Conclusi gli Stati Generali voluti dal Governo Conte
Alta velocità, pagamenti elettronici, fibra ottica per tutti, transizione energetica, taglio del cuneo fiscale e incentivi alle imprese per “un’Italia più inclusiva”. Sono alcuni dei “pilastri” annunciati dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a conclusione della nove giorni di Stati generali
“Sono stati giorni molto intensi e non ci siamo chiusi affatto, anzi ci siamo aperti. Qui ha sfilato il Paese intero in tutte le sue componenti”, ha esordito il presidente del Consiglio ricordando gli 82 meeting tenuti nel corso della nove giorni che “ci rafforza, rafforza me e tutti i ministri. Ci rafforza negli obiettivi, nelle linee di intervento su cui vogliamo agire”.
E per riassumere la linea da seguire, dopo un messaggio di incoraggiamento rivolto ad Alex Zanardi, il premier cita lo scrittore Alessandro Baricco, anche lui presente a uno degli incontri: “Abbiamo aperto all’impossibile il panorama della nostra mente, allargato all’impensabile il raggio della nostra azione”. E spiega: “Il piano di rilancio non è una semplice raccolta di riforme. Ci siamo resi conto che non è affatto sufficiente riformare il Paese, dobbiamo reinventare il Paese che vogliamo perché l’esperienza è stata troppo dura e la sfida troppo impegnativa per occuparci di semplici riforme.
Abbassare l’Iva per far ripartire i consumi. Spunta anche questa ipotesi tra le misure che potrebbero rientrare nel progetto di rilancio che ha preso forma nel corso degli Stati generali dell’economia e che il Governo si prepara a mettere in campo nei prossimi mesi. La misura, ha però poi precisato Conte nella conferenza stampa conclusiva, è al momento solo un’ipotesi, anche perché si tratta di una misura “costosa”.
La necessità di un intervento del genere deriva dalla preoccupazione del Governo di ricreare il clima di fiducia necessario ad innescare il circuito dei consumi. Si guarda in particolare a quanto fatto dalla Germania, che nel maxi piano da 130 miliardi lanciato dalla cancelliera Merkel per far fronte alla crisi, ha previsto anche la riduzione dell’Iva (dal 19 al 16%) per sei mesi. La misura, tuttavia, è ancora allo studio, ha chiarito Conte e “questa settimana sarà già decisiva per una prospettiva del genere”.
Le parole di Conte ricalcano quanto affermato appena qualche giorno dal ministro dell’economia Roberto Gualtieri: abbassare l’Iva, aveva spiegato, “è una misura molto costosa” che va valutata attentamente anche perché proprio l’Italia è tra i paesi europei ad aver speso di più contro la pandemia del coronavirus. Certo è che il Governo sta riflettendo e guardando anche a quello che hanno fatto altri paesi per trovare degli interventi “anche sul lato della domanda”, aveva spiegato sempre Gualtieri al festival dell’Economia di Trento.
L’ipotesi della riduzione dell’Iva, sul modello tedesco, è stata indicata qualche giorno fa anche dalla vice ministra dell’economia Laura Castelli, che proponeva di farla “per qualche anno insieme a quella strategia già messa in campo dal presidente del consiglio a favore dei pagamenti elettronici”.
Si tratterebbe di “bell’elastico per i consumi” secondo Castelli, che potrebbe essere accompagnato ad “una riduzione dell’Irpef e la fiscalità di vantaggio per le imprese”. L’Iva, imposta sul valore aggiunto, ha oggi un’aliquota ordinaria del 22% della base imponibile. Alcune particolari operazioni scontano l’aliquota ridotta al 4% o al 10%. Il rischio di aumento dell’Iva è stato recentemente scongiurato dal decreto Rilancio, che ha definitivamente cancellato le clausole
di salvaguardia.
Tra i punti elencati per raggiungere questo obiettivo c’è quello di creare “un’Italia più inclusiva”, anche grazie alla “riduzione del cuneo fiscale. Già a luglio avevamo predisposto una misura. È una direzione giusta che dobbiamo perseguire”, ha detto.
Inoltre, maggiore sensibilità per favorire la crescita professionale delle donne: “Ci è stato presentato e accogliamo un suggerimento, il progetto di un voucher per pagare 500 donne all’anno che aspirano a diventare manager. Un Mba Executive dal valore di 35mila euro. Nelle prime 100 imprese solo il 6% è guidato da donne”. (fonte Confcommercio)