Cava, un mantra per i dirigenti comunali: “Il cittadino è il mio padrone”
Mi spiace tornare sul traffico impazzito di ieri mattina e la evidente imperizia della macchina comunale, ma talune circostanze vanno chiarite per evitare equivoci. A maggior ragione ora che è in corso una campagna elettorale, di cui siamo spettatori, anche annoiati, e non certo interessati protagonisti.
E’ singolare che, ancora un volta, il sindaco Servalli è costretto sui social a scusarsi con i cittadini per il disagio provocato. E’ apprezzabile, ma anche prevedibile il gesto del nostro primo cittadino. Denota la sua sensibilità, il rispetto che ha nei riguardi dei suoi amministrati, la sua signorilità.
Riconosciuto ciò, vanno evidenziati, tuttavia, alcuni aspetti.
In primo luogo, nel suo post il Sindaco sembra narrare di circostanze fortuite ed impreviste: la chiusura del traffico per la Madonna dell’Olmo per la festa patronale e i lavori dell’Enel. Così non è. E il problema è proprio questo. Era tutto ampiamente noto. I lavori dell’Enel stanno intralciando il traffico cittadino da più di una settimana e solo adesso, vivaddio, il Sindaco comunica che si svolgeranno di notte. La festa patronale è da sempre l’8 settembre. In breve, tutto scontato. Bastava programmare e prevedere ciò che era prevedibile. E soprattutto fare una adeguata comunicazione istituzionale, quasi sempre assente o del tutto insufficiente e inadeguata. Tant’è che poi il blocco stradale al tratto antistante la Basilica è stato rimosso e rimesso soltanto nelle ore serali. Insomma, il caos non è stato dovuto ad un improvviso guasto, un imprevisto. Questo è lapalissiano. E’ altrettanto pacifico e ovvio che il sindaco Servalli compia il suo peccato di omissione per coprire manchevolezze altrui.
In secondo luogo, il sindaco Servalli non può cavarsela con l’ennesimo post di scuse per quanto sincere e doverose esse siano. In altre parole, per una delle tante defaillance della macchina comunale e dintorni, non la prima e purtroppo neanche l’ultima, prenderà qualche provvedimento per evitare che si verifichino altri episodi di cattiva gestione? Noi, tanto per essere chiari, non abbiamo la memoria corta. Stiamo ancora aspettando, dopo due mesi, che il presidente dell’Ausino Mariano Agrusta dia pubblicamente conto di quell’indagine interna promessa ai cavesi inviperiti. Era stato preso, ricordate, l’impegno di individuare i presunti colpevoli della mancata comunicazione dell’interruzione idrica, che lasciò all’improvviso a secco quasi l’intera città. Questo per dire che i cittadini, i quali pagano le tasse comunali, l’acqua, i rifiuti, meritano rispetto oltre che servizi degni di un Paese civile. Di sicuro, tanto per essere sempre chiari, non vanno presi per in giro. Mai. Non se lo meritano.
In terzo luogo, ma perché deve essere sempre il Sindaco a chiedere scusa? Vero, a lui va sempre attribuita la responsabilità politica di quello che accade. C’è però un limite a tutto ciò, nel senso che le responsabilità gestionali esistono, sono sancite dalla legge, e fanno capo ad altri, di sicuro non al primo cittadino. In altre parole, quando c’è qualcosa che va storto, quando c’è qualche manchevolezza, sarebbe buona cosa che i responsabili degli uffici, dei servizi, siano dirigenti comunali o meno, prendessero la buona abitudine di spiegare pubblicamente le ragioni che hanno causato i disagi e quando occorre avere l’umiltà, ma soprattutto il buon senso di chiedere scusa ai cittadini per i disservizi provocati. Non importa se per causa di forza maggiore o molto banalmente per incapacità, negligenza, inettitudine, imperizia o altro. Insomma, la responsabilità gestionale dei dirigenti, una prerogativa da loro difesa a denti stretti e ben remunerata, comprende anche il dovere di relazionarsi in modo corretto con i cittadini, i quali non sono l’ultima ruota del carro. E soprattutto non sono dei rompiscatole o dei postulanti, bensì i loro padroni, i loro veri ed unici datori di lavoro. Sì, perché una buona volta per tutte qualsiasi dipendente pubblico, in special modo quelli comunali e più ancora i dirigenti, ogni minuto del giorno devono recitare un mantra inequivocabile: “il cittadino è il mio padrone”. Ecco allora che i cittadini vanno sempre rispettati, informati, serviti. E quando si lamentano non possono essere accusati di lesa maestà, ma al contrario hanno il diritto di essere ascoltati. E quando chiedono, piuttosto che mostrarsi infastiditi va loro data comunque e sempre una risposta. E quando negativa comunque ragionata e motivata.
Non andiamo oltre. Fermiamoci qui. Con un’avvertenza a scanso di equivoci da campagna elettorale: il corretto rapporto fra cittadini e macchina comunale non è una questione di oggi e non riguarda solo l’attuale Sindaco. E’ un problema antico, di sempre, su cui è chiamato a misurarsi chicchessia. Oggi vale per Servalli, ma domani sarà lo stesso anche per i suoi avversari in questa competizione elettorale, se saranno ovviamente chiamati in qualsiasi ruolo ad amministrare la città.
Si, perché i politici passano, ma la macchina comunale e i dirigenti restano…