Marco Senatore: “Mi candido con Servalli per dare un contributo di esperienza e competenze”
E’ stato assessore con il sindaco Gravagnuolo e in seguito anche con il sindaco Galdi. Alle ultime comunali si presentò come candidato sindaco con due liste civiche e per una manciata di voti non entrò in Consiglio Comunale. Oggi ci riprova ma come candidato a consigliere comunale nella lista civica “Insieme per Servalli Sindaco”. Stiamo parlando dell’avvocato Marco Senatore, 58 anni, presidente dell’associazione politico-culturale CIVITAS 2.0. Penalista affermato, con uno studio legale molto accorsato in città, attualmente è membro nella Commissione di abilitazione forense presso il distretto della Corte di Appello di Potenza con nomina ministeriale su indicazione del Consiglio Nazionale Forense.
Una domanda è d’obbligo, dopo cinque anni fuori dalla politica lei ritorna in pista?
Ai margini di sicuro, non essendo stato eletto consigliere comunale alle ultime elezioni di cinque anni fa, ma fuori dalla politica mai. Ai margini quindi, ma non assente dalla vita politica, dalle vicende amministrative e dai problemi della gente comune o delle diverse categorie. Non a caso, pochi mesi dopo le elezioni del 2015 sono stato tra i fondatori ed eletto all’unanimità presidente dell’associazione politico-culturale CIVITAS 2.0, composta da un nutrito e qualificato gruppo di soci, alcuni dei quali imprenditori. E con questa associazione abbiamo preso diverse iniziative, tenuto un convegno, soprattutto ci siamo battuti per avere delle gare di appalto sempre più trasparenti e corrette ed evitare che i lavori pubblici vengano sistematicamente affidati a ditte non cavesi, le quali vincono le gare con ribassi assurdi a discapito di una esecuzione dei lavori pubblici a regola d’arte. Tant’è che nel 2017, dopo quasi due anni di lavoro, anche con il nostro contributo è stato conseguito, con un nuovo regolamento comunale al riguardo, un importante risultato con ben 46 aziende cavesi presenti negli Elenchi degli operatori economici per l’esecuzione di lavori pubblici. In questi anni, poi, non sono mancati altri miei interventi e sollecitazioni, a volte anche di pungolo e polemici con l’attuale Amministrazione, sui temi del commercio, del turismo, dell’annosa problematica dell’abusivismo edilizio. Insomma, per forza di cose non siamo potuti essere in prima fila, ma comunque sempre presenti su molti temi che interessano la città”.
Oggi è quindi naturale la scelta di rientrare in politica?
Ripeto, non ne sono mai uscito. Certo, questi cinque anni fuori dal palazzo sono stati anni comunque intensi e ben impiegati non solo nella professione, ma anche nel contatto con i cittadini, con i loro problemi, anche soprattutto come presidente dell’associazione CIVITAS 2.0. Sono stati anni utili anche per una riflessione complessiva su quello che era stato fino ad allora il mio percorso politico e anche su quali potessero essere le prospettive di un impegno futuro. Mi piace ricordare che poco dopo la sua elezione a sindaco, Servalli mi nominò componente del Consiglio Generale dell’ASI di Salerno, carica alla quale rinunciai dopo pochi mesi anche perché volevo avere le mani libere per portare avanti iniziative politiche ma anche per poter compiere una profonda riflessione senza condizionamenti. E in questi anni non sono mancate pubbliche diversità di vedute con il sindaco Servalli, sebbene non sia mai venuto meno il rapporto amicale oltre a restare un sicuro interlocutore politico. In breve, non ho dovuto pensarci più di tanto prima di raccogliere l’invito del sindaco Servalli a candidarmi con lui alle prossime elezioni comunali.
In tutta onestà, molti la davano più tra i possibili candidati del centrodestra.
