scritto da Eugenio Ciancimino - 09 Maggio 2020 11:19

Coronavirus, la seconda fase del Conte solitario

L’ex presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte (foto tratta dal sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri)

“Sono io il garante, lo Stato c’è”. Con queste parole pronunziate in una intervista rilasciata all’AGI (Agenzia Giornalistica Italia) il Premier Giuseppe Conte ha inteso lanciare un messaggio rassicurante agli italiani depressi e tramortiti dalla pandemia coronavirus.

A parte il lapsus istituzionale, essendo il Presidente della Repubblica il garante dell’esistenza dello Stato, la frase in sé rivela il disagio di chi sapendo di dovere dare delle risposte non ancora pervenute percepisce sentimenti di inquietudine covati nel Paese reale. Se il Presidente del Consiglio del Ministri, dopo avere chiesto scusa, via Facebook, per i ritardi del Governo rispetto a “sollecitazioni ed angosce”, è costretto a ribadire ad una Agenzia di informazione “ora tocca a noi, dopo il sacrificio degli italiani” vuol dire che le vibrazioni delle voci che arrivano a Palazzo Chigi da fuori non sono più contenibili dentro le stanze ovattate del potere politico.

Ed è lo stesso Conte ad aprire gli spifferi se sente il bisogno di avvertire la ciurma di palazzo che la navigazione non può andare avanti tergiversando e piantando bandierine e promette, al fine di sollevare le ancore e di imbroccare una rotta, di volere “valorizzare tutte le proposte della maggioranza”.

Una captatio benevalentiae destinata a Renzi? A parte il secondo lapsus istituzionale, perché nella nostra Repubblica l’Esecutivo valorizza le proposte del Parlamento, dei Governatori delle autonomie e di altri organi di rilevanza costituzionale, si ha la sensazione che l’esperienza del Conte bis sorretto da M5S, PD , IV e LEU sia tenuto in vita dalla emergenza sanitaria. Ne dà spiegazione l’85% degli italiani che ha aderito a direttive ed ordinanze comunicate dal Premier in prima persona senza intermediazioni. Si tratta di un dato significativo rilevato dal sondaggista di lungo corso Nicola Piepoli a fronte di una sostanziale invarianza dei consensi manifestati per la platea dei partiti.

Perciò si capisce e ci può stare la tentazione di Conte di caricare su di sé responsabilità e ruoli che appartengono ad un monarca senza vincoli, dicendo che lo Stato c’è e ne è garante: una forma riduttiva dell’assolutistica “l’ètat c’est moi” di Luigi XIV, il Re Sole.

Al di là della citazione storica improbabile in termini di paragone, è un dato che Conte finora abbia governato sulle orme tracciate dai Comitati tecno-scientifici divenute regole comportamentali per l’intero Paese blindate rispetto a qualsiasi passaggio critico in Parlamento. Superata la fase acuta dell’epidemia, l’emergenza è economica e sociale e si prospetta drammatica per estensione delle povertà e delle disgregazioni di apparati produttivi, del mondo del lavoro e della tenuta della legalità collettiva ed individuale.

E’ qui che si matura il passaggio dal dominio dei Comitati tecno-scientifici alla sovranità delle scelte che spettano alla politica. Anche Conte incomincia a sentirne il peso  quando dice “saremo giudicati non sulle intenzioni ma sui fatti” e promette che “nessuno deve rimanere nel vicolo cieco della paura e della sfiducia”.

Sul punto le forze politiche si giocano, rispetto ad altri poteri, la dignità di rappresentanza dei bisogni e delle sensibilità degli italiani e Conte la capacità di corrisponderli in atti di governo coerenti. Non sembrano rassicuranti le diatribe interne ai quattro partiti che formano la maggioranza sulla regolarizzazione degli immigrati, sulla giustizia, accesso ed utilizzo delle risorse dei fondi Ue.

Un motivo in più che dà a Conte libertà di continuare a volare in solitudine con il favore dei tecnici e degli scienziati da lui prescelti. Gli consente di conservare, finché non si formalizzino alternative, il nido di Palazzo Chigi.

Si comprende, quasi come uno stato di necessità, il paradigma monocratico del suo linguaggio paternalistico.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.