Cava, in arrivo l’esercito dei beneficiari del Reddito di cittadinanza ma per i Centri per l’impiego la regolamentazione è carente
A sette mesi dall’avvio della misura “per sconfiggere la povertà” voluta dal Movimento 5 Stelle, da un primo monitoraggio delle Regioni emerge che in Campania hanno sottoscritto il Patto per il lavoro in 15 mila su 178 mila, l’8,4%.
Poco più di una persona su dieci tra quelle occupabili che ricevono il reddito di cittadinanza (RDC) ha sottoscritto il Patto per il lavoro, il primo passo per utilizzare questa misura nella ricerca di un impiego.
A Cava de’ Tirreni, il Centro per l’impiego ad oggi ha ricevuto fino a settanta persone al giorno per la firma del Patto per il lavoro. Un vero tour de force quello degli impiegati della sede di via XXIV Maggio per smaltire il considerevole carico di lavoro.
Superati circa 850 firmatari del “Patto per il Lavoro”, ma i dati sono parziali poiché nei prossimi giorni saranno convocate altre persone e forniti altri elenchi dall’ANPAL ( Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro) al Centro per l’impiego ed è facile prevedere che Saranno superati i beneficiari rientrati nella misura REI (Reddito di inclusione) che a Cava dei Tirreni sono stati 940 nuclei familiari.
Per il momento la macchina organizzativa regionale non funziona ancora come dovrebbe. Basti pensare che i navigator non hanno ancora iniziato a lavorare nei centri per l’impiego perché manca la convenzione con Anpal Servizi. Questa nuova figura, in pratica, deve facilitare l’incontro tra i beneficiari del programma RdC e i datori di lavoro, i servizi per il lavoro e i servizi di integrazione sociale. Ha dunque il compito di fornire assistenza ai Centri per l’Impiego nel seguire i beneficiari del reddito di cittadinanza nella ricerca di una nuova occupazione, e al tempo stesso deve controllare che tutte le attività proposte siano svolte nei modi e nei tempi stabiliti.
La domanda è: cosa sarà inviato ai servizi sociali? In che modo verrà fatta la valutazione dei nuclei familiari rispetto al bisogno?
La Regione Campania non ha fornito, ripetiamo perché ci sembra un nodo cruciale, nessuna regolamentazione ai Centro per l’impiego e quindi anche a quello metelliano una modalità di selezione, che invece vediamo applicata nelle regioni del centro nord, dove ci sono strumenti che d’intervista che effettuano una valutazione numerica e hanno parametri entro i quali si invia ai servizi sociali. Il rischio paventato è quello di dover riconvocare tutti i soggetti ai servizi sociali per fare questa famosa distinzione tra chi ha solo bisogni lavorativi o ha altri bisogni di intervento e aiuto.
Intanto è già qualcosa che è stato introdotto il rdc che nessun altro aveva fatto prima. Ed è una miseria, ricordiamolo, cin tante limitazioni. In altri paesi europei misure del genere sono attive, e molto più efficienti nonché meno miserabili e restrittive, da decenni.