri)

Conferenza stampa del premier Conte sul nuovo Dpcm. Resterà l’obbligo dell’autocertificazione per gli spostamenti, ma sarà diversa. Mascherine obbligatorie ma solo nei luoghi chiusi. Ripartono subito manifatturiero, cantieristica e ingrosso funzionale a quei settori

al 4 maggio sì agli incontri con i familiari più stretti (anche anziani, ma indossando la mascherina e senza assembramenti), sì alla ripresa delle attività motorie a distanza e sì anche alla possibilità di rientro nel luogo di domicilio o residenza di chi è rimasto bloccato dal lockdown nelle città in cui studia o lavora. Resta però l’autocertificazione, anche se sarà diversa e con più possibilità. Sarà possibile tornare a celebrare i funerali, ma soltanto alla presenza dei familiari più stretti (non più di 15 persone), ma per riprendere le messe bisognerà aspettare ancora. La riapertura del commercio al dettaglio invece, è prevista per il 18 e non più per l’11. E il 1 giugno è prevista la riapertura di bar, ristoranti, parrucchieri e saloni estetici.

Sono le prime libertà che gli italiani riacquisteranno, annunciate da Giuseppe Conte in conferenza stampa dopo l’incontro della cabina di regia in cui il premier insieme al ministro della Salute Roberto Speranza e a quello degli Affari regionali Francesco Boccia ha illustrato ai rappresentanti delle Regioni e degli Enti locali le principali novità della Fase 2 inserite nel nuovo Dpcm.

Gli spostamenti
A insistere per mantenere l’obbligo dell’autocertificazione per gli spostamenti all’interno del Comune o della Regione sono stati in particolare i ministri Speranza e Boccia. Cambierà il modulo perché alle già note motivazioni per uscire di casa si aggiunge quella della visita ai parenti, secondo precise modalità per tutelare salute e sicurezza. Ci si potrà muovere all’interno del proprio Comune e della propria Regione, non ancora invece in altre regioni se non per ragioni di lavoro o salute. Anche se cadrà il divieto, che era stato introdotto con il lockdown, di spostarsi dal luogo in cui ci si trovava verso quello di domicilio o di residenza. Sarà dunque possibile per gli studenti o i lavoratori o chiunque altro rimasto bloccato in un’altra città dal lockdown fare ritorno a casa.

Gli incontri
Una prima apertura al ritorno ad incontrarsi arriva con l’autorizzazione a vedere familiari stretti, genitori, sorelle, fratelli, nonni. Il che non vuol dire consentire riunioni di famiglia: resta valido il divieto di assembramenti, anche in casa. Soprattutto per proteggere i più anziani è prescritto l’uso della mascherina.

Attività motorie
Come annunciato, dunque, sarà consentita la ripresa dell’attività motoria non più nei pressi della propria abitazione, sempre individualmente o comunque a distanza di almeno un metro, con la sola eccezione di persone conviventi nella stessa casa. La regola della distanza vale anche per i giardini pubblici, che avranno con ingressi contingentati. Sì anche all’attività motoria con i figli o alle passeggiate con persone non autosufficienti. Potranno riprendere ad allenarsi gli atleti professionisti delle attività individuate dal Coni, non gli sport di squadra per i quali la ripresa potrebbe essere il 18 maggio. Per l’attività sportiva la distanza minima prevista è di due metri. Per la semplice attività motoria è invece di un metro.

Bar e ristoranti in take away
In attesa della riapertura di bar e ristoranti, ma anche di centri estetici e parrucchieri, annunciati dal premier Conte per l’1 giugno, viene confermata, a partire dal 4 maggio, la possibilità di fare ristorazione con le modalità di vendita da asporto oltre che di domicilio. Il consumo non deve avvenire all’interno del locale, né al suo esterno devono formarsi assembramenti in cui non si rispetta la distanza fra le persone. “Si dovrà entrare uno alla volta – ha spiegato Conte -, rispettando la fila, le distanze, con i dispositivi di protezione”.

I negozi
Per gli esercizi commerciali al dettaglio la riapertura è fissata per il 18 maggio e non per l’11 come ipotizzato in un primo momento. Su richiesta del Comitato tecnico scientifico si è ritenuto di programmare step di riapertura di 14 giorni per verificare gli effetti di ogni riapertura. Parrucchieri, barbieri, centri estetica, come detto, riapriranno l’1 giugno assieme a bar e ristoranti.

