Cava, ieri nella Chiesa di Passiano S. Messa celebrata da S.E. Mons. Dal Covolo
Ieri, giornata di tutti i Santi, eccezionale visita nella parrocchia del SS. Salvatore di Passiano da parte di
Sua Ecc. mons. Enrico dal Covolo, teologo e assessore del Pontificio Comitato di scienze storiche, presidente del Comitato Scientifico dell’Accademia Bonifaciana Lateranense e già rettore della Pontificia Università.
Mons. Enrico dal Covolo ha presieduto la S. Messa solenne delle ore 11.
Durante l’omelia il vescovo ha affermato che “C’è Santità e santità. Come dire che c’è un calciatore è un calciatore. Uno può giocare benissimo a calcio ma quando è convocato in Serie A o nella Nazionale allora è conosciuto come un grande calciatore”.
“Ci sono molti Santi, io credo -ha affermato il Vescovo- che i santi siano molto più numerosi di quello che noi pensiamo di solito anche se fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce. In ogni caso questa foresta di Santità esiste è molto abbondante anche tra i ragazzi e le ragazze di oggi. Ma c’è pure una Santità convocata in Serie A o meglio riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa. Per questi convocati in Serie A di solito si procede prima alla beatificazione e poi alla canonizzazione che è il riconoscimento pieno di un nuovo santo nella chiesa. Questi Santi o Beati sono i nostri modelli i nostri esempi di vita. È gente che ci ha saputo fare.”
“È gente -ha proseguito- che ci insegna la strada per vincere il male e il peccato. Scegliete uno di questi Santi come vostro modello è amico. Questi santi o Beati sono gli amici di Dio stanno sempre vicino a lui e possono, anzi desiderano dire una buona parola per noi se lo vogliamo”.
Il vescovo infine riporta un esempio di santità e afferma che “qualche cosa di interessante riguardo alla santità l’ha scritto Cronin un giovane medico che nelle storie di romanzi intitolati “La valigetta del dottore”. Parla di una sua infermiera. Quest’infermiera era una donna che per vent’anni era stata sola a curare la gente della regione. Il suo compito era stato terribilmente duro ogni giorno girava 20 km se non di più. Aveva sempre una parola di conforto da dire e non era mai troppo stanca di notte per dire di no a una chiamata urgente. Una sera mentre prendeva il tè dopo un lavoro particolarmente stressante, il dottore le chiese perché non mi fate pagare di più? Dopo un po’ di silenzio l’infermiera rispose al dottore che se Dio sa che merito questo, che cosa devo chiedere di più? Per me, questo solo conta. Ecco la santità. Molto semplicemente la santità consiste nell’essere felici di qua e di là, facendo bene e con amore le piccole cose di ogni giorno: senza mai avvitarci su noi stessi, ma donando agli altri il nostro amore”.
Così ha concluso la sua omelia il vescovo per poi procedere la liturgia eucaristica.