Almeno per quanto riguarda la mia persona, questa possibilità non c’è mai effettivamente stata. E’ bene ricordare che all’indomani della sconfitta referendaria di Renzi nel dicembre 2016, lanciai la proposta di costituire un organismo democratico di incontro e confronto per definire un nuovo e diverso progetto politico per il governo della città. In altre parole, proponevo di avviare una comune riflessione sul destino della nostra comunità, e confrontarsi su quali strategie fondare l’azione politico-amministrativa. Non mi ha mai risposto nessuno, nemmeno per esprimere un diniego, semplicemente il mio invito è caduto nel vuoto. La verità che i partiti del centrodestra hanno brillato in questi anni per la loro totale assenza politica, per la loro inazione, la loro chiusura, la loro miopia. Nel centrodestra, purtroppo, in questi anni è totalmente mancata l’agibilità politica ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti: la scelta di Murolo, al di là delle qualità della persona, è un ripiego politico ed elettorale per l’incapacità dei partiti di individuare un altro candidato, D’altra parte, pezzi importanti che hanno fatto la storia del centrodestra cavese, a cominciare da Giovanni Baldi, hanno scelto Servalli piuttosto che il vuoto cosmico rappresentato dal centrodestra cavese.
Avvocato Senatore, allora, come direbbe Totò: e poi dicono che uno si butta a sinistra?
Per certi versi Totò ha indubbiamente ragione: quando in un contesto viene negata la cittadinanza politica, il confronto democratico, il diritto ad esistere, allora non c’è altro da fare che compiere delle scelte del tutto diverse. Tuttavia, per quanto mi riguarda, questa difficoltà di relazione con il centrodestra mi ha appena lambito, nel senso che la scelta di appoggiare il sindaco Servalli è stata quasi scontata per l’amicizia di lunga data, la stima reciproca e la comune esperienza vissuta nella giunta guidata da Gravagnuolo, dove l’attuale sindaco Servalli all’epoca come me era nelle vesti di assessore comunale. Vorrei ricordare, in questo senso, che al ballottaggio del 2015 chiesi pubblicamente ai miei elettori ed amici un voto per Servalli non certo per il centrodestra di Galdi. D’altro canto, sono e resto un moderato, un uomo di governo, che ha avuto un’esperienza preziosa e densa di soddisfazione con un sindaco che apprezzo come persona e come politico qual è Luigi Gravagnuolo. E poi un’altra esperienza, di segno politico opposto, non meno interessante anche se sofferta e finita in malo modo con il sindaco Galdi. In ultimo, non vorrei che si facesse confusione con il percorso travagliato, fatto di successi, passione e anche delusioni, di mio fratello Alfonso, il quale, che a qualcuno piaccia o no, della destra cavese e provinciale è stato protagonista per oltre trent’anni. Io non sono stato mai iscritto al MSI, non sono stato mai politicamente organico alla destra, anche se quel mondo, attraverso le esperienze e l’impegno politico di mio fratello, l’ho conosciuto e conosco molto bene.
Qual è il contributo che lei ritiene di poter dare al sindaco Servalli nel suo probabile secondo mandato?
Mi auguro di essere, innanzi tutto, utile nel formare una classe dirigente che vada oltre Servalli. Questo è l’obiettivo del sindaco uscente e credo che in questo senso un piccolo contributo riuscirò senz’altro a darlo. Insomma, spero sinceramente di dare un apporto di esperienza e di competenza, qualità che si maturano con gli anni e con la pratica. Come ho avuto modo di dire in altre precedenti occasioni, nell’amministrare la cosa pubblica occorre essere concreti e realistici, in quanto un progetto politico serio deve necessariamente essere semplice e realizzabile. Basta con i libri dei sogni, inattuabili non solo per l’eventuale incapacità degli amministratori, ma di sicuro per la mancanza o quantomeno la ristrettezza delle risorse e poi anche del poco tempo a disposizione. Per questo, la mia vera ambizione è di mettere a disposizione le competenze e le esperienze maturate nel tempo al servizio dei cittadini, per dare risposte ai loro problemi quotidiani ma anche, per quanto possibile, di contribuire a dare un orizzonte migliore alla nostra città, ai nostri figli. Sono convinto, infatti, che il dovere di chi accetta la battaglia politica è quello di guardare oltre il contingente e che il governo della propria comunità consista soprattutto nel contribuire a costruire il futuro e il benessere delle nuove generazioni.