Conte, Bonafede… e le macerie della democrazia
Ho avuto già occasione, tre settimane addietro (Ulisse – 7 maggio 2020), di esprimere il mio pensiero sulla incresciosa vicenda della scarcerazione di centinaia di pericolosi delinquenti, la maggioranza dei quali costretti al carcere duro, che probabilmente è stato anche una conseguenza delle rivolte avvenute nelle carceri qualche mese prima.
Conseguenza nel senso che è sembrata una risposta di questi “gentiluomini” ai trasferimenti forzati al quale sono stati sottoposti, e che ovviamente non hanno gradito, e hanno fatto pesare sull’Amministrazione Penitenziaria il rischio del contagio da Covid.19.
Una vicenda penosa, nata male e finita peggio: la conseguenza del bisticcio tra il Guardasigilli Bonafede e il Magistrato Di Matteo a tutto avrebbe dovuto portare, tranne che ad una mozione di sfiducia nei confronti di Bonafede, anzi due, per motivi opposti.
Allora ebbi ad esprimere la mia perplessità anche sull’operato del Premier Conte, il quale già all’epoca avrebbe dovuto dare qualche chiarimento invece di defilarsi e stare alla finestra; probabilmente un suo intervento avrebbe provocato danni minori.
Ma il suo comportamento attendista, qualunque sia interpretazione che gli si vuole dare, ha provocato un danno maggiore, per la semplice ragione che ha consentito di dare a tanti la opportunità di esibirsi, chi pro e chi contro, fino alle due mozioni.
Sembrava chiaro che, alla fine, sarebbe andata a finire com’è finita, vale a dire il rigetto delle due mozioni di sfiducia, ma ha dato la possibilità al cerchiobottista Renzi (ha precisato di ritenere corretto il contenuto delle mozioni ma di non poterle votare per non mettere in crisi il Governo Conte!), nonostante la sua irrisoria forza, di essere l’ago della bilancia che ha le fatte respingere: poi si vedrà in cambio di cosa, forse di un nuovo Ministro.
Conte non avrebbe dovuto fare l’attendista, come ha fatto: anche in questa vicenda avrebbe dovuto far valere il carattere, che non gli manca e lo ha dimostrato in tante altre occasioni, imponendo a Bonafede di fare un passo indietro, dimettersi spontaneamente, e far cadere così le mozioni.
Ciò avrebbe giovato alla dignità dello stesso Bonafede il quale, se non fosse stato per l’ignoranza politica che lo distingue (ed è in buona compagnia), avrebbe dovuto comportarsi come tanti altri predecessori che per molto meno si dimisero, passando alla storia della nostra democrazia come uomini d’onore: per chi sa cosa sia l’onore.
Ora questa pseudo-democrazia è ancora una volta semi-sommersa da macerie che peseranno sul suo futuro; e se il governo continuerà ad andare avanti, come c’è da augurarsi, dovrà purtroppo contare su umori e ricatti di forze politiche anche irrisorie, com’è proprio “Italia Viva” di Renzi; non è il massimo e potrebbe minarne la credibilità che merita anche nel contesto europeo.
Insomma Matteo Renzi, dalla sua barchetta, ha lanciato un’ancora di salvezza alla corazzata Conte, in sostanza l’ha salvata; secondo qualche commentatore Renzi è apparso in questa occasione come l’unico politico all’altezza, che ha azzoppato Conte e Bonafede, e ha fatto fare una figuraccia ai grillini, che da tutta questa vicenda escono veramente male, anche per la loro tiepida difesa di Bonafede che contribuisce al progressivo scivolone del M5S nel gradimento degli elettori, oramai oltre che dimezzato, rafforzando, per contro, PD, Lega e FdI.
Infatti, in base agli ultimi sondaggi, rispetto al elezioni del 4.3.2018, la situazione oggi è la seguente: Lega-Salvini al 30.30.% (era al 17.50); M5S al 14.5.% (era al 32,45); PD più IV di Renzi al 24.5.% (era al 18.92); FdI di Meloni al 12.10.% (era al 4.30); FI di Berlusconi al 6.10% (era al 14.21).
E’ vero che sono solo sondaggi, ma comunque fanno riflettere.
Un ottimo commentatore di questa triste vicenda sì è interrogato, su questo giornale, se Bonafede avesse dovuto mettersi un cerotto sulla fronte; io penso che, per le randellate che ha avuto, più che un cerotto dovrebbe, metaforicamente si intende, fasciarsi bene la testa: e non solo lui, perché parecchie randellate l’hanno avute pure i pantastellati, e dovranno leccarsi per parecchio tempo le ferite, lasciando Salvini e Meloni e pure il PD a gongolare, come stanno facendo più o meno velatamente.