Messe e funerali
Accolte solo in parte le richieste della Cei per la ripresa delle funzioni religiose. Dal 4 maggio potranno essere nuovamente celebrati i funerali ma solo alla presenza degli stretti familiari (parenti di primo o secondo grado), non più di 15 persone, se possibile all’aperto e a distanza l’uno dall’altro. E tutti dotati di mascherina. No invece alle messe, nonostante la proposta articolate di misure di distanziamento da parte della Cei. Durante l’incontro è stato posto con fermezza anche il tema della riapertura dei cimiteri, sia pure in sicurezza. A farlo in particolare l’Anci, per bocca del suo vicepresidente Roberto Pella. Il governo, però, ha preso tempo e non ha ancora ufficialmente aperto a questa possibilità.

Le attività produttive
Confermato anche il calendario delle ripartenze delle attività produttive. Si comincia già oggi con le aziende ritenute strategiche, dai cantieri dell’edilizia pubblica al manufatturiero per l’export con richieste di autorizzazione in deroga ai prefetti. Dal 4 tutte gli altri e il  commercio all’ingrosso funzionale a queste filiere.

Musei e mostre
Come anticipato in un’intervista a Repubblica dal ministro ai Beni culturali Dario Franceschini, musei, mostre e luoghi culturali all’aperto riapriranno il 18 maggio.

Mascherine
Ieri il commissario per l’emergenza coronavirus, Domenico Arcuri, ha firmato l’ordinanza che fissa il prezzo delle mascherine chirurgiche a 50 centesimi al netto dell’Iva.

Gli enti locali
Intanto, mentre alcune Regioni come il Veneto e il Friuli Venezia Giulia hanno emesso ordinanze che allentano le restrizioni, tredici sindaci di Comuni capoluogo di Città Metropolitana (in testa Antonio Decaro, primo cittadino di Bari e presidente Anci), hanno dettato all’esecutivo le linee guida in dieci dieci punti per il superamento del lockdown. Il sindaco di Milano Beppe Sala ha spinto invece l’accento sulla necessità di riorganizzare la mobilità delle grandi città.

Le prime riaperture da lunedì 27 aprile e le ordinanze di alcune Regioni

Già da oggi ci sarà qualche assaggio di riapertura, specialmente nelle Regioni che si sono portate avanti. La Lombardia, infatti, da mercoledì 29 aprile riaprirà i mercati all’aperto, a patto che facciano osservare una serie di misure di prevenzione: guanti, mascherine, distanze. Il Veneto ha dato il via libera alla vendita di cibo “take away” con un’ordinanza emessa il 24 aprile: i clienti possono già andare di persona al negozio, acquistare e portare a casa il cibo da asporto. Ma non solo: il testo allarga l’opportunità della consegna anche a pasticcerie e gelaterie, esercizi commerciali troppo piccoli per permettersi un servizio delivery e anche alle fiorerie al dettaglio. Ovviamente, il tutto con l’uso di mascherine, guanti o gel per le mani, e un cliente per volta. Ammesso anche il ‘car delivery’, modalità in voga nei fast food di derivazione americana. In merito a questo nuovo provvedimento il governatore veneto Luca Zaia ha precisato oggi durante il punto stampa: “Abbiamo applicato la legge, meglio ancora le direttive del governo. Mi aspetto novità nelle prossime ore”.

Pure in Friuli Venezia Giulia il governatore del  Massimiliano Fedriga ha firmato la nuova ordinanza, l’undicesima, che, a partire dalla mezzanotte di oggi e fino al 3 maggio prossimo, andrà a integrare quella attualmente in vigore (dal 13 aprile). Il provvedimento introduce misure che allenteranno alcune restrizioni: agli esercizi commerciali verrà consentita la possibilità di effettuare il servizio take away, ma con ordinazione da remoto; saranno permesse inoltre le prestazioni di carattere artigianale per la manutenzione di imbarcazioni da diporto; via libera anche alle attività motorie individuali nel comune di residenza, senza l’obbligo di mantenersi entro i 500 metri dal proprio domicilio. A partire dal 27 aprile sarà inoltre possibile effettuare, direttamente o avvalendosi dell’opera di artigiani, interventi di manutenzione a bordo di imbarcazioni da diporto all’ormeggio e attività di sistemazione delle darsene.

IL DECRETO: SCARICA QUI

(fonte Confcommercio)

Rivista on line di politica, lavoro, impresa e società fondata e diretta da Pasquale Petrillo - Proprietà editoriale: Comunicazione & Territorio di Cava de' Tirreni, presieduta da Silvia Lamberti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.