scritto da Pasquale Petrillo - 22 Settembre 2020 19:36

Cava, il trionfo elettorale e politico del sindaco Servalli

servalli
il sindaco Vincenzo Servalli (foto Aldo Fiorillo)

Nel momento in cui scriviamo ci sono ancora diverse sezioni che non hanno chiuso lo scrutinio dei voti, ma il dado è tratto: il sindaco Servalli ha vinto al primo turno.

In tutta onestà, non credevamo che Servalli riuscisse ad evitare il ballottaggio. Troppi candidati a sindaco, troppe liste. Il rischio, insomma, di una polverizzazione del consenso era pressoché inevitabile. Gli elettori cavesi, invece, hanno mostrato di avere le idee chiare e soprattutto di essere migliori e meno complicati di buona parte della loro classe politica. In pratica, hanno semplificato il quadro politico scegliendo la continuità, dando il ben servito ad un bel po’ di candidati a sindaco, alcuni dei quali liquidati in modo drastico e spietato. Chapeau!

I cavesi, dicevamo, confermando l’uscente sindaco Servalli hanno scelto la continuità, ma quali le probabili ragioni che hanno portato a questa scelta?

I motivi sono tanti.

Forse hanno premiato la buona  amministrazione messa in campo in questi anni. Forse.

Molto più probabilmente non hanno individuato un’alternativa valida e credibile. Insomma, Servalli rispetto ai suoi concorrenti si è rivelato comunque essere ancora il migliore, quantomeno il meno peggio. Forse.

Ancora più probabilmente, la buona gestione della brutta stagione del Covid ha fatto apprezzare ai cavesi le doti di equilibrio e di buon senso del primo cittadino. Forse.

Di sicuro, però, oltre a tutto ciò, per chi scrive Servalli ha vinto sopratutto perché oltre ad amministrare ha saputo fare politica. E questo in particolare negli ultimi mesi. E’ riuscito a mettere in campo una politica inclusiva, aggregando tanto parte delle forze a sinistra del Pd che di centro ed addirittura provenienti da destra. Ha saputo trovare le ragioni che univano e alla fine ha trionfato, perché la politica si fa mettendo insieme interessi, valori, culture, persone, elettorati. Non sono operazioni facili, è vero. E risultano pure difficili da gestire. Servalli, anzi, di sicuro sarà chiamato a supplementi di pazienza, ma la ricchezza viene dalla diversità e non dagli eccessi identitari.

Allo strepitoso successo di Servalli fa da contraltare il disastro senza aggettivi del centrodestra metelliano. Se Servalli ha vinto perché ha saputo mettere in campo la politica, il centrodestra ha fallito perché in modo miope ed arrogante ha rinunciato a fare politica. Un centrodestra sordo ad ogni appello all’unità sulla qualità dei contenuti e delle proposte oltre che dell’azione politica sul territorio. In cinque anni, infatti, la politica è risultata la grande assente. Non c’è stato mai un vero confronto, un dialogo, un’apertura alla città oltre che all’interno della coalizione. Non è un caso, poi, che persino un outsider come fra Gigino Petrone è riuscito a fare meglio, tanto da essere individuato pure nell’improvvisazione come il vero antagonista di Servalli. Insomma, ha fatto più politica fra Gigino in un mese, che il centrodestra in cinque anni. E i risultati si sono visti. Non mentono.

Ci sarà modo di approfondire questo discorso e finanche degli errori di strategia e di comunicazione del candidato sindaco Murolo. Tuttavia, una cosa deve essere chiara: il centrodestra non ha perso per colpa di Murolo, ma è quest’ultimo che di sicuro ha perso per colpa del centrodestra, pur avendo ottenuto meno voti delle liste della coalizione. La verità è che Murolo non può passare come il capro espiatorio di una sconfitta così cocente e devastante. In fondo, era il migliore candidato possibile dopo che si è lavorato tutti insieme appassionatamente per inaridire le potenzialità politico-elettorale della coalizione, fino a perdere pezzi importanti che hanno contribuito alla vittoria di Servalli. E Murolo, tanto per essere chiari, era e resta una persona perbene, un signore (pure troppo) oltre che un professionista competente e un politico non certo improvvisato.

In conclusione, tra Servalli e il centrodestra la differenza l’ha fatta soprattutto la politica. E la maggioranza degli elettori cavesi non hanno dovuto faticare molto per compiere la propria scelta politica.

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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