C’era una volta… Sergio Leone: il 30 aprile 1989 ci lasciava il re degli spaghetti-western
“Ho amato questo regista, il film che ha fatto, la maniera di lavorare con grande passione. La maniera di Sergio di affrontare il film era maniacale nel cercare il suono giusto, il migliore rapporto tra i suoni. Io e Sergio qualche volta abbiamo litigato, come quando feci le musiche per il film ‘Per un pugno di dollari’. Durante le riprese gli dissi che se mi avesse tolto la scena madre del duello finale non gli avrei più musicato il film e lui mi rispose: Fa’ quello che te pare”.
Sergio è Sergio Leone, il re degli spaghetti western, e a ricordare questo episodio durante una rassegna dedicata al regista è il Maestro Ennio Morricone che con Sergio Leone ha scritto alcune delle più indimenticabili pagine della filmografia internazionale. I due si conobbero sui banchi delle scuole elementari a Roma da “pischelli” ignari che un giorno sarebbero diventati uno dei sodalizi più proficui e importanti della storia del cinema.
Oggi ricorre l’anniversario della morte del grande regista che scomparve improvvisamente il 30 aprile del 1989 per un attacco di cuore ma, come tutti i grandi, è rimasto immortale nei ricordi collettivi grazie ai suoi indimenticabili film.
Figlio d’arte, nei primi anni Cinquanta, poco più che ventenne, scrive sceneggiature per i kolossal chiamati “Peplum” e ottiene i primi lavori come assistente regista. Nel 1964 Leone raggiunge la consacrazione nel mondo del cinema, inaugurando, con il film Per un pugno di dollari, il genere spaghetti-western. La pellicola, entrata nel mito come primo capitolo della saga del dollaro ed ispirata a Kurosawa (Leone ne copiò “La sfida del samurai” inquadratura per inquadratura), è terza nella classifica degli spettatori di tutti i tempi con 14 milioni 797.275 presenze, dopo “Guerra e pace” e “Ultimo tango a Parigi”.
Clint Eastwood, non credeva nel film in cui era protagonista e che invece lo rese un divo e se ne tornò in America dopo le riprese del film e senza neanche averlo visto. Il regista avrebbe voluto al suo posto Henry Fonda, esclamando: “Ha un viso d’angelo, è inespressivo, anzi ha due espressioni: una col cappello e una senza. Non è adatto per il mio Joe”.
“Dopo la trilogia – Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più, Il buono, il brutto e il cattivo – non avrei voluto più fare western – disse il Maestro Leone in un’intervista in cui parlava dei suoi western – e avrei voluto cominciare C’era una volta in America. Ma i successi non si perdonano, e così, quando andai in America mi chiesero di fare un altro film western. Nacque in me l’esigenza di fare un film completamente differente dai precedenti. Fu così che partorii l’idea di una nuova trilogia che nacque con C’era una volta il west, si è svolta con Giù la testa e finisce con C’era una volta in America”.
Sergio Leone con soli 7 film scritti e diretti dal 1969 al 1984 passò alla Storia del cinema. Scene memorabili e inquadrature sono cristallizzate nella memoria collettiva: l’arrivo in treno di Claudia Cardinale in C’era una volta il West, il ponte di Brooklyn di C’era una volta in America, o il giovane Clint Eastwood che ne Il buono, il brutto, il cattivo spiega a Tuco: “Vedi, il mondo si divide in due categorie: chi ha la pistola carica, e chi scava. Tu scavi”.