Lessico ai tempi del Coronavirus – Il sempre poco maledetto virus ha creato, o fatto riemergere, alcune parole che precedentemente quasi non venivano alla mente: caratteristica delle situazioni di emergenza.
Tutti noi commettiamo errori, talvolta per ignoranza, spesso per abitudine, così come ci siamo tutti abituati a definire il virus come Coronavirus.2019, termine oramai superato in quanto sarebbe più corretto chiamarlo Covid.19, oppure SARS-CoV-2, come ultimamente viene indicato dagli esperti; ma oramai ci siamo abituati al primo vocabolo, e va bene così.
Altra parola ricorrente è sanificazione, che precedentemente quasi mai veniva usata in quanto era più semplice dire disinfezione, o più raramente disinfettazione, ma tra le due c’è qualche lieve differenza: la prima, che deriva dall’inglese sanification, è più orientato alla industria alimentare come sinonimo di sanitizzazione, pure se genericamente nell’uso comune è alternativa alle altre due.
E chi più ne ha, più ne metta.
Follia Saviano – Non mi riferisco a Roberto Saviano, l’antipatico e saccente fortunato/sfortunato scrittore partenopeo che ha costruito la sua fortuna/sfortuna su una serie di romanzi che raccontano la camorra, cui ha fatto seguito una serie di film e fiction che pure di questo parlano, e che quasi quotidianamente pontifica su alcuni diffusi giornali; inizialmente faceva anche piacere leggerlo, poco alla volta, però, la sua ripetitività ha cominciato a stancare perché evidenzia il complesso del protagonismo e spesso la malattia del settarismo.
Mi riferisco, invece, all’incredibile episodio verificatosi qualche giorno fa nella città di Saviano, comune del napoletano poco distante da Nola, in una zona densamente abitata, un paesone di circa 16.mila abitanti nel quale centinaia di persone, incuranti dei divieti quotidianamente rammentati ai corti di memoria dei quali purtroppo il nostro paese è pieno, hanno voluto partecipare alle esequie dell’ex Sindaco, deceduto per aver contratto il Covid.19, con un assembramento irresponsabile lungo le strade e dietro il corteo.
Tra l’altro ignorando anche il messaggio che lo stesso Sindaco, poi deceduto, aveva responsabilmente divulgato qualche giorno prima su FB, col quale ricordava i vigenti divieti ed esortava tutti a rimanere a casa.
La gente, però, ha fatto orecchio da mercante e, benché anche la Polizia municipale abbia tentato di evitarlo, si è intestardita a rendere onore al “suo” ex Sindaco.
E lo stesso attuale Vice-Sindaco, oramai facente funzione, ha dato anche lui il “buon esempio” aggregandosi al corteo, dimostrando un atteggiamento molto più colpevole dei suoi concittadini.
Qualcuno di questi cittadini dovrebbe avere la bontà di spiegare cosa ha voluto dimostrare con il suo dissennato comportamento, magari potrebbe farlo lo stesso Vice-Sindaco, che per il ruolo istituzionale rivesto non solo avrebbe dovuto dissociarsi, ma avrebbe dovuto fare del tutto per impedirlo.
Non sono solo i savianesi ad essere rattristati per la morte del loro amato sindaco, sono migliaia le persone che piangono familiari, parenti e amici deceduti in questo periodo, ai quali non hanno potuto rendere l’estremo saluto per il rispetto delle norme tese esclusivamente alla salvaguardia degli altri e al contenimento del contagio.
E se nemmeno ciò costituisce per questa gente una remora, farebbero bene a ricordare quello che è successo a Bergamo, dove per i tanti decessi si è dovuto ricorrere ai mezzi dell’esercito e ad un treno per trasportare le salme altrove, e che è stato acclarato che due contagiati, se non rispettano il confinamento, nel giro di due settimane possono provocare 2.mila nuovi contagiati.
Ora il Questore e la Commissione d’inchiesta regionale stanno indagando per individuare i trasgressori che rischiano parecchio.
Ma, giacché di fronte alla incoscienza di questa gente l’unico rimedio è il pugno duro, benissimo ha fatto il Governatore De Luca a mettere in quarantena l’intero paese fino al 25 aprile prossimo, facendo bloccare da Esercito e Forze dell’ordine tutti gli ingressi in maniera che nessuno può più entrare e uscire, chiudendo persino la stazione della Circumvesuviana.
Per l’immediato intervento di De Luca viene spontaneo dire: meno male che Vincenzo c’è!